Venerdì, 18 Novembre 2016 00:00

Out of time dei R.E.M.: 25 anni di un disco senza tempo che cambiò il rock

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Nel 1980 ad Athens (Stato della Georgia, nel sud degli Stati Uniti) nasceva un quartetto destinato a scardinare il rock underground: i R.E.M., acronimo di Rapid Eye Movement (la fase più intensa del sogno). Basterebbe il loro nome per esprimere la loro grandezza.

Nonostante si siano sciolti nel 2011, ancora oggi la loro musica ha influenzato artisti in tutto il mondo (tra i più in voga oggi sicuramente i Coldplay, come ammesso da Chris Martin). Il loro sound ridisegnò i paradigmi della musica indie e dell'alternative rock, un sottogenere che si otteneva con un suono di chitarra distorto (quello di Peter Buck), i testi trasgressivi e criptici (firmati Michael Stipe) ed un'attitudine generalmente ribelle.

La loro miscela musicale univa folk, rock, pop e tantissimi altri generi. Mentre oggi vengono osannati gruppi che poi cadono nell'oblio al secondo disco della carriera, R.E.M. ebbero successo soltanto dopo il settimo disco. Prima di esso, che tra poco vi racconterò, ci sono gli anni con l'etichetta indipendente I.R.S. Records (uno dei fondatori è Miles Copeland, fratello del batterista dei Police). Tanti bei dischi, ma il successo vero e proprio arrivò più tardi. Eppure in questo periodo si hanno i pezzi più diretti e viscerali: da The one I loveIt's the end of the world as we know it (and I feel fine), da Radio free Europe a Fall on me. La gavetta li rese forti, determinati e maturi.

Dopo 31 anni di onorata carriera, è stata l'unica band che si è ritirata perchè i suoi membri erano convinti che il loro meglio lo avevano già dato. “Un vecchio saggio disse che saper partecipare a una festa, significa capire quando è il momento di venir via. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario assieme. Abbiamo fatto questa cosa e ora la lasciamo" - è stato il commento di Michael Stipe. Francamente di persone schiette come i R.E.M. ce ne sono poche. Soprattutto nell'ambiente musicale.

Ma torniamo al nostro racconto. Nel 1988 la Warner Bros nota la band e gli offre un contratto discografico da capogiro: 80 milioni di dollari! I R.E.M. accettano l'offerta e iniziano la fase due della loro carriera con Green, un disco straordinario dove il verde era il colore dell'ambiente, ma anche del dollaro. In quest'album ci sono Stand, Get up, Pop song 89 (che destò polemiche per via di un video considerato "scabroso"), Orange Crush e la splendida World leader pretend.

Questo disco fu fondamentale per il cantante Michael Stipe e il chitarrista Peter Buck: il primo affilò la sua penna contro le politiche di Ronald Reagan, il secondo iniziò a usare il mandolino. Inizia un nuovo decennio ed arriva il successo. 12 marzo 1991. Viene pubblicato Out of time. 18 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Non a caso, aggiungo. Un disco senza tempo, come il titolo. Qui dentro c'è di tutto.

Il 18 novembre 2016 la band celebra i 25 anni del loro più grande successo, ripubblicando il disco in una super versione deluxe. Tre cd con le demo dei brani del cd e un concerto acustico (rarissimo) del 1991 registrato alla Mountain Stage di Charleston, in West Virginia. Ad arricchire il repertorio musicale, una strana copertina con scritta nera su sfondo giallo. All'interno del libretto due vignette su due persone. C'è un signore con un vestito blu e un cappello dello stesso colore che guarda la locandina di un locale a luci rosse. La didascalia a lato spiega che ciò è il passato e lo spettacolo della vita. Nella seconda vignetta è disegnato uno scalino e un uomo che ci cammina sopra. La didascalia dice che dopo 75 anni di uso, lo scalino in marmo venne ricoperto da una piattaforma di metallo.

Il disco è dominato da un'allegria contagiosa, dal mandolino di Peter Buck e da pezzi folk stile Beach Boys. La prima canzone è Radio Song, gioiosa canzone che mescola rap ed il classico sound ballabile della band. Poi naturalmente il singolo per eccellenza: quella Losing my religion che ancora oggi celebra l'essere umano con lo slogan "life is bigger". Una canzone in cui Stipe è sempre in bilico tra sogno e realtà, ateismo e fede. Peter Buck da quel mandolino non si staccò più. I fan in tutto il mondo volevano questa canzone in ogni concerto: divenne un successo planetario, il marchio di fabbrica.

Ma in Out of time si celebra un altro rito collettivo: Shiny Happy People. Ricordo che nel 1991, quando andavo all'asilo, l'ascoltavo di continuo. Invitava le persone a portare a giro il buonumore e l'amore per far capire agli altri quanto siano importanti questi valori. Credo che ognuno di voi l'avrà ballata almeno un centinaio di volte. In questo pezzo c'è la collaborazione con Kate Pierson dei B-52, la cui presenza si avverte anche nel pezzo di chiusura Me in honey. Una canzone che parla della gioia di diventare padri.

Il disco poi è impreziosito dalle quasi-strumentali EndgameBelong, paradisi musicali sostenuti dall'eclettico polistrumentista Mike Mills. Il talento del bassista dei R.E.M. è innegabile. Si sente tantissimo qui, visto che addirittura canta nella straordinaria ballata Near Wild Heaven e in Texarkana. Due pezzi dal sapore artigianale e popolare, così come Half the world away.

Ma oltre alla gioia di vivere ci sono anche due pezzi malinconici che sono un marchio di fabbrica della band di Athens: il primo è Low, dove la voce di Stipe rimbalza in un'atmosfera cupa, e il secondo è la straordinaria Country Feedback. Su questo brano mi devo dilungare un po'. Se amo questa band, è per colpa anche di questa canzone. Una ballata malinconica squarciata dalla chitarra di Peter Buck, che con le sue "bizze" dà forza alla bellissima voce di Michael Stipe che in questo pezzo si supera. Se non ci credete, guardate questo video dal Dvd Perfect Square, registrato in Germania (qui). L'assolo di Buck è da pelle d'oca.

La versione del 25° anniversario impreziosisce questo (capo)lavoro con le demo in studio dei brani del disco, che sono particolarmente diverse dai pezzi originali. In 3 cd sono condensati il disco originale, le demo e un'esibizione live rarissima, visto che la band non fece il tour di Out of time (alcune anteprime si possono ascoltare già su Spotify).

Ci sono diverse chicche per i cultori musicali del genere (tra le tante, nella demo di Radio Song c'è il batterista Bill Berry che canta uno dei versi. Un disco che, nel suo complesso, è armonioso, cristallino, solare ed è perfettamente "out of time". Mai un titolo è stato così azzeccato, specie in tempi in cui "the world is collapsing". Quando ripenso a tutti i bei momenti che questo disco mi ha regalato, mi viene in mente un passaggio di Country feedback: "it’s crazy what you couldn’t have / I need this”. Dedicato a tutti quei pazzi che non sanno ciò che si perdono.

Out of time - R.E.M. 25th Anniversary Versione Deluxe

Disco 1

  • 01 Radio Song
  • 02 Losing My Religion
  • 03 Low
  • 04 Near Wild Heaven
  • 05 Endgame
  • 06 Shiny Happy People
  • 07 Belong
  • 08 Half A World Away
  • 09 Texarkana
  • 10 Country Feedback
  • 11. Me In Honey
  • Cliccando qui puoi ascoltare il disco.

Disco 2

  • 01. Losing My Religion 1 (demo)
  • 02. Near Wild Heaven 1 (demo)
  • 03. Shiny Happy People 1 (demo)
  • 04. Texarkana 1 (demo)
  • 05. Untitled Demo 2
  • 06. Radio – Acoustic (Radio Song 1 demo)
  • 07. Near Wild Heaven 2 (demo)
  • 08. Shiny Happy People 2 (demo)
  • 09. Slow Sad Rocker (Endgame demo)
  • 10. Radio – Band (Radio Song 3 demo)
  • 11. Losing My Religion 2 (demo)
  • 12. Belong (demo)
  • 13. Blackbirds (Half A World Away demo)
  • 14. Texarkana (demo)
  • 15. Country Feedback (demo)
  • 16. Me On Keyboard (Me In Honey demo)
  • 17. Low (demo)
  • 18. 40 Sec. (40 Second Song demo)
  • 19. Fretless 1 (demo)

Disco 3 (Live At Mountain Stage)

  • 01. Introduction
  • 02. World Leader Pretend
  • 03. Radio Song
  • 04. Fall On Me
  • 05. It’s the End Of The World As We Know It (And I Feel Fine)
  • 06. Half A World Away
  • 07. Belong
  • 08. Love Is All Around
  • 09. Losing My Religion
  • 10. Dallas
  • 11. Radio Song
  • 12. Disturbance At The Heron House
  • 13. Low
  • 14. Sawn Swan H
  • 15. Pop Song 89
Ultima modifica il Martedì, 15 Novembre 2016 15:21
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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