Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.
Born to run: il Boss si racconta
All'apparenza potrebbe sembrare solo una mera operazione commerciale. Ovviamente lo è, però sotto la superficie si possono vedere tantissime cose interessanti che vanno aldilà dell'aspetto economico. L'autobiografia di Bruce Springsteen è uscita il 27 settembre, 4 giorni dopo il cd "Chapter and verse" (uscito il 23 settembre, giorno del compleanno del Boss). Un esperimento molto raro in tempi dove il mondo della musica sembra aver spento la luce. Recentemente anche il rocker Bon Jovi ha attaccato le giovani generazioni di musicisti, rei di fare solo hit e non album di qualità. Onestamente anche lui recentemente ha "staccato la spina".
Musica e politica vanno a braccetto?
ELVIS E NIXON ***1/2
(USA 2016)
Regia: Liza JOHNSON
Cast: Michael SHANNON, Kevin SPACEY, Colin HANKS
Durata: 1h e 26 minuti
Produzione: Amazon Studios
Distribuzione: Videa
Uscita: 22 Settembre 2016
Andate agli archivi di Stato a Washington e chiedete qual è l'immagine più richiesta. Vi diranno senza dubbio la foto tra il re del rock Elvis Presley e il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. Partendo da questo spunto, è stato fatto un film su questo storico incontro. Sembra una bazzecola, ma quest'immagine è un perfetto bignami (molto pop) di storia americana: da una parte un'icona culturale, dall'altra un'icona politica. Un personaggio amatissimo da molti e uno dei presidenti più contestati del 20° secolo.
Scordatevi i film come “Frost/Nixon” di Ron Howard, “Elvis il re del rock” di John Carpenter o “Gli intrighi del potere” di Oliver Stone. Qui tutti e due i personaggi sono dei burattini al servizio di una commedia delicata, diretta da Liza Johnson e prodotta da Amazon. Sembra di essere in una serie Tv di lusso con due attori sublimi: Michael Shannon e Kevin Spacey. A dir la verità quest'ultimo ci ha già abituato piuttosto bene (dopo “House of cards”, interpreta un altro presidente).
Siamo nel dicembre 1970. Siamo alle soglie del Natale, visto che è il giorno 21. Alla Casa Bianca avviene lo storico incontro. Il re del rock and roll Elvis Presley (il poco somigliante Michael Shannon) ha scritto una lettera in cui richiede al presidente Richard Nixon (lo straordinario Kevin Spacey) di diventare un agente segreto sotto copertura.
Lo staff di quest'ultimo (nel cast c'è anche il figlio di Tom Hanks, Colin) capisce che è una grande occasione per riavvicinare alcuni elettori delusi. Anche se Nixon ha poco tempo, finisce per accogliere nello studio ovale il famoso cantante. Soprattutto per ottenere in cambio un autografo per la figlia. Il film è abbastanza lento, ma bisogna lasciarlo decantare. Come un buon vino. Perché i due protagonisti, apparentemente lontanissimi, diventano simili: sono appassionati di armi, sono conservatori, odiano gli hippy, i comunisti, i Beatles e i Rolling Stones (figli della cultura britannica dell'epoca).
L'asso della manica di questo film è che anticipa i futuri problemi dei due. Elvis Presley viene ritratto in maniera diversa dall'immaginario collettivo. Un personaggio infantile, contraddittorio e pieno di problemi, nonostante la fama. I problemi psicologici iniziavano a bussare alla porta. Infatti poco tempo dopo (nell'agosto 1977) verrà ritrovato morto per abuso di farmaci. Soffriva di depressione. Richard Nixon, politico piuttosto sboccato, inadeguato e rancoroso, è interpretato in maniera macchiettistica da Kevin Spacey che si diverte a imitarlo alla perfezione perfino nei movimenti. Verrà travolto nell'agosto 1974 dallo scandalo Watergate (per i pochi che non sanno cos'è, consiglio la visione di “Tutti gli uomini del presidente” di Alan J.Pakula). Fu costretto a dimettersi, schiacciato dalle pressioni dell'opinione pubblica.
Il grosso pregio del film è quello di mettere in mostra la fine di un'epoca che non esiste più. Oggi alla massa non interessa più la musica, la cultura, tanto meno la politica. Negli anni '70 invece c'erano icone vere come Elvis e Nixon. Possono piacere o meno (a me ad esempio non piacciono nessuno dei due), ma bisogna ammettere che incarnavano perfettamente l'effervescenza culturale e politica di quegli anni. Il tutto è condito da una sottile ironia che domina l'intera vicenda. Qua e là si sorride, ma l'intento di Liza Johnson è quello di rendere il tutto grottesco. Tanto che nel film non ci sono sesso e droga. Ogni tanto c'è del rock n roll. Ma non ci sono le canzoni di Presley, bensì quelle dei Creedence Clearwater Revival. Il giochino riesce nel complesso grazie ai due attori e alla sceneggiatura che non risparmia frecciatine sul futuro degli inconsapevoli protagonisti. È innegabile che non somigliano fisicamente agli originali, ma sono sublimi nelle movenze. In particolar modo Kevin Spacey è camaleontico e perfettamente a suo agio. Guardate il vero Nixon e vedrete che Spacey si ingobbisce, si inarca in maniera del tutto identica all'originale. Un piccolo grande film “da camera” che, nonostante qualche pecca, merita di essere visto. Anche se poteva trattare questo incontro in maniera più approfondita visto lo spessore della storia in questione.
TOP
– Un film teatrale dominato da due attori bravissimi
– Le interpretazioni grottesche di Michael Shannon e Kevin Spacey
– Kevin Spacey, in particolar modo, imita alla perfezione Nixon anche nei movimenti
– Lo storico incontro proposto in maniera grottesca come simbolo di una società che non esiste più
– Il fatto di aver proposto una storia che molti non conoscevano
– L'approfondimento psicologico dei personaggi principali
FLOP
– La lentezza
– Un'opera piuttosto didascalica dominata da pochi movimenti della macchina da presa
– Alcuni momenti un po' superficiali e “facili”
– L'incontro poteva essere maggiormente approfondito, vista l'importanza storica e simbolica della vicenda
Bourne... To run
JASON BOURNE ***1/2
(USA 2016)
Regia e Sceneggiatura: Paul GREENGRASS
Cast: Matt DAMON, Alicia VIKANDER, Tommy LEE JONES, Vincent CASSEL, Julia STILES
Durata: 2h e 3 minuti
Produzione e distribuzione: Universal Pictures
Uscita: 1 Settembre 2016
Suicide Squad o Warner's Suicide?
SUICIDE SQUAD ***
(USA 2016)
Regia e Sceneggiatura: David AYER
Cast: Jared LETO, Margot ROBBIE, Will SMITH, Joel KINNAMAN, Viola DAVIS, Ben AFFLECK
Durata: 2h e 10 minuti
Produzione e distribuzione: Warner Bros
Uscita: 13 Agosto 2016
Who ya gonna call?
GHOSTBUSTERS **1/2
(USA 2016)
Regia, Sceneggiatura: Paul FEIG e Katie DIPPOLD
Fotografia: Robert D. YEOMAN
Cast: Melissa MC CARTHY, Leslie JONES, Kristen WIIG, Chris HEMSWORTH, Andy GARCIA, Kate MC KINNON
Durata: 1h e 48 minuti
Produzione: Sony Pictures
Distribuzione: Warner Bros
Uscita: 28 Luglio 2016
Avevo molta paura quando uscì la notizia che, dopo 32 anni dal primo episodio, avrebbero fatto un reboot con acchiappafantasmi donne. Dopo aver visto il film, francamente non capisco l'operazione. O meglio la capisco per la Sony, visto che da qui si espanderà l'universo Ghostbusters come già accaduto per Marvel e Dc. Speriamo bene, perché non sono per niente ottimista a riguardo. Non è per una questione di razzismo o di misoginia (ci sono state numerose polemiche sui social network a riguardo), ma per quelli della mia generazione il celebre film di Ivan Reitman era un cult contro cui era impossibile confrontarsi.
Eravamo nel pieno degli anni '80, il decennio più "godereccio" e rimpianto. Era una commedia fantascientifica rara, ambiziosa che mescolava la comicità televisiva da "Saturday Night Live" dei protagonisti con il vero cinema. Quando venne annunciato il cast di questo reboot, ero piuttosto arrabbiato. Se nel 1984 c'erano attori come Bill Murray, Sigourney Weaver, Dan Akroyd, Harold Ramis, adesso abbiamo le semisconosciute Leslie Jones e Kate Mc Kinnon, la Melissa Mc Carthy onnipresente nelle commedie americane di bassa leva e l'esperta Kristen Wiig. Per ovviare a questo discorso, sono stati aggiunti Andy Garcia e soprattutto Chris "Thor" Hemsworth, ma non bastano. L'operazione "salva franchise" della Sony Pictures è stata fatta sulla base del successo del settimo episodio di "Star Wars – Il risveglio della Forza" (di proprietà della Disney). Stessi ingredienti, stessa formula, stessa sceneggiatura con qualche variazione sul tema. Anche i fedeli fan della saga di George Lucas non erano del tutto soddisfatti, anche se non vogliono farlo trapelare. Verrò subito ad occuparmi della storia per analizzare il tutto al meglio.
La vicenda iniziale è praticamente uguale al film originale, scritto dallo scomparso Harold Ramis (a cui il film è stato dedicato) con Dan Akroyd. New York. Abby Yates (Melissa McCarthy) e Erin Gilbert (Kristen Wiig) credono nei fantasmi e hanno scritto un libro. La prima non rinnega il passato e sta proseguendo gli studi sul tema, mentre la seconda ha rinnegato il passato perchè ha paura di perdere il suo posto di docente alla Columbia University. Quando Erin vede che l'amica ha messo il libro su Amazon, vuole parlare con Abby per convincerla a toglierlo. Poco dopo però si sentono strane notizie riguardanti le apparizioni di fantasmi. Le loro intuizioni diventano fatti. Alle due si uniscono la svitata inventrice Jillian Holtzmann (Kate McKinnon) e Patty Tolan (Leslie Jones), l'inserviente della metropolitana che involontariamente ha avuto un incontro ravvicinato con un fantasma. Dopo aver commesso diversi errori, accumulano esperienza e decidono di mettersi in proprio. Inventano le loro armi, gli zaini protonici, pistole, trappole, le tritafantasmi e ... l'automobile. Trovano una sede in un ex ristorante cinese, sopra una caserma di pompieri. C'è la crisi,baby.
L'affitto è troppo caro anche per le ghostbusters. Qui poi il film diventa abbastanza simpatico perché entra in scena il ciclone Chris "Thor" Hemsworth. E' lui il nuovo segretario delle acchiappafantasmi. Bello, biondo, alto, muscoloso. L'assetato pubblico femminile andrà in estasi. Peccato che sia abbastanza stupido, svampito e tremendamente bambinone. La zitella Erin, ad esempio, farebbe carte false per portarselo a letto, ma il quoziente intellettivo di lui è veramente ridotto all'osso. Lui non è della scuola del dott. Venkman (Murray nel primo film) quando diceva, a proposito del fantasma, "Dove sta il problema? Avete visto, è un marinaio, è qui a New York, lo portiamo a scopare ed abbiamo risolto il problema!"
Questa è la parte migliore del reboot. A Chris Hemsworth vengono date le battute migliori. Lui in realtà è molto intelligente ed autoironico e mostra di avere le doti giuste anche nel rispetto dei tempi della commedia. Però se ci pensiamo bene questo è uno dei limiti del film: in un'opera dove le protagoniste sono tutte donne, si eleva l'unico maschio. L'unica che riesce a tenergli testa è l'esperta Kristen Wiig, le altre invece latitano (in ogni caso hanno tutte esperienze nel "Saturday Night Live"). Intanto Manhattan sta per essere invasa dai fantasmi e la gente sarà costretta a chiamarle per evitare che la città venga colonizzata da spettri di ogni tipo. Tra questi c'è anche il ritorno di Slimer con moglie e allegra famigliola a carico. Ricordate il celebre fantasma verde del famoso "venimmo, vedemmo e lo inculammo"?
Nel complesso il film si può vedere, ma con il passare dei minuti si perde per strada. Il finale non è all'altezza. Fare una commedia parodistica stile "Spy" non ha giovato al regista Paul Feig. Probabilmente lui non è il filmaker giusto per un'operazione di questo tipo. Serviva qualcuno più folle. Il vero problema è la totale assenza del senso di minaccia che avvolgeva New York nel film del 1984. Anche il look dei fantasmi è "digitalizzato" e senza anima, nonostante la fotografia sia curata dal bravissimo Robert Yeoman (noto per essere il fotografo dei film di Wes Anderson). Per non parlare poi dello stravolgimento totale della colonna sonora di Ray Parker Jr che era il vero motore dell'azione del primo film. Non è un'opera credibile anche perchè al centro ci sono delle donne che mirano più direttamente ad una legittimazione della loro situazione, invece che andare all'avventura. La mancanza di autostima, le insicurezze, le paure della società, il maschilismo sul lavoro vengono trattati discretamente bene nella prima parte. Il problema è che, da quando entra in scena Hemsworth, tutto ciò viene dimenticato finendo (involontariamente?) per applicare il contrario di quanto detto. Poi, lo ripeto, le interpreti (Kristen Wiig a parte) non hanno carisma per un ruolo di questo tipo, specie se le confrontiamo con attori di prima grandezza come Bill Murray e compagnia.
A proposito dei vecchi interpreti, anche loro partecipano al film. I cammei di Dan Akroyd e Bill Murray non giovano affatto al film, mentre quelli di Annie Potts (la segretaria), Ernie Hudson e Sigourney Weaver sono abbastanza divertenti. Da segnalare anche il piccolo ruolo di Andy Garcia (il sindaco di New York) che "omaggia" un celebre film di Spielberg. Andate pure al cinema, ma non aspettatevi chissà cosa. E guardatevi i titoli di coda fino in fondo. Ci sta anche che la cosa vi possa piacere.
TOP
– Chris Hemsworth autoironico che "dà le paste" a tutti
– Alcune gag sono divertenti (vedi scena del concerto)
– Kristen Wiig è l'inteprete più credibile delle 4 protagoniste
– Il ritorno di Slimer con la moglie
FLOP
– Il confronto con l'originale è improponibile a livello di attori, regia, sceneggiatura ed effetti speciali
– I cammei stiracchiati di Dan Akroyd e Bill Murray
– Le protagoniste non sono sempre all'altezza della situazione (tranne la Wiig)
– La parte finale del film è senza idee
– L'entrata in scena di Hemsworth finisce per contraddire le idee della prima parte. E' lui che ruba la scena alle protagoniste. La cosa è grave considerando l'input iniziale
– La colonna sonora rifatta parecchio male
Il cinema che verrà
Nei giorni scorsi sono andate in scena le Giornate del Cinè estivo di Riccione. Un'occasione unica, nella quale vengono mostrati agli esercenti e alla stampa, le anticipazioni della prossima stagione cinematografica.
Ecco cosa vedremo al cinema nel secondo semestre del 2016. Il tutto diviso tra le varie case di distribuzione. Le date sono soggette a cambiamenti non dipendenti da nostre volontà.
Per il secondo anno consecutivo, il Gruppo Cineforum dell’Arci di S.Casciano promuove, in continuità con quanto fatto in 8 anni, la rassegna estiva all'Arena dentro le mura, presso i giardini della Biblioteca di Via Lucardesi. Visto il discreto successo della prima edizione, con serate di cinema miste a serate speciali (vedi la notevole partecipazione alla rassegna di cortometraggi), abbiamo pensato che questo è un posto speciale per godersi un buon film all'aria aperta, senza rinunciare al gusto del confronto e della comprensione. L'evento, posto all'interno del programma di "Effetto Notte 2016", è stato reso possibile dal prezioso supporto di Chianti Banca, del Circolo Arci, della Pro Loco di San Casciano con il patrocinio del Comune stesso.
Sta per finire giugno. Si sta per concludere il primo semestre del 2016. Come da tradizione, in Italia i cinema si svuotano. In attesa della ripartenza nella seconda metà di agosto,ho preparato un'analisi accurata dei film del primo semestre del 2016. Ci sono i 5 film che hanno deluso maggiormente e i 20 film migliori usciti in Italia tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2016. In attesa dei Top,ecco intanto la FLOP 5.
Ci sono film peggiori (qualitativamente parlando), ma questi sono quelli che in base alle attese si sono rivelate delle fragorose sorprese in negativo.
Il ritorno del maestro Ken Loach
I, DANIEL BLAKE ****1/2 - IN ANTEPRIMA
(Gran Bretagna 2016)
Regia: Ken LOACH
Cast: Hayley SQUIRES, Dave JOHNS, Micky MC GREGOR, Colin COOMBS
Sceneggiatura: Paul LAVERTY
Durata: 1h e 40 minuti
Distribuzione: Cinema
Quando il conflitto tra magia e scienza diventa un pretesto
NOW YOU SEE ME 2 – I MAGHI DEL CRIMINE ***
(USA 2016)
Regia: Jon M. CHU
Cast: Mark RUFFALO, Michael CAINE, Morgan FREEMAN, Woody HARRELSON, Lizzy CAPLAN, Daniel RADCLIFFE, Dave FRANCO, Jesse EISENBERG
Durata: 2h e 9 minuti
Distribuzione: Medusa
Uscita: 8 Giugno 2016
Nel 2013 uscì un film indipendente che ebbe un successo clamoroso: si chiamava “Now you see me”. 350 milioni di dollari incassati in tutto il mondo. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Il segreto di questo exploit era il giusto mix tra commedia, effetti visivi di prima qualità, illusionismo e thriller. E grandi attori ovviamente: nel cast c'erano Mark Ruffalo, Michael Caine, Morgan Freeman, Woody Harrelson, tanto per citarne alcuni. Lo spettacolo funzionava decisamente.
Visto il successo, ovviamente, sono stati già pianificati due sequel. Del terzo capitolo non si hanno notizie certe sulla data di uscita. Questo piano commerciale mi ha spaventato, visti i tempi attuali dove i film sono parte fondamentale del marketing. Tutto il resto non conta, tanto meno le idee. Diciamo subito una cosa: il secondo episodio non funziona come il primo, però regge. Il cambio di regia non ha giovato particolarmente, anche perché sembra una fusione tra film indipendente americano e film cinese (Jon M. Chu è di origini cinesi). La consulenza di David Copperfield (qui co-produttore) semmai è stata importante nella lavorazione.
Il cast è rimasto lo stesso, ad eccezione di Isla Fisher (incinta all'epoca delle riprese, ma francamente non l'abbiamo rimpianta) che è stata sostituita da Lizzy Caplan. Una sorta di “meticcio” tra la popstar Katy Perry e la ministra Maria Elena Boschi (anche nel modo di camminare). Poi c'è un'aggiunta di cui francamente se ne poteva fare a meno: Daniel “Harry Potter” Radcliffe con una barbetta ridicola per far vedere che è cresciuto e che non è più l'apprendista maghetto dei libri della Rowling. Totalmente fuori parte, visto che è l'antagonista principale della storia.
Detto questo veniamo al film. Dopo aver ingannato l'FBI e aver conquistato il pubblico a suon di magie, i Quattro Cavalieri finiscono per rimanere imbrigliati dal piano di un giovane magnate, Walter Mabry (Daniel Radcliffe). Li stordisce e li porta a Macao, in Cina. Li costringe a lavorare per lui per riottenere la libertà. Devono rubare un misterioso microchip. Atlas (Jesse Eisenberg), Mc Kinney (Woody Harrelson), Jack (Dave Franco, fratello di James) e Lula (Lizzy Caplan), coadiuvati dal loro capo Dylan (Mark Ruffalo), iniziano a mettere insieme un piano per cambiare lo status quo in loro favore. Ma proprio quando sembra fatta, ecco che il passato riemerge: ecco che si rifanno vivi Thaddeus Bradley (Morgan Freeman), che era finito in carcere alla fine del primo film, e il magnate Arthur Tessler (Michael Caine) che era stato rovinato dai Quattro Cavalieri. Entrambi sono desiderosi di vendetta. "E fidatevi di ciò che dico: perché se vi è una cosa in cui credo è 'l'occhio per occhio” - dice Morgan Freeman ai suoi avversari. La speranza dei nostri 4 maghi è quella di ripresentarsi agli occhi del mondo per far uscire allo scoperto la mente del diabolico piano.
Un thriller molto verboso, a tratti prolisso (dura oltre 2 ore), ricco di colpi di scena e ricco di invasivi effetti visivi. Alcuni realizzano delle sequenze mozzafiato, altri sono insistenti e non particolarmente originali. La sceneggiatura è a tratti confusa, ma nel complesso regge. È un vero pretesto per mostrare le azioni dei protagonisti. Non mancano momenti di humour, molti dei quali sono affidati a Woody Harrelson. Ma non vi dico di più per evitare di incappare in spoiler. Chu pare prendere spunto da Christopher Nolan: le origini del personaggio di Mark Ruffalo sono raccontate con flashback alla “Batman Begins”, per non parlare dell'uso di immagini e trucchi alla “The prestige”, senza il prestigio finale. Il contesto generale però mira al famoso “caso Snowden”, senza volerlo citare: in particolar modo alla reiterata violazione della privacy usata come arma di massa dai magnati della tecnologia per controllare le vite delle persone.
Ma il vero conflitto in questo film è quello tra magia e scienza, che nel cinema di oggi si può tradurre in quello tra idee e uso della tecnologia. Quando la sceneggiatura è confusa, spesso si punta a cast ricchi, qualche battutina (che funziona qua e là) e un uso sfrenato di effetti speciali e visivi, non sempre ben assestati e un po' ripetitivi (vedi scena del furto del microchip). “Now you see me 2” pertanto non è come il primo episodio, appare maggiormente superficiale e costruito. Menomale che c'è il carisma di attori come i veterani Morgan Freeman e Michael Caine, oltre a Woody Harrelson, Mark Ruffalo e Jesse Eisenberg che valgono il film. Anche perché lo stile da “Ocean's Eleven” lascia un po' l'amaro in bocca, visto e considerato che qualche colpo di magia non dà l'effetto sperato. Cosa grave per un film che punta sull'effetto sorpresa. Aspettiamo il terzo capitolo, sperando che il livello sia superiore.
TOP
– I duetti fra i 4 Cavalieri
– Il carisma di Harrelson, Caine, Freeman e Ruffalo
– La parte thriller della storia, con omaggi a Nolan e Soderbergh (“Ocean's Eleven”)
– Qualche riuscito colpo di scena
– Alcuni temi al centro della storia (il conflitto magia/scienza e la violazione della privacy post caso Snowden)
FLOP
– Daniel Radcliffe totalmente fuori parte, nei panni del cattivo
– Le strizzatine d'occhio al duopolio commerciale americano-cinese (regia compresa)
– La sceneggiatura è un po' confusa in alcune parti
– Alcuni trucchi (e relativi effetti visivi) sono piuttosto ripetitivi e reiterati
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