Partendo dalla constatazione, chiara anche allo sguardo più pigro, che l'Europa stia vivendo una profonda crisi, che ne attraversa ogni ambito, il filosofo Zarka, dirittore della rivista politica Cités, ci ha spiegato come la soluzione non può che avere natura politica e non “semplicemente” economica. Solo una forte scossa da parte della politica può fare dell'Europa un'entità unica e non un semplice agglomerato di stati nazionali. Il primo nodo da sciogliere è quello della democrazia. C'è un forte bisogno di una trasformazione in senso democratico delle istituzioni che ci governano. Da una parte, il Parlamento Europeo, l'organo eletto direttamente dai cittadini fa, possiamo dirlo, poco più che semplice rappresentanza, avendo le mani legate per qualsiasi provvedimento che possa effettivamente incidere sulla realtà e la Commissione Europea, l'organo che invece detiene in potere esecutivo, è composta da nominati che non vengono sottoposti alla valutazione degli elettori. Dall'altra parte, rendiamoci anche conto di quanto le elezioni europee siano assimilabili a quelle nazionali. Le dinamiche e le logiche che caratterizzano le consultazioni in ogni singolo stato vengono riproposte, pari pari, quando a chiamare sono le urne europee: fino a quando non avremo, come la chiama Zarka, una “circoscrizione” unica, dove le singole nazionalità non contano più niente, avremo una vera democrazia a livello europeo.
E di assenza di democrazia ha parlato anche Argiris Panagopoulos, nel raccontare come è ridotta la sua Grecia piegata in due dalla troika. Perché se i banchieri europei si possono permettere di interferire nelle questioni dei singoli paesi, imponendo restrizioni che di fatto sono salassi per la popolazione, oltre alla sovranità nazionale a rimetterci è senza alcun dubbio la democrazia. E le parole di Panagopoulos, oltre a chiarirci a cosa porta continuare su questo cammino europeo che ci è stato imposto, riescono anche ad aprire uno spiraglio di speranza. Nonostante le persone ad Atene debbano passare dal bancomat a ritirare contanti prima di andare al pronto soccorso e i medici che lavorano nei presidi sanitari locali siano stati tutti licenziati, qualcosa a sinistra si è smosso. Dopo anni fuori dal Parlamento, i tentativi di ricostruzione hanno avuto successo portando a Syriza. Una risposta che arrivando da sinistra è riuscita in un certo senso ad arginare la dirompente spinta populista e nazista di Alba Dorata, che nelle disperazione della crisi ha trovato terreno fertile. Panagopoulos, profondo conoscitore dell'Italia e degli italiani, si è detto fiducioso: il lancio della lista in sostegno alla candidatura di Alexis Tsipras alla presidenza della Commissione Europea ha fornito un punto di aggregazione reale ed affettivo alla sinistra italiana, che per l'occasione ha serrato le fila e si è rimboccata le maniche, facendo tesoro delle singole esperienze, dai movimenti, ai comitati ai partiti organizzati.
Ed è proprio della ricostruzione di una sinistra vera che ha parlato anche Ceclia D'Elia, già assessore alla cultura della Provincia di Roma e adesso membro del coordinamento nazionale di Sel: una ricostruzione che non può limitarsi a rimettere insieme i pezzi già esistenti ma che deve puntare a qualcosa oramai non c'è più. Partendo da quelli che sono i veri bisogni delle persone, la sfida vera consiste nel riuscire a ricostruire una comunità, che agisca e pensi come collettivo. Dopo decenni di liberismo sfrenato, l'individualismo è diventato il mantra della nostra società; compito della sinistra è quello di smantellarlo partendo dal basso, con pratiche solidali che aiutino a combattere gli effetti della crisi ma anche, e soprattutto aggiungeremmo, a ricreare quella rete di persone e pensieri che da sempre hanno caratterizzato la sinistra e il confronto al suo interno.
Interventi che, raccogliendo le peculiarità dei singoli invitati, hanno suscitato interesse ed hanno stimolato la riflessione. Ma soprattutto, che hanno aperto uno spiraglio per chi, dopo anni di sconfitte, vuole davvero a provare a cambiare le cose.
Immagine tratta da: www.lasinistraquotidiana.it