Abilmente fissato sopra il camion che ha animato la manifestazione abbiamo visto un enorme pesce rosso con la testa del sindaco Marco Filippeschi, ribattezzato per l'occasione Filip-pesci, a sottolineare il silenzio del consiglio comunale rispetto alla minaccia di sequestro preventivo dell'immobile di Via Montelungo e in generale rispetto alla nuova realtà politica e sociale che il Progetto Rebeldìa ha rilanciato in città.
Il potere aggregante dell'ex Colorificio liberato fa evidentemente paura a un'amministrazione così vicina alle elezioni sia politiche che comunali e a un monolite quale è il Partito Democratico nella nostra città: meglio favorire gli interessi speculativi della multinazionale J-Colors piuttosto che un progetto politico che parte dal basso e intercetta così largamente la popolazione, arrivando a costituire un punto di riferimento per le battaglie sociali portate avanti in tante parti d'Italia. Gli striscioni recitano "Uniti per un bene comune", "Sgomberiamo il grigiore", "Saperi in difesa dell'ex Colorificio", "Giù le armi", "Giù le mani dagli spazi sociali" e tanti altri a descrivere tutte le anime che hanno trovato nel Municipio quello spazio aperto e plurale dove confrontarsi.
Inoltre dopo oltre trent'anni torna in piazza uno storico striscione dei Consigli di Fabbrica degli ex lavoratori del Colorificio Toscano con su scritto "Siamo tornati più forti di prima - Non provocateci", il Municipio dei Beni Comuni rende così giustizia a tutte le battaglie sindacali portate avanti in quel luogo di lavoro fondamentale per l'economia del territorio.
Il corteo procede per un lungo percorso che attraversa tutta la città, a segnalare diversi luoghi sfitti, i primo lungo la strada è Palazzo Mastiani, messo in vendita invano dall'Università, già una volta occupato dal Tijuana Project. Si prosegue verso Palazzo Gambacorti, il palazzo comunale, lì sotto tutto il corteo ammonisce l'amministrazione rispetto all'operazione condotta sui terreni dove sta sorgendo il porto di Marina di Pisa, coniando una nuova moneta cittadina, il Filippescu, che raffigura da un lato il sindaco, dall'altro Stefano Bottai, "patron" di questa grande opera speculativa.
Dalle Logge di Banchi viene calato un enorme striscione con il quale si chiede al sindaco di scegliere tra la salvaguardia dei beni comuni o quella degli interessi di spregiudicati proprietari. Si prosegue verso Piazza Garibaldi e Borgo Stretto, si susseguono gli interventi di tutte le rappresentanze provenienti dai centro sociali dell'Emilia Romagna, dal CSA Intifada di Empoli, dallo SCUP di Roma, dalle Officine Corsare di Torino, degli studenti universitari di Sinistra Per, si lanciano messaggi di solidarietà al Teatro Pinelli di Messina sgomberato e ne arrivano tanti al Municipio, come dai compagni de La Talpa e l'Orologio di Imperia che, impossibilitati a partecipare di persona, hanno appeso uno striscione di solidarietà e vicinanza nella loro città.
Da Borgo a Piazza dei Cavalieri, la piazza della movida repressa dalle assurde ordinanze comunali, i giocolieri della palestra di giocoleria Il Parcheggione si esibiscono con attrezzi e giochi col fuoco, anche loro intervengono in difesa dell'ex Colorificio dove hanno trovato un ambiente per esprimere quell'arte di strada che spesso viene allontanata dai luoghi pubblici. All'angolo tra via dei Mille e Via della Faggiola avviene la denuncia di un altro stabile di proprietà dell'Università, Palazzo Feroci, messo in vendita e completamente sfitto, mentre in questi giorni si assiste all' inaugurazione un nuovo polo per Giurisprudenza e Scienze Politiche, altri centimetri quadrati di cemento per una Pisa duramente provata da queste manovre.
Si arriva in Piazza dei Miracoli, teatro della vergognosa ordinanza anti-borsoni, duramente denunciata da tutto il circuito anti-razzista, che si è espresso in favore del Municipio con un comunicato firmato da importantissimi nomi della rete migranti e che è sceso in piazza a difendere l'ex Colorificio con i compagni e le compagne di Africa Insieme, lo storico sportello legale per migranti del Progetto Rebeldìa. Superata Piazza Manin comincia la discesa nel sottopasso fino all'ex Colorificio, per l'occasione si entra dal cancello sul Viale delle Cascine, per passare davanti alla nuova palestra di arrampicata di Equilibri Precari, che per la prima volta dalla liberazione dello spazio si apre alla città, per poter ripartire al più presto con l'attività sportiva.
All'arrivo i compagni e le compagne che per la prima volta visitano il Colorificio rimangono stupiti dalla grandezza dei volumi, dalla potenzialità di uno spazio così complesso e tutto da pianificare, accordano nuovamente sostegno tutti coloro che sono scesi in piazza e che ci torneranno finchè la minaccia di sgombero non verrà per sempre scongiurata. Da questa settimana si riparte con la programmazione delle attività, i corsi, gli incontri, le serate musicali, l'aula studio, idee e azioni che si intrecciano e concretizzano in difesa di un bene comune.