Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.
Mario Martone, l'Italia e l'importanza della storia
Nel 2010 uscì nelle sale italiane nel disinteresse generale il film "Noi Credevamo". Mario Martone parlava in questa pellicola del Risorgimento dell'unità d'Italia, dei suoi compromessi e dei problemi che ancora oggi affliggono il nostro Paese. Nel 2011 mise in scena a teatro "Le operette morali" di Giacomo Leopardi e l'anno successivo a Recanati annunciò un nuovo film sul poeta: "Il giovane favoloso".
MANDELA: LONG WALK TO FREEDOMIN ANTEPRIMA ESCLUSIVA
Il Kibaba Florence Festival (in africano Kibaba vuol dire sedia) è nato nel 2011, promosso e realizzato dall’Associazione Angolana Njinga Mbande. Giunto alla sua quarta edizione,il Festival quest'anno ha avuto sede nello storico "Spazio Alfieri" di via dell'Ulivo a Firenze.
Sin City 2 - Una donna per cui uccidere
Regia: Robert Rodriguez, Frank Miller
Cast: Josh Brolin, Eva Green, Rosario Dawson, Mickey Rourke, Joseph Gordon Levitt, Dennis Haysbert, Jessica Alba, Bruce Willis, Powers Boothe, Christopher Lloyd, Lady Gaga
Durata: 1h e 42 minuti
Musiche: Robert Rodriguez e Steven Tyler
Sarà un caso ma in pochi anni in Italia sono usciti vari film di grande qualità su temi non proprio facilissimi: tra questi cito "La mafia uccide solo d'estate" di Pif, "Belluscone" di Franco Maresco, "La buca" e "È stato il figlio" di Daniele Ciprì (che nel film "La trattativa" è direttore della fotografia e operatore di macchina), "Viva la libertà" di Roberto Andò e "Draquila" di Sabina Guzzanti.
Lo so gentili lettori che non avete sentito la mia mancanza. Le uscite al cinema nel periodo estivo però avevano una qualità veramente bassa, tranne rare eccezioni. Una è stata riportata da Palagi recentemente (ovvero "MUD" di J.Nichols). A settembre in ogni caso qualche buona uscita c'è stata e ve le racconto in pillole.
IL FUOCO DELLA VENDETTA (OUT OF THE FURNACE) di Scott COOPER
con Christian BALE,Woody HARRELSON,Forest WHITAKER,Zoe SALDANA,Casey AFFLECK, Sam SHEPHARD, Willem DAFOE
Recensione: Russel Blaze (Bale) è un operaio di una fonderia di Braddock. Lavora duramente,vive con la fidanzata Lena (Saldana),ma ha tanti problemi: il padre malato,il fratello Rodney (Casey Affleck,fratello di Ben) che è rientrato sconvolto dalla guerra in Iraq. Quest'ultimo si infila in un giro di scommesse legato alle lotte clandestine. Una notte Russel ha un incidente stradale e causa la morte di 2 persone. Sconta la pena in carcere,ma quando ritorna alla sua vita tutto è cambiato: Lena lo ha mollato e aspetta un figlio dallo sceriffo Barnes (Whitaker),il fratello Rodney non segue i suoi consigli e vuole andare a combattere per degli strambi individui. Quando però il capo di questi,Harlan DeGroat,uccide il fratello e il suo “boss” John Petty (Dafoe),Russel decide di fare vendetta anche perchè per lui la legge è rappresentata da Barnes. Secondo film di Scott Cooper (dopo il fulminante esordio di “Crazy Heart”) che prende spunto dal capolavoro del 1978 di Michael Cimino,”Il Cacciatore”,contestualizzandolo al post conflitto in Iraq. Se nel film di Cimino la guerra aveva diviso gli amici Nick e Michael (Walken e DeNiro),qui sono i due fratelli a rimanere perennemente in conflitto tra loro. Riemergono in tutta la loro forza la caccia al cervo e “il colpo solo” che,insieme alla roulette russa,erano le metafore chiave del film di Cimino. Inoltre l'ambientazione (la Pennsylvania) e il lavoro di Russel (operaio di fonderia) sono molto fedeli alla pellicola di riferimento. Cooper qui ha a disposizione un cast di primissimo livello anche nelle seconde linee. Bale e il villain Harrelson ovviamente catalizzano l'attenzione con interpretazioni ottime: il primo nella prima parte è sotto le righe,poi piano piano cresce sfogando tutta la sua rabbia, il secondo,per la prima volta in carriera,è sempre sopra le righe. Gran bel film,ma ripassatevi “Il cacciatore”.Lo capirete meglio.
VOTO: *** 1/2
I NOSTRI RAGAZZI di Ivano DE MATTEO
con Alessandro GASSMAN,Barbara BOBULOVA,Luigi LO CASCIO,Giovanna MEZZOGIORNO
Recensione: Ispirato al film "La cena" di Herman Koch. Massimo (Gassman) e Paolo (Lo Cascio) sono due fratelli con impieghi diversi: il primo è avvocato,il secondo pediatra. Anche le loro mogli (Bobulova e Mezzogiorno) sono nettamente diverse tra loro e spesso ostili. Ogni mese,puntuali come orologi svizzeri,si ritrovano a cena in un lussuoso ristorante a parlare del più e del meno. Una sera però le loro certezze diventeranno guai per via di una bravata dei loro figli. Ecco che la cena diventa la sede per discutere di come affrontare la situazione. Secondo film di Ivano Di Matteo ("Er Puma" della serie "Romanzo Criminale"),che dopo il successo de "Gli equilibristi", racconta ancora una volta le derive etiche della nostra società. Se nella pellicola precedente il tema era quello del rapporto crisi economica / padri divorziati, questa volta si parla di conflitti generazionali,educazione dei figli, di valori. Il film pone quesiti profondi,in particolar modo uno: se una tragedia accadesse a Voi,come Vi comportereste? Facile giudicare dall'esterno non trovate?
VOTO:*** 1/2
BELLUSCONE – UNA STORIA SICILIANA di Franco MARESCO
Recensione: Palermo. Il talent scout Ciccio Mira è intervistato dallo scomodo regista Franco Maresco. A un certo punto gli chiede: «Ciccio, ma della mafia possiamo parlare?»
Non è il caso,meglio lasciar perdere. Da questo tipo di cultura,esce fuori che,nel bene e nel male,il berlusconismo e la mafia sono strettamente collegati. La tesi,per niente inedita e piuttosto nota, è che il Cavaliere Silvio Berlusconi,politico e imprenditore di giorno e di notte …. (lasciamo completare a Voi),debba i suoi successi grazie a dei rapporti con la mafia ai tempi di Milano2. Con l'intermediario di fiducia di Cosa Nostra,il senatore forzista Marcello Dell'Utri. Da spezzoni e collage di interviste,telegiornali, documenti,esce un ritratto amaro di una regione,la Sicilia,da sempre sull'orlo del baratro per colpa di Stato e mafia (argomento trattato anche da Sabina Guzzanti nel film “La Trattativa”) che,a braccetto o uno alla volta,hanno reso immobile quest'ambiente, adagiando e rassegnando la popolazione in atteggiamenti di pericolosa mediocrità che sfocia poi nell'asservimento e,successivamente,nella complicità. Franco Maresco,pur senza il socio Daniele Ciprì,continua a regalare momenti di grande cinema con un grande uso dell'ironia che qua e là lascia qualche segno. Purtroppo però l'amarezza nel vedere questo film è tanta. La domanda alla fine sorge spontanea: è solo una storia siciliana? Sicuramente sì,ma su alcune sfumature mi sembra di no,purtroppo. Certi usi,certi costumi,certi atteggiamenti sono molto frequenti in diverse parti d'Italia. Presentato al Festival del cinema di Venezia 2014. DA VEDERE.
VOTO:*** 1/2
THE GIVER – IL MONDO DI JONAS di Philip NOYCE
con Jeff BRIDGES,Meryl STREEP,Katie HOLMES
Recensione: Dal romanzo bestseller di James Lowry. In un prossimo futuro la società umana ha tagliato i ponti con il passato e la vita è organizzata in maniera capillare così come lo è il controllo sulle azioni dei propri abitanti. Emozioni,dolore,paura,amore,sensazioni di ogni tipo sono state cancellate,gli uomini sono quasi dei robot. Anche le famiglie sono tutte di 4 persone: marito,moglie,un figlio maschio e una figlia femmina. A 12 anni ogni persona riceve il suo lavoro che dovrà mantenere fino a che non morirà (come in Italia insomma...). Un giorno un vecchio saggio chiamato “il Donatore” (the giver) ,interpretato da Jeff Bridges,affida l'incarico di custodire le memorie dell'Umanità al giovane Jonas. Ma come dice Robert Redford nell'ultimo “Captain America”, “per costruire un mondo migliore,spesso occorre distruggere il mondo vecchio e questo crea dei nemici”.
Se fosse arrivato circa 10 anni fa,oggi questo film sarebbe stato esaltato. Per sfortuna di Philip Noyce (già regista di “Salt”e ”Il collezionista di ossa”) prima di lui ci sono stati già “Equilibrium”,”Blade Runner”,”1984”e soprattutto la saga di “Hunger Games” e “Divergent”. Non è affatto un brutto film,ma non c'è nulla di nuovo. Questa rivoluzione sembra che sia facile come bere un bicchiere d'acqua e invece il mondo vecchio è assai difficile da abbattere specie per una generazione che sembra più interessata all' I-Phone di ultima generazione piuttosto che alla vita vera.
Non mancano le cose belle: dal punto di vista tecnico l'uso del bianco e nero come mondo senza emozioni e quello del colore per il ribaltamento sembra azzeccata anche se già vista (”Pleasentville” di Gary Ross). La presenza di grandi attori che compongono il cast artistico (Bridges e la Streep sono sempre godibili) e i temi del libro potrebbero servire almeno a portare i lettori giovani ad interessarsi a qualcosa. Scusate se è poco. Primo episodio di una già annunciata trilogia.
VOTO:** 1/2
TARTARUGHE NINJA di Jonathan LIEBESMAN
con Megan Fox, Alan Ritchson, Will Arnett, Whoopi Goldberg, William Fichtner
Recensione: Reboot della saga basato sui fumetti delleTartarughe Ninja di Kevin Eastman e Peter Laird.
New York. Il clan del piede,guidato dal perfido Shredder, controlla e terrorizza la città,ma dalle fognature escono fuori 4 tartarughe mutanti che li sfidano: sono Leonardo,Raffaello,Michelangelo e Donatello affascinate dalla musica pop e dalle boyband, ghiotte di pizza e imbattibili nelle arti marziali .
La giornalista April (una Megan Fox) le scopre e racconta tutto al suo capo,ma tutti la credono pazza. La realtà è che i 4 mutanti sono gli unici che possono salvare il mondo da Shredder e l'unica che ci crede è proprio April.
Ennesimo reboot hollywoodiano confezionato da Jonathan Liebesman (“La furia dei Titani”) e prodotto da Michael Bay (sì quello delle esplosioni in ogni scena). Francamente non me sentivamo la mancanza. Da fan delle tartarughe ninja onestamente speravo in qualcosa di più: un film piatto,recitazione appena sufficiente (Ficthner,di solito bravo caratterista,è irriconoscibile, la Fox,per dirla alla Silvio, “è più bella che brava”). Sicuramente non importava fare un reboot alla Nolan (ovvero con approfondimento psicologico approfondito),ma la sensazione è che abbiano puntato sui personaggi digitali (realizzati in motion capture) tralasciando la storia (cosa fondamentale per la riuscita di un film). La sceneggiatura fa acqua in diverse parti,anche se non mancano piccoli squarci di ironia e qualche scena d'azione divertente. Già annunciato l'immancabile sequel,sensazioni non particolarmente buone.
VOTO:**
LUCY di Luc BESSON
con Morgan FREEMAN, Scarlett JOHANSSON, Min-sik CHOI
Recensione: Lucy (Johnasson) ha 24 anni,vive a Taipei ed è una giovane donna indecisa. Un giorno il suo ragazzo le chiede di consegnare una valigetta insieme a lui. Un gruppo di malavitosi uccidono lui,rapiscono lei e la valigetta. Lucy diventa un corriere della droga che le viene impiantata nel suo corpo all'interno di una sacca. Un giorno viene pestata da un gangster che provoca la fuoriuscita della droga nel corpo della malcapitata. Lucy acquista straordinarie qualità sovra-umane: agilità,velocità e soprattutto la capacità di sfruttamento del cervello arriva gradualmente al 100%. Ovviamente le userà per capire come fare vendetta. Ecco il ritorno al cinema d'azione per il regista francese Luc Besson che,dopo la commedia “Cose nostre malavita”,torna al genere che lo reso famoso in tutto il mondo con “Leon”,”Il Quinto Elemento” e “Nikita”. Proprio quest'ultimo film ha profonde convergenze con Lucy,soprattutto perchè sono entrambe donne forti,coraggiose. Insomma Besson si vede che ama le donne con gli attributi (senza mezzi termini) divertendosi a ribaltare i concetti di sesso forte e sesso debole. Cast di grandi nomi con Scarlett che si eleva da Vedova Nera a eroina protagonista,Morgan Freeman che si mantiene nei consueti panni dell'uomo saggio e dispensatore di consigli e Min-sik Choi (sì quello che mangia il polpo vivo) che prosegue,in parte,il suo percorso violento iniziato tempo fa con “Oldboy”. Prima parte che scorre molto bene,mentre la seconda inciampa in un overdose di effetti speciali che lasciano il tempo che trovano. Anche le teorie scientifiche alla base del film vengono di fatto praticamente fagocitate da effetti visivi parecchio invasivi. L'idea di partenza è coraggiosa ed è stata toccata anche dal personaggio di Bradley Cooper in “Limitless”: cosa succederebbe se ognuno di noi usasse in toto le proprie capacità cerebrali? Il film dice che però bisogna stare attenti. Ve le immaginate Voi gente come Balotelli al 100% delle proprie funzioni cerebrali? Poveri noi...
VOTO:** 1/2
SENZA NESSUNA PIETA' di Michele ALHAIQUE
con Pierfrancesco FAVINO, Greta SCARANO,Adriano GIANNINI
Recensione: Mimmo (Favino) ufficialmente è un muratore che lavora per suo zio. Però una parte integrante del suo impiego,è quello di rompere le ossa per recuperare crediti. E' un mondo difficile,feroce,stressante e pericoloso. Mimmo desidera ardentemente uscirne,ma sa quali saranno le conseguenze di questa sua azione. Un giorno però nella sua vita entra Tania,una ragazza che un suo amico aveva rimediato per Manuel (cugino di Mimmo) come “intrattenimento”. Decide di agire,ma dovrà fare i conti con la vecchia vita.
Buon esordio alla regia di Alhaique che ha lavorato molto sui personaggi e sui loro stati d'animo: su tutti emerge la straordinaria bravura di Pierfrancesco Favino (che per la parte è ingrassato oltre 20 chili come Christian Bale in “American Hustle”) che con il suo corpo fa da tramite con lo spettatore. E' un film noir che assomiglia in parte alla favola “Angel-A” di Luc Besson: l'angelo che salva il protagonista è Greta Scarano che nel film ha la parte di una donna forte,risoluta,accogliente. Questo è un forte elemento di rottura: infatti gli uomini,bene o male,rimangono intrappolati nel loro codice d'onore malavitoso di appartenenza (Mimmo compreso). Film magari non originale,ma ben diverso dalla mediocrità delle commedie del cinema italiano odierno.
VOTO:***1/2
FILM RIVELAZIONE DEL MESE
LA BUCA di Daniele CIPRI'
con Rocco PAPALEO,Sergio CASTELLITTO,Valeria BRUNI TEDESCHI
Recensione: Si narra la storia di due personaggi che poi si incontrano: l'avvocato Oscar (Castellitto) e Armando (Papaleo). Il primo è un burbero e misantropo avvocato che è sempre alla ricerca di mezzucci e spunti truffaldini insieme a corrotti testimoni e medici. Il suo unico pensiero è una buca del manto stradale: in collaborazione con un finto invalido,vuole simulare un incidente per trarne profitto e fare causa al malcapitato passante di turno,autobus o auto che sia. Un giorno se ne accorge il povero Armando che esce di prigione dopo 27 anni. Nessuno lo vuole,la famiglia non lo riconosce (o fa finta),non ha soldi. L'unico che gli vuole bene è un cane che trova per strada. Le loro strade un giorno si incontrano in un bar. E qui Armando conoscerà Oscar che si presenta subito fingendo di essere stato morso dall'animale. Ovviamente il “disco rotto” riparte,ma Armando non ha niente e la tattica dell'avvocato diventa inutile. Grazie all'accogliente barista Carmen, Armando racconta la profonda ingiustizia che ha dovuto subire e quei lunghi anni di galera scontati senza aver commesso niente. Si era trovato nel luogo sbagliato nel momento sbagliato. Oscar,nonostante alcune titubanze iniziali in quanto non ci trova niente di conveniente,accetta l'idea di Carmen di aiutarlo a fare causa allo Stato per ottenere un cospicuo risarcimento e per aiutare il povero Armando. Secondo film di Daniele Ciprì senza Franco Maresco dopo lo straordinario “E' stato il figlio”. Ancora una volta commedia e dramma si fondono,ma il grottesco vince sempre. Ciprì ha grandi meriti: ribalta gli abituali ruoli di Papaleo (grande interpretazione dell'attore lucano qui sotto le righe in un ruolo per lui inusuale) e Castellitto (sopra le righe,comico nella sua cialtroneria),critica alcuni usi e costumi italici (collusioni,finti invalidi,giustizia) e a tutto questo unisce il suo amore per i film degli anni '60 (con citazione particolare di “Quarto Potere” di Welles). Una favola animata (splendidi i titoli di coda e di testa),scanzonata dove tutti alla fine sono dei perdenti perchè rimangono nell'immobilismo (Ciprì è siciliano...). Gli italiani veri adoreranno questo film perchè ci sono tutti i tratti distintivi di quelle figure che rendono impossibile lo sviluppo del nostro Paese compresa la politica del “capro espiatorio”. La morale? In Italia se vuoi sopravvivere,non puoi essere un buono. Prima o poi devi imparare a “sporcarti le mani”. A tal proposito guardatevi il finale. Da proiettare nelle scuole italiane.
VOTO:***1/2
Se rispolverate qualche film di questo artista, vi capiterà lo scrittore Gerard Depardieu che dirà all'investigatore Roman Polanski:"Non bisognerebbe mai conoscere i propri miti" (il film è "Una pura formalità"). Si potrebbe rimanere delusi dal confronto.
Ma anche stavolta devo contraddirlo. Come da tradizione, anche quest'anno il teatro Romano di Fiesole ha ospitato un incontro davvero speciale. Negli anni precedenti, al Premio "Fiesole Maestri del Cinema" sono intervenuti tra i più grandi registi e attori del cinema internazionale: Spike Lee, Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti, Toni Servillo, Marco Bellocchio, Terry Gilliam, Robert Altman, Ken Loach e tanti altri nomi noti. L'edizione 2014 ha visto la partecipazione del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore che girerà il suo nuovo film "The Correspondence" a partire da settembre in Scozia.
Dopo i primi due episodi, ecco l'appuntamento con il film probabilmente più rappresentativo del cinema di Sergio Leone.
Dal 17 luglio torna in sala la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna dopo che nel 2000 la Cineteca Nazionale fece un primo restauro con 3363 fotogrammi tagliati. Sono state usate tutte le nuove tecnologie con un particolare lavoro dedicato alla color correction e alla colonna sonora di Ennio Morricone che viene, giustamente, esaltata in tutto il suo splendore soprattutto per quanto concerne il tema principale del film e la parte finale con lo strafamoso brano "L'estasi dell'oro".
Dopo il successo inaspettato di "Per un pugno di dollari", nel 1964 Sergio Leone aveva molti dubbi: era in crisi creativa, voleva cambiare genere perché era sicuro di non ripetere l'exploit del precedente capitolo. E poi ci fu la rottura con la Jolly Film (con cui aveva un contratto). Per sua fortuna prima il produttore Alberto Grimaldi e poi la United Artists entrarono nel progetto e l'affare decollò grazie anche al nome che il regista italiano si era fatto. Per il cast, Leone confermò Clint Eastwood (che si schierò a favore di Leone contro la Jolly) e Gian Maria Volontè, ma voleva Henry Fonda che rifiutò. Stessa sorte toccò a
Ogni anno la Cineteca di Bologna ci sorprende. Ecco un esempio di Italia che investe e con le sue tecnologie riesce a dare una ventata di novità e di considerevole prestigio ai fasti del tempo che fu. Dopo la versione integrale di "C'era una volta in America", ancora una volta tocca ai film di Sergio Leone subire questo importante restauro. Non opere qualsiasi, bensì la celeberrima "Trilogia del Dollaro".
Stavolta non è stato inserito nessun materiale inedito ma le immagini e il suono sono stati nettamente migliorati (quest'ultimo a tratti potrebbe risultare addirittura fastidioso da quanto è puro). Il risultato è un autentico colpo da 90. È vero potreste godervelo anche comodamente seduti sul divano ma se siete come Joe, che "a casa mia stavo malissimo", andate al cinema.
Siamo ormai in estate e il cinema in Italia non è come in altri Paesi dove la programmazione è spalmata sui 12 mesi. Finito giugno inizia l'epoca delle arene estive, delle repliche fino all'ultima settimana di agosto dove vengono lanciate delle anteprime nelle località balneari. Quest'anno però a giugno abbiamo avuto l'ennesima riprova che l'Italia è anche il Paese del "meglio tardi che mai": infatti tra il 12 e il 19 sono usciti due grandi film, bistrattati dalle distribuzioni, usciti nei Paesi di origine addirittura tra il 2008 e il 2013. Sto parlando del secondo film di Ari Folman (noto per "Valzer con Bashir") intitolato "The Congress" e l'esordio alla regia dell'acclamato sceneggiatore Charlie Kaufman ("Essere John Malkovich") con "Synecdoche New York".
Ma andiamo per ordine.
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