I tre autori che stanno dietro al noir sindacale sono tutti provenienti dalla Cgil e forse si sente un po' troppo. Non che sia per forza un difetto. Di romanzi militanti è troppo vuoto il presente e sicuramente è preziosa la volontà di scrivere una storia che bene si legge anche sotto il sole estivo, con relativa leggerezza, ma al contempo si impegna a smantellare la propaganda di chi vorrebbe la rappresentanza organizzata un residuo del passato da superare definitivamente.
La scrittura è piacevole, scorre per tutto il romanzo, perdendosi in qualche forzatura didascalica stonata ma comunque incisiva nei contenuti.
Rosso Quadrato è innervato di un'esigenza propria di una generazione che in Cgil tenta di portare al centro della quotidianità il tema dei lavoratori autonomi, del lavoro parasubordinato e di un intero mondo del lavoro che sta ormai fuori dalle classiche forme di contrattazione. Si percepisce, nell'insieme di un racconto popolare adatto anche a una trasposizione televisiva di qualità, un dibattito non banale che sta attraversando, troppo in secondo piano, un pezzo di sinistra italiana. Nel romanzo emerge l'esigenza di affrontare il presente slegandosi dal pesante passato,da riconoscere e valorizzare, ma in cui non restare impigliati per poi rischiare di andare a fondo.
L'internità al principale sindacato italiano si porta dietro anche rapporti contraddittori con quel campo che si proclama progressista e di fatto oggi coincide con il Partito Democratico (inteso come sistema di governo anche del territorio). Stona un po' l'anima militante del noir con una non troppo coraggiosa proposta in termini di denuncia politica della condizione di distacco tra i settori sociali di riferimento della sinistra e chi oggi rappresenta quel campo in termini organizzativi.
In fondo però non è compito degli scrittori dare risposte politiche e il collettivo Tom Joad riesce a denunciare in modo efficace la quotidianità in cui versano non solo le giovani generazioni, ma anche chi ormai ha raggiunto i 40 anni e non riesce a conquistare la stessa stabilità sociale dei propri genitori. Una provocazione emerge tra le pagine di Rosso Quadrato, che è forse il migliore spunto per fare del romanzo un punto di partenza per discussioni più ampie e generali:
"un sindacato è uno strumento democratico, a disposizione di qualunque lavoratore che ci crede. Finché questi non ci credono, non credono in niente e si sentono dei gran dritti perché sanno che tanto è tutto un magna magna, resteranno soli a galleggiare nella merda del nostro mercato del lavoro. Il sindacato fa le politiche dei suoi iscritti, e finché i suoi iscritti sono in larga parte i dipendenti…".
Lettura consigliata.
[Rosso quadrato, Tom Joad, Editori Internazionali Riuniti / Febbraio 2014]
Immagine liberamente tratta da ugolini.blogspot.it