Venerdì, 28 Giugno 2013 15:11

RED Feltrinelli rimpiazza la Libreria Edison

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Pare che il destino degli ex librai della Edison di Firenze oramai sia stato delineato in modo limpido. Di ieri la notizia: il gruppo Feltrinelli aprirà nei locali di Piazza della Repubblica che oramai conosciamo tanto bene e che un tempo erano la casa della libreria, un nuovo centro RED. Per i meno informati (anche chi scrive era del tutto all'oscuro di questo nuovo formato), la sigla sta per “Read, eat, dream”, in italiano “Leggi, mangia, sogna”: il nuovo format, sperimentato già a Roma, prevede l'apertura di una libreria affiancata da un vero e proprio ristorante ed una specie di reparto alimentari dove trovare prodotti tipici italiani.

L'annuncio è arrivato in seguito al pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha accolto l'istanza del gruppo Feltrinelli contro i vincoli urbanistici imposti dall'amministrazione Domenici sui locali di Piazza della Repubblica.

Inutile quasi specificarlo, la notizia è stata accompagna ta un grandissimo entusiasmo da parte del gruppo. L'amministratore unico Dario Giambelli ha spiegato come la nuova formula servirà a rilanciare l'attività di Feltrinelli a Firenze e, allo stesso tempo, a ridefinire la situazione dei 41 dipendenti Feltrinelli in città (ricordiamo che alcuni di questi sono sottoposti a contratti di solidarietà da quando al posto del negozio di musica Ricordi è apparso un centro Nescafé). La sicurezza mostrata viene meno però quando si arriva a parlare del destino di quelle 36 persone che erano il cuore della Libreria Edison: Giambelli ha affermato che nel caso Feltrinelli riuscisse ad aprire, come previsto dai piani, anche il nuovo centro dentro la Stazione di Santa Maria Novella, forse 7-8 degli ex dipendenti della Libreria potrebbero essere assunti. D'altra parte, ha affermato l'amministratore, sarebbe inutile non usufruire di personale già formato.

Personale già formato. Sì. Peccato che queste 36 persone siano qualcosina in più di semplice personale già formato. I lavoratori della libreria, come sanno molto bene i fiorentini che li hanno frequentati per anni, erano riusciti a costruire un qualcosa che riusciva davvero a fare di Firenze una città un po' più acculturata. Una libreria gestita fondamentalmente da chi ci lavorava (e chi ci lavorava amava il suo lavoro proprio per questo), sempre pronta a fornire stimoli interessanti ai clienti – frequentatori. Anche nel momento di difficoltà, quando la voce della chiusura della Libreria Edison si è concretizzata, i librai hanno dato il meglio di loro, facendo un gran bene alla città: non si sono rinchiusi su loro stessi, cercando solo un modo per salvare il proprio lavoro. Hanno fatto della loro libreria il centro di una grande mobilitazione in difesa della cultura a Firenze che ha visto coinvolta tutta la città.

Ora, è mai possibile che non si riesca mai a valorizzare quello che di buono già abbiamo? Sinceramente non sono in grado di fare previsioni e dire se il nuovo format RED avrà successo oppure no. Quello che però posso dire è che mi pare evidente che questa nuova “tipologia” di libreria (fino a che punto libreria poi...) sia più rivolta all'attenzione dei milioni di turisti che ogni anno visitano la nostra città di quanto non lo fosse la vecchia Libreria Edison. A Firenze, in questo momento, di certo non mancano innovazioni che permettano ai turisti di godersi al meglio la città. Lungi da noi non riconoscere l'importanza del settore turistico per questa città, crediamo però che il ragionamento vada sviluppato in modo più approfondito. Firenze non può vivere solo per i turisti, dimenticandosi di coloro che ci vivono 365 giorni l'anno. Il risultato sarebbe (o meglio, è, considerando l'accelerazione che il processo ha ricevuto in questi ultimi mesi) un città fatta solo di negozi dove fare shopping anche la domenica, dove ogni luogo di aggregazione viene chiuso (di qualche giorno fa la notizia della chiusura del café-libreria La Cité in Borgo San Frediano) e dove ogni forma di cultura che non produca un ampio profitto viene cancellata (il Maggio Musicale Fiorentino si avvia verso la liquidazione). Sarebbe bello se per una volta invece di andare a cercare modelli che sono vincenti altrove e che non tengono conto delle peculiarità di una città, si avesse il coraggio di investire in un progetto che non solo si è dimostrato vincente per anni ma che si è guadagnato l'apprezzamento e l'affetto di chi a Firenze ci vive veramente.

Immagine tratta liberamente da: www.lanazione.it

Ultima modifica il Venerdì, 28 Giugno 2013 15:25
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

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