Lunedì, 22 Giugno 2015 00:00

I Crocodiles al Glue: report live

Scritto da
Vota questo articolo
(1 Vota)

I Crocodiles al Glue: report live

La band indie californiana chiude la stagione del locale fiorentino. Non poteva che finire così, come era iniziata: con una band internazionale in ascesa a calcare il palco. Se ad aprire la stagione del Glue sono stati i canadesi Pink Mountaintops, sabato scorso a chiudere un anno di ottima musica nel locale fiorentino è toccato agli statunitensi Crocodiles. I quattro musicisti di San Diego, con ben cinque dischi all’attivo in soli sei anni, sono emersi dalla scena indie californiana sul finire dello scorso decennio.

Decisiva per la loro crescita il supporto delle stelle della scena indipendente californiana, dal sodalizio con le Dum Dum Girls (la cui leader Dee Dee Penny è sposata col frontman dei Crocidiles Brandon Welchez), alla stima che i No Age nutrono nei loro confronti e che ne ha favorito l’ascesa. Quella che il gruppo americano sta attraversando è una fase di ricerca di nuovi mezzi espressivi: a lungo accostati - a ragione - allo stile oscuro e tagliente dei Jesus and Mary Chain, fra shoegaze, noise pop e post punk, ora i Crocodiles stanno provando a scrollarsi di dosso l’etichetta di cloni per definire un sound più personale e variegato pur in continuità e coerentemente col loro stile originale. Questa fase interlocutoria e di transizione è evidente non solo nel loro ultimo disco (“Boys”, 2015), che apre a soluzioni garage rock e salsa punk inedite, ma forse ancor di più nella prova live del gruppo, che restituisce un suono chitarristico più scolpito e muscoloso, sempre sporco ma non più così riverberato. Elementi più consoni a un impianto (power) rock classico sembrano intravedersi nei groove chitarristici potenti e nella volumetria di un suono compatto e lontano dalle rasoiate rumoristiche che contraddistinguevano il loro recente passato, mentre l’animo indie resta in un approccio energetico ma mai sopra le righe.

Lo show è tiratissimo e il pubblico, piuttosto numeroso, si scalda in fretta. E non c’è da stupirsi: dopo il buon opening act dei The Hand, che introduce ad atmosfere indie scure e claustrofobiche l’esibizione dei Crocodiles, adrenalinica e dinamica, non lascia spazio alla noia. In un crescendo emotivo, gli spettatori si mettono a saltare e ballare fino al pogo che parte spontaneo sulle note di un piccolo classico del loro repertorio come “I Wanna Kill”. Il finale, con la band che invita il pubblico a salire sul palco per l’ultimo pezzo, una bella versione della iper-coverizzata ma sempre esaltante “Jet Boy Jet Girl”, è la degna conclusione a un concerto di grande intensità e coinvolgimento. La serata termina alla grande con la festa post concerto nel cortile dove la postazione bar e dj set aggiuntiva attraggono diverse persone fino a tardi. I complimenti al Glue, che ha organizzato concerti di ottimo livello durante tutto l’anno, sono d’obbligo. Come si dice in questi casi, arrivederci alla prossima (stagione).

Ultima modifica il Lunedì, 22 Giugno 2015 22:09
Alessandro Zabban

Nato nel 1988 a Firenze, laureato in sociologia. Interessi legati in particolare alla filosofia sociale, alla politica e all'arte in tutte le sue forme.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.