Martedì, 02 Luglio 2013 00:00

Peretola: un aeroporto nato sbagliato in un posto sbagliato

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Un aeroporto nato sbagliato in un posto sbagliato. Questa semplice frase rappresenta bene l’aeroporto di Firenze.

È nato sbagliato perché fin dall’inizio è sorto in concorrenza con l’Aeroporto di Pisa. E così la Toscana invece di sviluppare, ammodernare i collegamenti con Pisa e dunque con l’aeroporto con maggiori potenzialità, ha preferito due scali in concorrenza l’uno con l’altro. Paradossalmente, come sosteniamo da anni, per andare a Parigi basta un’ora ma ci vuole sempre un’ora per andare dal centro all’aeroporto di Firenze!

È nato in un posto sbagliato anche perché si trova al centro di un’area fortemente antropizzata, racchiusa dai Comuni della Piana Fiorentina, che hanno vincolato da oltre 10 anni i terreni a Parco agricolo della piana, conosciuto anche parco della città metropolitana.

Proprio quest’area oggi vorrebbe stravolta per l’ampliamento dell’Aeroporto di Firenze.

Sull’obiettivo della programmazione regionale dobbiamo dire parole chiare: o si investe per la realizzazione del Parco agricolo della piana e in una sua reale vocazione “verde”, o si potenzia l’infrastruttura aeroportuale, sacrificando la destinazione a parco.

Le due opzioni: parco agricolo e aeroporto, presentate come la punta avanzata di una politica che coniuga ambiente e infrastrutture non è percorribile nella realtà.

Dal punto di vista ambientale, l’area de parco verrebbe completamente tagliata in due e attraversata completamente dalla nuova pista, che dividendo appunto l’area in due ne impedisce un reale sviluppo alternativo e sostenibile. In un’area già fortemente inquinata, cosa succederà se all’attuale livello di inquinamento si aggiungeranno gli effetti derivanti dalla realizzazione in un’area ancora più ristretta del raddoppio della autostrada, della realizzazione di un mega inceneritore e di una nuova pista lunga 2 chilometri?

Le azioni previste e già ipotizzare nel PRRM 2007-2010 sono rimaste sostanzialmente su carta, ad eccezione del ricambio del parco macchine private. Il famoso bosco della piana non ha ancora un alberello piantato (e ci vogliono 20 anni prima che produca sensibili effetti benefici), le tramvie sono rimaste delle rette colorate sulla carta (e ora il Sindaco di Firenze dice, dopo aver perso i finanziamenti europei che se ne riparlerà dopo le elezioni comunali del 2015) . Erano azioni di mitigazione e compensazione per la realizzazione di un inceneritore, che ci verranno riproposte tali e quali anche compensare la nuova pista!

A questo si aggiunga la necessità di spostare il Fosso reale. Il nuovo tracciato infatti comporterebbe un prolungamento  di circa 3 o 4 km, di un fosso largo 50 metri con bordi alti 5 metri, con un tracciato che contornerebbe con una doppia curva  la nuova pista aeroportuale, con problemi di pendenza enormi visto che l’acqua non va in salita!

Dal punto di vista economico i conti non tornano rispetto a quanto preventiva ADF. Ossia per ADF il costo della nuova pista si aggirerebbe intorno ai 75 milioni, già secondo la Regione ne sarebbero necessari circa 100 milioni di euro.

Ma chi paga lo spostamento del Fosso reale, il cui costo nelle stime oscilla tra 32/34 milioni fino a 51/52 milioni? Difficoltà dell’opera ingegneristica, costo astronomico sono tutti aspetti che dovrebbero anche essi essere chiariti prima ancora dell’approvazione della variante perché sapere chi paga e cosa paga non è questione secondaria anche perché non si ravvisa l’interesse pubblico a sostenere una tale spesa.

Dal punto di vista di modello di sviluppoè ormai insostenibile pensare che la Toscana possa reggere due aeroporti, e peggio ancora che possa essere succube di una ipotetica concorrenza con l’aeroporto di Bologna. Il tema dell’occupazione diretta ed indiretta legata all’attività di un aeroporto è una tematica che non può essere assolutamente accantonata.  Ma la giusta impostazione deve essere quella di mantenere e sviluppare l’occupazione legata ai due aeroporti e non banalmente di mantenere e sviluppare gli attuali due aeroporti!  Allora il primo passo sarebbe quello di accantonare definitivamente la concorrenza tra i due aeroporti, sviluppando una forte integrazione societaria fino ad avere una unica società la quale deciderà e programmerà, secondo le compatibilità e i limiti delle piste e la sostenibilità ambientale dei territori gli scali su l’uno o l’altro aeroporto.

La Regione dovrebbe garantire la modernizzazione e la valorizzazione del trasporto ferroviario regionale, sviluppare la linea Firenze-Pisa, concentrandovi investimenti pubblici, con la partecipazione delle società dei due aeroporti al fine di garantire un collegamento ferroviario tra i due poli in 30 minuti. 

Paradossalmente potremmo avere un sistema aeroportuale forte, con una prevalenza netta dei traffici su Pisa ma un ruolo di “eccellenza” più limitato su Firenze, una modernizzazione e velocizzazione del trasporto regionale, un forte decongestionamento dell’area centrale toscana proprio per una netta contrazione del traffico veicolare. Come dire uscire dalla crisi con più lavoro e meno inquinamento. Se questo sembra poco!

Immagine tratta da www.teladoiofirenze.it

Monica Sgherri

Nata a Firenze il primo ottobre del 1953, laureata in architettura, ho collaborato con l'università di Firenze. Ho fondato una cooperativa di servizi culturali dove ho lavorato fino al 1985, per poi diventare dipendente della Provincia di Firenze. L'impegno politico inizia nel 1975, con l'adesione al PCI, nel quale resto iscritta fino alla nascita del Movimento della Rifondazione Comunista. Attualmente sono capogruppo per la Federazione della Sinistra e i Verdi come consigliera regionale della Toscana.

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