Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
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Un film di Fanny Ardant, trasposizione dell'omonimo romanzo di Jean-Daniel Baltassat. Gérard Depardieu a vestire i panni del baffone .
Cosa hanno in comune il Cile del 1973 e l'Italia di oggi?
Tutti Voi lettori avrete sentito parlare dell'11 settembre 2001. Torri Gemelle, terrorismo, Bin Laden, Bush, Al Qaeda. Pochi però hanno sentito parlare di un 11 settembre precedente: quello del 1973.
Con i decreti legge Minniti-Orlando del 2017 tutto questo trova piena realizzazione: “Daspo urbano” e militarizzazione delle città, “grazie” agli accordi con la Libia (e qui non stiamo a sottolineare la situazione di caos presente in questo paese, in cui intere zone sono sotto il controllo di milizie armate), “i respingimenti in mare diretti e «per procura» alle autorità libiche diventano uno strumento ordinario di controllo degli ingressi”1, così come i trattenimenti nelle carceri libiche (in cui i diritti umani non vengono minimamente rispettati).
di Dmitrij Palagi e Silvia D'Amato Avanzi
In un effetto speciale forse naïf ma suggestivo nella semplicità della metafora, veli neri ricoprono la città ad indicare che il mago oscuro Grindelwald chiama a raccolta i suoi sostenitori. La lettura politica più evidente rappresenta forse un limite di questo secondo capitolo di Animali fantastici – I crimini di Grindelwald. Sicuramente il film si sviluppa in una maniera maggiormente convincente rispetto al precedente episodio, lasciando spazio a una sceneggiatura sviluppata a prescindere dalle narrazioni già note al pubblico (e anche dall’elenco degli animali offerti dalle nuove tecnologie).
Dopo il remake de "Il Grinta", i fratelli Coen tornano ai saloon e alla polvere del selvaggio west. Per la prima volta Netflix produce un film dei geniali Ethan e Joel, premiati nuovamente per la miglior sceneggiatura all'ultimo Festival di Venezia, presieduto da Guillermo Del Toro.
“Come un bambino sotto l’educazione”
Nomadi, Fiore nero.
Sempre più spesso mi capita di leggere in giro, da parte di persone adulte e vaccinate, nostalgia per l’educazione che si impartiva una volta ai bambini e adolescenti. Fa parte della Sindrome del S.S.M.Q.P. – per i profani: «si stava meglio quando si stava peggio». Il che oggettivamente è una sciocchezza. Se stavi peggio non potevi assolutamente stare meglio. Un dato di fatto. Semplice. Però questi tempi di transizione (una transizione fin troppo lunga) ci fanno vivere in condizioni di assoluta incapacità di analisi e riflessione su cosa stia avvenendo e come reagire.
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