Non tutto il male vien per nuocere... alle "Tre del mattino"
Gianrico Carofiglio, Le tre del mattino, Edizioni Einaudi
Antonio è un liceale. Antonio è un ragazzo normale. Un ragazzo normale, a cui capita un fatto non normale: un attacco di epilessia. Un episodio che potrebbe risolversi, secondo i medici dell'ospedale in cui viene ricoverato, con qualche pillola, non giocando a pallone, e "non bevendo acqua gassata". Ma per lui, e per i suoi genitori, due professori universitari divorziati, questo è troppo: il non poter svolgere attività talmente banali come una partita di calcio è uno stigma sociale troppo pesante da sopportare. Antonio si vede condannato a vivere una vita parallela rispetto ai suoi coetanei.
Lissy: il Sud Tirolo si tinge di giallo con Luca D'Andrea
Dopo il romanzo d’esordio, “La sostanza del male”, Luca D’Andrea ci riporta nel Sud Tirolo per mostrarci ancora una volta il suo aspetto più inquietante e feroce, con i suoi paesaggi e le sue tradizioni che, ben lungi dall’offrire una rassicurante immagine da cartolina, offrono un volto della regione trasfigurato dalle contraddizioni che attraversano e lacerano quelle terre.
Corruzione (Don Winslow): non possiamo salvare altri che noi stessi
Un’autostrada di anime spezzate in una città senza sogni.
Don Winslow torna con un nuovo voluminoso romanzo, ambientato nella New York della Manhattan North Special Force (DA Force), reparto speciale scatenato per le strade, al fine di “tenere la posizione”, a qualsiasi prezzo.
I signori della cenere: una distopia per spiegare il presente
Per capire la crisi economica iniziata “ufficialmente” nel 2008 può esserci utile la figura dello wanax, figura apicale della civiltà micenea? Il collettivo Tersite Rossi ne è convinto, proponendo un romanzo capace di affondare la descrizione della società contemporanea attraverso un articolato complesso narrativo, dal ritmo avvincente e capace di non disperdere il lettore tra i numerosi livelli proposti. La società umana trapela nello scorrere dei secoli in una sorta di ciclica affermazione di dominio e violenza, progressivamente sempre più forte nel rimuovere ogni forma di dissenso. Gli autori, al loro terzo romanzo, optano per un presente distopico come contesto, scegliendo ampie coordinate geografiche (New York e Firenze, tra le altre capitali del globo) e un vasto orizzonte culturale da cui attingere (antropologia, sociologia, scienze economiche, accompagnate da citazioni di Guerre Stellari). L’apparente ineluttabilità delle condizioni in cui viviamo emerge nelle pagine con una veste oscura, trasmettendo un’inquietudine in grado di far dubitare anche i più convinti sostenitori della storia come percorso di progressiva evoluzione.
Lo sbirro è un mestiere come un altro. Il pensiero più pericoloso da avere quando si pensa alle forze dell’ordine. In tempi di riforme promosse dal Governo Renzi appare difficile ricordarsi che attorno alla sfera del potere si colloca il monopolio della forza.
Una divisa non è un costume: rappresenta lo stato, qualsiasi cosa sia diventata questa entità nazionale prevista dalla Costituzione, nel XXI secolo.
Moussa Konaté "Il commissario Habib. Due gialli in Africa", Del Vecchio Editore, 2015, €9,90
Lo scrittore Moussa Konaté è stato definito da molti il “Simenon africano”. Benché sia piuttosto scettico verso questo tipo di paragoni e accostamenti, è evidente la somiglianza tra il famigerato Maigret e il suo collega maliano nato dalla penna di Konaté. Il commissario Habib si muove infatti goffo e meditabondo come la creatura di Simenon, procede per intuizioni e ragionamenti che seguono spesso strade oblique e impreviste, osserva con sguardo penetrante le passioni che muovono gli uomini e le donne che lo circondano, siano essi suoi subordinati, superiori, amici o criminali. E mescola così la ricerca del colpevole con la narrazione dei mondi sociali che hanno partorito il delitto.
In questo volume edito da Del Vecchio, vengono raccolti e riproposti due romanzi, “L’assassino di Banconi” e “L’onore dei Kéita”, già pubblicati dallo stesso editore. Nel primo, Habib indaga su una serie di omicidi avvenuti a Banconi, il quartiere più povero di Bamako: il lettore accompagna il commissario tra i banchi colorati del Grand Marché e nella penombra di baracche pericolanti, facendosi strada tra la folla di venditori ambulanti, bambini, ciclisti, animali e taxi-brousse. Un universo di poveri cristi che lottano per sopravvivere, potenti marabutti e alti papaveri dell’apparato statale ubriachi di impunità e violenza: qui la verità si apre la via senza spettacolari colpi di scena ma attraverso una lenta opera di deciframento dei comportamenti, dei tormenti e delle relazioni di potere che animano le strade assolate e brulicanti della capitale maliana.
Nel secondo romanzo, il ritrovamento del cadavere di un presunto stregone porta il commissario e il suo collaboratore Sosso lungo le rive del Niger, in un piccolo paese dove ancestrali e suggestive tradizioni tribali resistono violentemente alla modernizzazione e ai mutamenti sociali. Nel villaggio di Nagadij, l’onore della nobile famiglia Kéita è una divinità per cui molti sono pronti a immolarsi e contro la quale la ribellione conosce un prezzo molto, troppo alto. Anche in questo caso, passato, presente, realtà e magia si mescolano per portare l’indagine ben aldilà dei confini del romanzo poliziesco classico, nel cuore di quei codici e simboli delle culture dell’Africa che costituiscono, secondo l’autore, il vero mistero da svelare.
Certo, lo scenario in cui si dipanano le due storie è poco e male conosciuto. E i dialoghi non seguono il ritmo incalzante della tradizione hard boiled statunitense, ma sono fedeli alle forme e alla modalità comunicative di un mondo distante dai sobborghi californiani o dai locali notturni di New York. Ma la prosa di Konaté ci consente di esplorare un territorio meticcio, dove il piacere della lettura e la scoperta di nuovi significati si incontrano e si mescolano.
1964: Bobby Solo scala le classifiche con Una lacrima sul viso, Michele Ferrero lancia la Nutella, Aldo Moro è da qualche mese Presidente del Consiglio, Togliatti muore a Yalta.
Un romanzo ambizioso. Tenendo sullo sfondo la realtà della Cgil, fatta di quotidianità complesse, mettendo al centro il tema del lavoro, il collettivo Tom Joad (nome impegnativo) mette in scena un giallo che si apre con la morte da cui muoverà il resto della trama. In apparenza, in un primo momento, un tragico incidente, in un paese della provincia di Roma. Dopo poche pagine però si fa già chiaro che si tratta più facilmente di omicidio. Nessun motivo apparente.
Sarà la ricerca del principale personaggio, Marco Degli Esposti, sindacalista del luogo, amico della vittima, a portare in ogni capitolo il tema della rappresentanza dei lavoratori e di come sia mutato in Italia il sistema produttivo, oltre al quadro normativo in cui si muove la giungla dei contratti (che è già stata modificata, anche se solo nei dettagli e non nella sostanza, rispetto a quando è stato scritto il romanzo, edito nei primi mesi del 2014).
Solo con lo scorrere delle pagine si mescolerà al delitto la realtà della corruzione italiana, imprenditoriale e istituzionale, con le nuove forme di sfruttamento e l'anelito di una ricerca tesa costantemente a una maggiore giustizia sociale.
Dimenticatevi il Dazieri che avete conosciuto e riscoprite le capacità di scrittura di uno dei migliori autori italiani contemporanei, declinate in forma di thriller.
Una discesa nell’incubo di Colomba e Dante, i due protagonisti di una lunga trama che si fa sempre più coinvolgente e riesce a declinarsi in un contesto non banale né limitato. Lei agente in aspettativa che cerca di capire se sarà ancora in grado di riprendere la propria vita dopo il Disastro. Lui, che sopravvive tenendo insieme la propria fragilità dopo essere cresciuto in completo isolamento (rapito), con le capacità deduttive dei migliori investigatori ma con altrettanti complessi.
L’orrore del passato che si mescola con quello presente, avvolto in una sana dose di mistero da districare: gli elementi classici del thriller tenendo lontano gli elementi del noir o del pulp.
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