Sabato, 09 Agosto 2014 00:00

Rosso Quadrato: un noir sindacale, tra omicidi e corruzione

Scritto da
Vota questo articolo
(4 Voti)

Un romanzo ambizioso. Tenendo sullo sfondo la realtà della Cgil, fatta di quotidianità complesse, mettendo al centro il tema del lavoro, il collettivo Tom Joad (nome impegnativo) mette in scena un giallo che si apre con la morte da cui muoverà il resto della trama. In apparenza, in un primo momento, un tragico incidente, in un paese della provincia di Roma. Dopo poche pagine però si fa già chiaro che si tratta più facilmente di omicidio. Nessun motivo apparente.

Sarà la ricerca del principale personaggio, Marco Degli Esposti, sindacalista del luogo, amico della vittima, a portare in ogni capitolo il tema della rappresentanza dei lavoratori e di come sia mutato in Italia il sistema produttivo, oltre al quadro normativo in cui si muove la giungla dei contratti (che è già stata modificata, anche se solo nei dettagli e non nella sostanza, rispetto a quando è stato scritto il romanzo, edito nei primi mesi del 2014). 

Solo con lo scorrere delle pagine si mescolerà al delitto la realtà della corruzione italiana, imprenditoriale e istituzionale, con le nuove forme di sfruttamento e l'anelito di una ricerca tesa costantemente a una maggiore giustizia sociale.

I tre autori che stanno dietro al noir sindacale sono tutti provenienti dalla Cgil e forse si sente un po' troppo. Non che sia per forza un difetto. Di romanzi militanti è troppo vuoto il presente e sicuramente è preziosa la volontà di scrivere una storia che bene si legge anche sotto il sole estivo, con relativa leggerezza, ma al contempo si impegna a smantellare la propaganda di chi vorrebbe la rappresentanza organizzata un residuo del passato da superare definitivamente.

La scrittura è piacevole, scorre per tutto il romanzo, perdendosi in qualche forzatura didascalica stonata ma comunque incisiva nei contenuti.

Rosso Quadrato è innervato di un'esigenza propria di una generazione che in Cgil tenta di portare al centro della quotidianità il tema dei lavoratori autonomi, del lavoro parasubordinato e di un intero mondo del lavoro che sta ormai fuori dalle classiche forme di contrattazione. Si percepisce, nell'insieme di un racconto popolare adatto anche a una trasposizione televisiva di qualità, un dibattito non banale che sta attraversando, troppo in secondo piano, un pezzo di sinistra italiana. Nel romanzo emerge l'esigenza di affrontare il presente slegandosi dal pesante passato,da riconoscere e valorizzare, ma in cui non restare impigliati per poi rischiare di andare a fondo.

L'internità al principale sindacato italiano si porta dietro anche rapporti contraddittori con quel campo che si proclama progressista e di fatto oggi coincide con il Partito Democratico (inteso come sistema di governo anche del territorio). Stona un po' l'anima militante del noir con una non troppo coraggiosa proposta in termini di denuncia politica della condizione di distacco tra i settori sociali di riferimento della sinistra e chi oggi rappresenta quel campo in termini organizzativi.

In fondo però non è compito degli scrittori dare risposte politiche e il collettivo Tom Joad riesce a denunciare in modo efficace la quotidianità in cui versano non solo le giovani generazioni, ma anche chi ormai ha raggiunto i 40 anni e non riesce a conquistare la stessa stabilità sociale dei propri genitori. Una provocazione emerge tra le pagine di Rosso Quadrato, che è forse il migliore spunto per fare del romanzo un punto di partenza per discussioni più ampie e generali:

"un sindacato è uno strumento democratico, a disposizione di qualunque lavoratore che ci crede. Finché questi non ci credono, non credono in niente e si sentono dei gran dritti perché sanno che tanto è tutto un magna magna, resteranno soli a galleggiare nella merda del nostro mercato del lavoro. Il sindacato fa le politiche dei suoi iscritti, e finché i suoi iscritti sono in larga parte i dipendenti…".

Lettura consigliata.

[Rosso quadrato, Tom Joad, Editori Internazionali Riuniti / Febbraio 2014]

Immagine liberamente tratta da ugolini.blogspot.it

 

Ultima modifica il Domenica, 28 Gennaio 2018 15:35
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.