Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
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Una delle eredità meno piacevoli del positivismo ottocentesco, che ha avuto un revival nelle impostazioni riduzionistiche conseguenti allo sviluppo novecentesco della biologia molecolare, e ancora oggi sperimenta periodici e più o meno transitori ritorni di fiamma, è rappresentata dall’applicazione acritica di modelli evolutivi biologici al comportamento e alla cultura umana. Se non è stato difficile confutare, a livello intellettuale ma soprattutto politico, la prima, piuttosto rozza versione di questa proposta intellettuale, rappresentata dal Darwinismo sociale, le numerose ipotesi relative all’idea che lo sviluppo culturale e la posizione sociale siano, almeno parzialmente, determinate da fattori innati risultano in qualche modo più subdole e seducenti.
Non accade spesso di poter sperimentare un’opera d’arte esattamente come è stata pensata dall’autore, senza che sia stata oggetto di modifiche, spesso anche radicali, che la rendano più appetibile al pubblico. Grazie ad un progetto del Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze coordinato dal M° Giovanni Del Vecchio, sabato 6 Ottobre 2018 presso il Teatro dell’Affratellamento è stato possibile assistere alla prima rappresentazione di un’opera di questo tipo, in versione per ora semi-scenica.
E se vi dicessi che si potrebbero eliminare del tutto le zanzare?
Quando vivevo a Ferrara per il dottorato ho sviluppato un certo odio, come molti, per le zanzare; infatti la città estense, posta al di sotto del livello del mare tra il Po e uno dei bracci del suo delta, in una zona molto umida e paludosa, è senza dubbio una delle città più infestate da questi fastidiosissimi animali. Non faceva differenza se era estate o inverno, loro c’erano sempre. Ed erano sempre affamate di sangue.
Comunicazione in rete, riflessioni a piede libero – parte II
Quello che, secondo chi scrive, sembra accadere tendenzialmente sul web non è un dibattito virtuoso in cui vengono esposti, spiegati, confrontati in maniera civile, due o più punti di vista contrapposti, ma è una gara a chi urla più forte contro il capro espiatorio di turno.
L'uomo che uccise Don Chisciotte ****
Qui il resoconto dell'incontro con Terry Gilliam al Wired Next Festival di Firenze
Esultate, ma non fate come qualcuno che si è affacciato troppo al balcone (non sto parlando di Di Maio). Rischiate di farvi male.Finalmente arriva nelle sale del Belpaese il Don Chisciotte di Terry Gilliam.Come premesso, questo non è un film come gli altri. È un'opera mitologica come il Minotauro. E infatti la storia inizia con la voce narrante di Gilliam che ironizza sui 25 anni di controversie.
Il Don Chisciotte di Terry Gilliam arriva al cinema dopo venticinque anni turbolenti
“Mi sono identificato in Don Chisciotte e nel suo creatore, solo che lui credeva che la letteratura potesse migliorare l’umanità e io credo che lo possa fare il cinema“
(Terry Gilliam)
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