Oltretutto la regia del film è stata affidata a David Yates, che non aveva convinto come regista degli ultimi film della fortunata saga cinematografica di Harry Potter. Il pronostico è stato sbagliato: questo film per me appassionato della saga letteraria e del mondo magico targato Rowling è stato una piacevole sorpresa. La lancetta del tempo va all’indietro rispetto alle avventure di Harry Potter e l’ambientazione cambia continente.
In una affascinante, cupa e malinconica New York a cavallo tra le due guerre mondiali, sbarca il giovane Newt Scamander, zoologo e studioso di creature magiche che tiene rinchiuse nella sua fragile ma sorprendente valigia. Un personaggio avvolto da una sottile nebbia di mistero, che non si dissolve durante il film ma si arricchisce di nuovi interrogativi nel proseguimento della storia. Interpretato dal premio Oscar Eddie Redmayne, la cui performance è sicuramente eccellente come recitazione, ma espressivamente troppo legata al personaggio de La Teoria del tutto in un ruolo che forse richiedeva altro. Scamander entra in contatto con la comunità magica statunitense, molto diversa dalla comunità magica britannica: un sottomondo chiuso, cupo, segnato dal proibizionismo e dalla diffidenza che storicamente hanno contraddistinto il mondo “babbano” americano di quel periodo. La sua valigia piena di creature magiche si apre nell’incontro-scontro con un “no-mag” (il termine utilizzato dai maghi oltreoceano per chiamare i Babbani) e i divertenti avvenimenti che ne seguiranno mettono a repentaglio la segretezza della comunità magica degli Stati Uniti, già a rischio per inspiegabili episodi che stanno seminando panico e insicurezza tra i non maghi.
La storia inizialmente semplice e spensierata, tra simpatiche gag e la meraviglia trasmessa dalle creature magiche fuggite dalla valigetta, diventa sempre più cupa via via che si intreccia con la vicenda legata allo sconvolgimento del mondo babbano da strani eventi, che rivelano un pericolo per la comunità magica giunto dal vecchio continente.
La Rowling si rivela nuovamente straordinaria come scrittrice: la sceneggiatura del film si discosta dalla storia raccontata nei libri e film di Harry Potter, apre le porte di un nuovo mondo sia fisico che narrativo e fa luce su alcune vicende appena accennate fino a questo momento. Nella storia sono molti i richiami al mondo magico che fino ad ora abbiamo conosciuto, piccoli accenni che fanno sussultare il cuore dei nostalgici e che promettono spettacolo e meraviglia anche per i prossimi capitoli.
Si socchiudono le porte sul passato legato al nome di Gellert Grindelwald, il mago oscuro più potente e pericoloso prima dell’ascesa di Voldemort, e sulla vicenda che lo ha legato ad Albus Silente. Porte che immaginiamo verranno piano piano aperte con l’uscita dei successivi episodi di questa nuova appassionante saga.
Ritroviamo in questo film la meraviglia per il mondo magico che ci aveva affascinato dei romanzi e film della Rowling, con già conosciute e nuove creature magiche che vediamo scorrazzare e combinare piccoli disastri per le strade di New York, incantesimi, il tutto condito da ottimi effetti speciali. Sorprendente anche David Yates, dirige la pellicola con maggiore consapevolezza rispetto agli ultimi capitoli della storia di Harry Potter, corregge l’effetto gotico degli ultimi film (eccessivo) e regala spettacolo agli spettatori senza rinunciare alla qualità delle inquadrature, servendosi poi di una computer grafica davvero maestosa.
I due nomi più importanti del cast dopo Redmayne non deludono le aspettative: Colin Farrel si destreggia abilmente nei panni di mago e responsabile della Sicurezza per il Magico Congresso degli Stati Uniti d’America (istituzione parallela come per il Regno Unito alle istituzioni babbane) e quei pochi minuti di Johnny Depp nei panni di Grindelwald convincono sulla bontà della scelta fatta.
L’inizio di questa nuova saga è secondo me promettente, rimescolando gli ingredienti di una ricetta vincente che ha fatto innamorare una generazione intera e creando una nuova storia da una vicenda appena accennata nei precedenti libri, ricca di mistero, legata al nome di Albus Silente. Quella stessa vicenda che abbiamo appena conosciuto nel capitolo conclusivo di Harry Potter, un rapporto durato una estate concluso in tragedia tra il preside e Grindelwald che poi li ha portati allo scontro finale. I prossimi film ci racconteranno come sono andate le cose, facendo luce su un mondo antecedente a quello di Harry Potter che non appare meno affascinante e sempre contraddistinto dall’eterna battaglia tra luce e ombra.
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