Venerdì, 11 Luglio 2014 00:00

Anche Firenze è con Gaza

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Circa duecento persone si sono riunite in piazza della Repubblica. Nonostante fosse un mercoledì, un giorno lavorativo come altri, in molti appena usciti dall'ufficio si sono ritrovati per cercare di rompere il muro di omertà e di menzogna che copre l'operato di Israele delle ultime ore.

Parliamo di cifre sconcertanti, che rimandano la memoria al 2009, quando l'operazione Piombo Fuso vide morire oltre 1200 palestinesi. Come allora, l'obiettivo sulla carta è il governo di Hamas, nei fatti chi paga, e a caro prezzo, per il militarismo sionista sono i civili che a decine stanno morendo sotto i colpi di mortaio indirizzati verso Gaza. Parliamo di oltre 500 raid aerei messi in atto dall'esercito israeliano a partire dalla scorsa notte. Decine di morti, centinaia di feriti. E il terrore che il peggio possa ripetersi. Perché il rischio che come nel 2009 l'esercito israeliano occupi il territorio di Gaza è reale: un'ondata di distruzione non paragonabile a quello che gli abitanti della Striscia stanno vivendo in questi giorni si abbatterebbe sugli abitanti della zona, azzerando dell'economia locale, che già stenta a sopravvivere a causa delle forti restrizioni imposte.

Ma nonostante questo, non è raro sentire i telegiornali nazionali aprire le proprie edizioni principali parlando decine di razzi che Hamas spara dalla Striscia verso le città israeliane. Nessuno che specifichi che si tratta di razzi Qassam, poco più che fuochi d'artificio che seguono traiettorie così approssimative da non riuscire in molti casi nemmeno a raggiungere gli obiettivi prefissi. Nessuno che specifichi che il sistema antimissile messo in piedi dall'esercito di Israele riesce ad annientare quei pochi razzi che compaiono nei cieli di Tel Aviv e che quindi nessun israeliano è ancora rimasto vittima degli attacchi di Hamas. Nessuno che si pone il problema di come un'invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele, opzione data quasi per certa anche da voci autorevoli come quella di Lucio Caracciolo, direttore di Limes, costituirebbe una violazione di norme di diritto internazionali e che soprattutto violerebbe ogni proporzionalità della risposta prevista dal diritto internazionale in caso di scontro. Un po' come se si rispondesse con un AK47 ad un ragazzino con la fionda.

Come sempre, quando i “grandi giornali italiani” si accingono ad occuparsi di questioni internazionali riescono quasi nell'impresa di farci rimpiangere il silenzio che solitamente avvolge tali argomenti. Per fortuna la causa palestinese sta a cuore a migliaia di persone in questo Paese, persone che in giro per l'Italia si sono organizzate in presidi di solidarietà che hanno lo scopo di cercare di ripianare l'enorme disparità informativa che vige da noi. Perché se da una parte siamo consapevoli che l'atteggiamento di Hamas sia quanto di meno producente per la causa palestinese, è innegabile che le “colpe” del governo di Gaza non sono minimamente paragonabili a quelle del governo sionista che da decenni semina morte, occupa, imprigiona e soffoca ogni speranza di un futuro di libertà ed autodeterminazione del popolo palestinese.

Ultima modifica il Giovedì, 10 Luglio 2014 19:52
Beccai

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