La notizia che noi ci accingiamo a dare è di quelle che faranno sensazione a livello cittadino, italiano, europeo e internazionale e forse, ma sottolineiamo il forse, in qualche lontana galassia; una notizia che rende noto un fatto inaudito e inaspettato: Matteo Renzi non esiste!
Il giovanotto che a tempo perso si diletta a fare il sindaco di Firenze, che corre alle primarie per la segreteria del Pd, che presenzia in continuazione a Porta a Porta o ad altre note trasmissioni televisive, che presiede convegni alla Leopolda, che gira in camper tutta la penisola non esiste. Per gli increduli e i dubbiosi lo ripetiamo più alto e più forte: MATTEO RENZI NON ESISTE!!!
Allora si chiederanno i nostri lettori: chi è in realtà il nostro personaggio? Su quali indizi, su quali prove potete dimostrare la vostra affermazione?
Il personaggio è il frutto di un ben congegnato artificio mediatico, teso a far credere che un giovane e ambizioso politico del Valdarno abbia in brevissimo tempo bruciato tutte le tappe di una carriera che altri, in altri tempi e in altre situazioni, hanno dovuto percorrere in anni e anni di impegno politico.
Il tutto ha avuto la sua riuscita prova generale diversi anni fa ad una trasmissione chiamata “La ruota della fortuna”, sfruttando una collaudata tecnica di far interpretare personaggi “presi dalla strada” da attori professionisti.
Intanto precisiamo che non si tratta di una elaborata e sofisticata computer grafica, tipo Max Headroom, assolutamente no! Sono un gruppo di attori in carne ed ossa che, truccati a dovere, si alternano nell’interpretare il personaggio, guidati da un pool di autori, sceneggiatori e registi provenienti dalle più diverse factory di serial televisivi famosi, di situation comedy, di telenovelas.
In quanto agli indizi eccone alcuni, inequivocabili ed incontestabili:
* L’ubiquità e l’onnipresenza. Se nell’interpretare il personaggio non si alternassero diversi attori, come potrebbe il nostro essere così invasivo e presente ovunque? Una persona reale prima o poi crollerebbe dalla fatica e dallo sforzo titanico necessari ad assicurare una presenza pressoché ubiquitaria.
* L’assenza costante dalle sedute del consiglio comunale. Ciò non è dovuto a mancanza di riguardo nei confronti dell’assemblea cittadina, ma alla necessità di evitare che consiglieri e spettatori possano accorgersi delle piccole differenze che ciascun attore mostra nell’interpretazione e nel trucco.
* Fonzie. Infatti nonostante la bravura e la professionalità degli attori e dell’intera troupe una rappresentazione del genere non può essere sempre perfetta. Può succedere quindi che il nostro si presente in TV abbigliato alla Fonzie, imitandone gesti ed espressioni, ma la pettinatura svela che la regia ha avuto un’incertezza fra due ipotesi interpretative, la pettinatura è quella della signora Cunningham e non di Fonzie.
* I porri. Precisiamo per i lettori non fiorentini che per porro, oltre al noto ortaggio, si intende anche una protuberanza sull’epidermide volgarmente chiamata neo. Andate in qualsiasi libreria e confrontate le foto di copertina dei libri di cui il nostro appare come autore o che parlano di lui, non ce n’è una che mostri i porri (pardon, i nei) allo stesso posto e nello stesso numero. Un’evidente defaillance dei truccatori di turno e del fotografo di scena.
* Ponte Vecchio. Su questo fatto siamo addirittura in grado di ricostruire l’intera vicenda. Si è trattato in definitiva di uno scherzo congegnato dagli sceneggiatori. La vicenda dell’affitto è andata in realtà così: il nostro protagonista e l’assessore al Bilancio (tale Rag. Gerolamo Scamorza junior di Empoli e non come si crede il Prof. Petretto, persona troppo seria per questo genere di cose) volevano burlarsi di alcuni turisti promettendogli in vendita il Ponte Vecchio, esperienza già compiuta dal nonno del ragioniere e da un suo complice con la Fontana di Trevi, ma il soggetto della burla era così potente, ma così potente …, che si è dovuto ripiegare sull’affitto e sulla chiusura dello storico ponte per non far scoprire tutto il resto.
Il Becco è anche in grado di rivelare chi c’è dietro questa vicenda. Dietro non ci sono poteri occulti o servizi segreti, bensì cinque personaggi ben noti alle cronache fiorentine. Eccone in rigoroso ordine alfabetico, con tanto di titoli, i cognomi e i nomi: Mascetti conte Raffaello detto Lello, Melandri arch. Rambaldo, Necchi sig. Guido, Pierozzi dott. Giorgio, Sassaroli prof. Alfeo.
Sono loro gli autori, ora non più occulti, della finzione, per cui o fiorentini, non vi lamentate dell’amministrazione comunale, di progetti discutibili, di disservizi o di quanta’altro, voi non siete soggetti a cattiva amministrazione, ma ad una gigantesca e colossale burla, un po’ come quei paesani a cui i nostri volevano buttar giù la chiesa o quei turisti giapponesi a cui veniva chiesto di reggere la Torre di Pisa.
Immagine tratta liberamente da: www.wikipedia.org