Martedì, 10 Dicembre 2013 00:00

Disabili o abili? Il dubbio amletico che ti coglie al CIRS

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Superato l'ospedale di Careggi, arrampicandosi per una stradina impervia in mezzo alla campagna che sembra lontana anni luce dai viali trafficati di Firenze, si raggiunge il CIRS. Situata in via delle Masse 14, la struttura è semplice e senza fronzoli, ma non ne ha bisogno. A decorarla basta il bellissimo paesaggio in cui è immersa. E l'aria di pace e serenità che si respira all'esterno pervade anche l'interno.

Niente di scontato, dato che si tratta di un centro di accoglienza per disabili. “In realtà nasce, alla fine degli anni '50, con l'acronimo CID: comitato italiano difesa donna. Aveva lo scopo di aiutare le donne in uscita dalle case chiuse in seguito all'emanazione della legge Merlin. Poi, essendo una realtà distribuita su tutto il territorio italiano, si è differenziata a seconda delle necessità” spiega Maria Eleonora Sanò, direttrice tecnica. Dunque a Firenze si trasforma in centro diurno per disabili. Si potrebbe immaginare un luogo triste, un senso di disagio, un'atmosfera malinconica. Sbagliato.

Il CIRS è una grande famiglia, dove gli utenti stringono legami di amicizia, si coccolano a vicenda, litigano e fanno pace. Tra un'attività e l'altra. Perché qui nessuno sta con le mani in mano. Ogni giorno ognuno degli utenti segue il suo personale programma, deciso in base alle sue competenze, attitudini e desideri. Si costruiscono oggetti di creta, si decora la ceramica, si creano cesti di vimini, si taglia, si cuce si dipinge. Si fa teatro e danza, si legge. L'impressione è quasi quella di essere in una scuola superiore, con studenti grandicelli e ribelli, con un grande desiderio di esprimere se stessi. “Le attività cognitive, come la lettura ma non solo, si svolgono seguendo il metodo Feurstein, un programma che si pone l’obiettivo di potenziare le abilità cognitive attraverso la stimolazione di nuove capacità di pensiero, di riflessione e ragionamento” precisa la direttrice.

Un'attenzione particolare è rivolta anche all'autonomia: “non mancano le attività domestiche, e i nostri utenti ricevono un premio simbolico in denaro per il loro impegno, affinché sappiano associare l'attività con un 'ricavo'. È un modo per gratificarli e stimolarli nella gestione del denaro, seppur in minime quantità-continua-ovviamente l'impegno prescinde dal risultato: l'importante è aver dimostrato di avere costanza e forza di volontà”. Doti sicuramente stimolate da un ambiente così ricco e positivo. La stragrande maggioranza degli utenti dimostra, appunto con la propria costanza e dedizione, di apprezzare moltissimo ciò che qui gli viene offerto. Non bisogna dimenticare che sono persone altrimenti destinate, con molta probabilità, ad una vita di isolamento e passività. Qui rinascono, scoprendo e incrementando ogni singola competenza. E due volte all'anno, a Giugno e Dicembre, il CIRS si apre al mondo. Proprio questo Sabato, 7 Dicembre, si è tenuta la festa di Natale. Dalle 15 in poi è stato possibile vedere i ragazzi cimentarsi in uno spettacolo di danza e teatro (“un modo importante per stimolare la collaborazione”, come sottolinea la direttrice), gustare con loro il buffet, partecipare alla lotteria, ammirare le loro creazioni e perché no cogliere l'occasione per comprare i primi regali di Natale. Non solo un gesto di beneficenza: vi stupireste di cosa riescano a fare le loro mani. Insomma, un'occasione per scoprire un mondo ricco e allegro, che in queste giornate diventa protagonista.

Ultima modifica il Lunedì, 09 Dicembre 2013 21:41
Bianca Porciatti

Classe 1986, senese di nascita e fiorentina d'adozione.

Laurea triennale in psicologia, educatrice, interprete di lingua dei segni e aspirante giornalista, da sempre interessata al sociale e all'ambito dell'istruzione.

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