In estate sono iniziati quindi i primi lavori dopo che il Consiglio di Stato ha definitivamente respinto il ricorso del Codacons che era intervenuto contestando la legittimità dell’intervento, ricorso la cui procedura burocratica si è appunto prolungata per ben 3 anni.
L’emergenza Colosseo ha avuto ufficialmente inizio nel marzo del 2009 con il commissariamento dell’area archeologica di Roma e Provincia da parte della Protezione civile che aveva denunciato la necessità di intervenire al più presto per consolidare e restaurare le strutture della zona.
È dell’agosto 2010 invece la pubblicazione di un avviso pubblico per la ricerca di uno sponsor per il finanziamento e la realizzazione dei lavori necessari alla messa in sicurezza del Colosseo; all'avviso non aveva risposto nessuno ma subito dopo la scadenza del bando si era fatto avanti proprio il gruppo Della Valle che nel gennaio 2011 era infine riuscito a stipulare l’accordo con la Soprintendenza Archeologica di Roma e con il commissario delegato per la realizzazione degli interventi, Roberto Cecchi. Nel 2011 Della Valle si era impegnato quindi ad eseguire tutti i lavori necessari al ripristino del Colosseo a patto di poter essere sponsor unico dell’intervento.
È stato proprio questo accordo a far scattare il ricorso del Codacons. L’accordo prevede infatti clausole significative fra le quali appunto l’esclusività dello sponsor Tod's senza intervento di terzi e la non concessione ad altri dell’utilizzo di immagini o marchi riconducibili al Colosseo, oltre all'istituzione, sempre da parte dello sponsor, di un’associazione denominata “Amici del Colosseo” che avrà i diritti sulla comunicazione per un periodo della durata di 20 anni, nonché l’esclusiva a produrre un marchio utilizzabile per la promozione del restauro e l’organizzazione di visite guidate. Inoltre l’associazione avrà sede in prossimità del Colosseo, in un struttura di nuova costruzione, nonostante la realizzazione di qualsivoglia manufatto in area vincolata sia in contrasto con la legge.
Alla fine di una battaglia durata 3 anni quindi il Consiglio di Stato ha dato ragione a Diego della Valle che dopo la vittoria ha affermato “prenderei le cose più importanti di questo paese le metterei su un tavolo e direi: ecco, vediamo chi vuole occuparsene”. Per Mr. Tod's infatti l’operazione Colosseo è un forte segnale da inviare al mondo dei beni culturali e la prima tappa di quello che d’ora in poi potrebbe diventare prassi in Italia nonché l’unica strada possibile per la manutenzione ed il restauro del patrimonio culturale: l’intervento di sponsor privati.
Resta quindi in conclusione una domanda: è giusto rassegnarci ad una via che ormai sembra la sola perseguibile ovvero quella degli sponsor con il rischio che possano poi accampare diritti per anni su beni che di fatto appartengono a tutti o dovremmo pretendere l’impiego dei fondi necessari alla conservazione del patrimonio da parte dello Stato ? La domanda è lecita e la risposta sarebbe ovvia, ma nella situazione economica che stiamo vivendo la soluzione dei privati purtroppo sembra l’unica scelta possibile.