Giovedì, 07 Febbraio 2013 00:00

Il Municipio dei Beni Comuni verso il 16 febbraio

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Una partecipatissima assemblea pubblica quella che ha riempito gli spazi dell'ex Colorificio Liberato di Via Montelungo, per la costruzione collettiva e il lancio della manifestazione del 16 Febbraio, che vedrà riversarsi per le strade di Pisa tutta quella cittadinanza attiva che in questi tre mesi di liberazione dell'ex Colorificio si è aggregata attorno al percorso politico del Municipio dei Beni Comuni, tutte quelle esperienze che all'interno di United Colors of Commons si sono incontrate da diverse parti d'Italia per dare il via a percorsi di riflessione e campagne territoriali, la cui prosecuzione è messa in crisi dalla minaccia di sgombero inviata dalla multinazionale proprietaria dell'immobile, la J-Colors di Milano.

Al centro della discussione dell'assemblea pubblica sono stati messi i temi della riqualificazione e del riutilizzo a scopo sociale degli spazi del Colorificio, un vero e proprio crossing point di competenze, saperi, obbiettivi, aperto e plurale nell'offrire alla città uno rinnovato spazio di partecipazione e democrazia dal basso, che non ha alcuna intenzione di segnare una battuta d'arresto a seguito della richiesta di sequestro preventivo.

Il gruppo degli artigiani e degli artisti si darà appuntamento questa settimana per pianificare quali spazi utilizzare a scopo laboratoriale, per condividere le loro abilità e conoscenze, l'associazione dell'arrampicata sportiva "Equilibri Precari" è a lavoro a pieno regime per riattivare una palestra indoor due volte più grande di quella che aveva sede in Via C.Battisti, ex sede del Progetto Rebeldìa, è partito il corso d'arabo di "Respiri di libertà", le serate musicali e culturali ampliano i loro cartelloni mensili.

Si guarda verso un futuro tutto da conquistare e costruire, nella piena consapevolezza che la dichiarazione d'intenti firmata da illustri giuristi e intellettuali italiani - Maddalena, Rodotà, Settis, Mattei, Marella, Nivarra, Breccia, Falco - e l'appello ai movimenti e alle reti sociali - tra i primi firmatari Tonio dell'Olio, Don Andrea Gallo, Vittorio Agnoletto - si sta diffondendo in tutto il Paese.

L'assemblea pubblica si è caratterizzata per alcune lucide riflessioni sul futuro delle aree industriali abbandonate nel nostro Paese: di fatto, se l'ex Colorificio venisse sgomberato rimarrebbe lasciato al degrado come è stato dalla sua chiusura definitiva, dopo il periodo di sottoutilizzo a causa della delocalizzazione della produzione. Sono chiari gli intenti della J-Colors, fin dall'anno prima che rilevasse quest'area, sono intenti speculativi, senza alcuna progettualità di ampio respiro, manovre volte solo alla desertificazione del territorio. Nel corso di tutto il 1997, cioè prima della firma dell’atto d’acquisto, la J Colors incontra alcune società locali, in particolare la San Rossore Srl, per vendere l’immobile di via Montelungo nell’ambito di una complessa operazione finanziaria, per cui da un lato la struttura produttiva del Colorificio si sarebbe spostata in dimensione molto ridotte ad Ospedaletto e in cambio, con una variante di destinazione d’uso per l’area della fabbrica sul Viale delle Cascine a fini residenziali e commerciali, la multinazionale avrebbe potuto avere un grandissimo ritorno economico nella vendita dell’ex-Colorificio.

Il 16 Febbraio vedrà la partecipazione in piazza anche dei compagni e delle compagne del CSA Intifada di Empoli, un'altra esperienza tra le tante in Italia che ha ricevuto minaccia di sgombero o dove esso si è concretizzato, come al Bartleby di Bologna, allo SCUP di Roma, allo ZTL WAKE UP di Treviso. Il respiro della manifestazione del 16 Febbraio si allarga sempre di più, in difesa degli spazi sociali come nuova declinazione del concetto di bene comune: il Municipio dei Beni Comuni ha scelto da che parte stare, dalla parte di chi lotta per dare una possibilità concreta ad un'altra forma di società, contro i poteri forti e la miopia delle amministrazioni comunali, conniventi con i tentativi di cristallizzare il concetto di proprietà privata negandone l'utilità sociale sancita dalla nostra Costituzione.

Ultima modifica il Martedì, 03 Febbraio 2015 21:55
Francesca Gabbriellini

Pisa, classe '89, vivo nell'insanabile aporia tra Syd Barrett e Lana del Rey, tra Bertold Brecht e Guido Catalano, tra la militanza nel Progetto Rebeldìa e la Juventus, tra la facoltà di Storia e le frequenze pirata di Radio Roarr

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