Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.
L'uso del diritto all'autodifesa collettiva impegnerà il Giappone in azioni militari condotte dagli Stati Uniti? Questo il cuore dell'intervento del Presidente del Partito Comunista Shii durante la seduta dello scorso 28 maggio della commissione parlamentare incaricata di esaminare i disegni di legge presentati dal governo con l'obiettivo di facilitare l'uso all'estero delle Forze di Autodifesa.
L'astensionismo, la distanza dell'elettorato dalla politica (comunque intesa) sono stati i grandi vincitori di queste elezioni regionali.
In questi giorni vi è stato un elenco infinito di dichiarazioni più o meno tutte simili: “occorre riflettere”, “è un dato di cui tener conto”, “è una ferita da sanare” etc. etc.
La grande riflessione che però, pressoché tutti, i rappresentanti della politica “che conta” invocano a queste striminzite ansa si ferma.
Qualche elemento riflessivo in più emerge dal Capo dello Stato che parla di “eccesso di conflitti”, analisi scontata per chi, per consuetudine, non può prendere posizioni nette, ma del tutto errata.
Liguria amarissima per il Partito Democratico e la sua candidata Raffaella Paita. I dati, oramai consolidati in questa notte/mattinata del primo giugno, mostrano il compattissimo centro-destra di Giovanni Toti avanti di oltre sette punti, con il 34%, sulla portabandiera democratica (38% la somma delle liste che, dunque, si aggiudicano il premio di maggioranza).
“Non ho letto il documento in dettaglio, dunque non posso commentarlo”, questa la risposta del premier Abe al Presidente del Partito Comunista Shii che, durante la seduta parlamentare del 20 maggio scorso, chiedeva al primo ministro del Sol Levante un'opinione sulla Dichiarazione di Potsdam, documento del luglio 1945 sottoscritto dalle potenze alleate che fissava le condizioni per la resa del Giappone.
Il sesto punto della Dichiarazione affermava: “deve essere eliminata per sempre l'autorità e l'influenza di quanti hanno ingannato e fuorviato il popolo giapponese facendogli intraprendere una conquista del mondo, perciò insistiamo che un nuovo ordine di pace, sicurezza e giustizia sarà impossibile fino a quando l'irresponsabile militarismo non sarà eliminato dal mondo”. “Concorda con quanto espresso?” era stata la domanda diretta del leader dei comunisti.
Sottoposto alla Dieta il pacchetto di disegni di legge volto a modificare la legislazione sull'impiego delle Forze di Autodifesa all'estero. Contrari ai disegni di legge tutte le forze politiche dell'opposizione. “La proposizione stessa di questi progetti di legge è inaccettabile perché essi non sono altro che disegni di legge di guerra che minano i principi pacifisti della Costituzione” ha dichiarato il deputato comunista Keiji Kokuta. “Il Giappone ha goduto di settanta anni di pace dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Io credo che ciò sia stato ottenuto attraverso due forze direttrici, quella del carattere pacifista della Costituzione e quella dell'alleanza nippo-statunitense. Alla base del carattere pacifista della Costituzione vi è il fatto che il Giappone non impieghi le proprie forze all'estero” ha affermato il Presidente dei democratici Okada dopo l'approvazione in sede di governo del pacchetto normativo. Per un ripensamento circa l'approvazione di questi disegni di legge anche un gruppo di religiosi cristiani che, lo scorso 14 maggio, ha incontrato i deputati di tutti i partiti presso la sede del Parlamento.
Importante manifestazione, lo scorso 3 maggio, a Yokohama, in difesa del carattere pacifista della Costituzione. La manifestazione ha visto la partecipazione di circa 30.000 cittadini: tra essi il premio Nobel per la letteratura Kenzaburo Oe.
Contro un processo che non tiene conto del cammino percorso dal dopoguerra da parte del Giappone anche il Presidente dei democratici Okada, che in un comunicato rilasciato in occasione del sessantottesimo anniversario dall'approvazione della Carta, afferma la possibilità che la Costituzione possa essere cambiata senza però rinunciare ai principi fondamentali del costituzionalismo nipponico.
Una manifestazione contro le armi nucleari, che ha visto la partecipazione di circa mille cittadini giapponesi coordinati dal Consiglio Giapponese contro le bombe A e H, si è invece svolta a New York il 26 aprile. Il giorno seguente sono iniziati i lavori della conferenza delle Nazioni Unite sul Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Tra i partecipanti alla manifestazione anche la senatrice comunista Yoshiko Kira.
Sempre in ambito militare è prossimo ad approdare in parlamento un pacchetto di dieci proposte - di provenienza governativa - volte a modificare la legislazione sull'impiego all'estero delle Forze di Autodifesa.
Sul fronte lavoro, come era ampiamente prevedibile, si rincorrono voci che vedrebbero il ministro del Lavoro Yasuhisa Shiozaki intenzionato ad estendere la proposta di istituzione degli straordinari senza corrispettivo economico anche ad altri ambiti fino ad ora esclusi dalla bozza presentata dal governo.
Secondo quanto denunciato - anche con la diffusione di una registrazione - da un gruppo di avvocati che si occupano del fenomeno delle “black corporation”, il ministro, durante un incontro del think tank Japan Center for Economic Research ha affermato, in risposta all'obiezione mossa dalla Confindustria nipponica secondo la quale andrebbe abbassato il limite di reddito che sarà necessario per applicare la norma (che nella proposta del governo dovrebbe riguardare i lavoratori che guadagnano più di 10.750.000 yen l'anno), che “sarebbe apprezzato che taceste fino a quando il governo non sarà riuscito ad introdurre il sistema”.
Ciò indica la volontà del governo di utilizzare le “professioni alte” come testa di ponte per estendere in futuro il principio, alquanto medioevale, del lavoro straordinario senza corrispettivo economico.
Forte opposizione sulle nuove proposte di legge sul lavoro viene anche dai democratici: “il processo che si sta dipanando, nel quale il dibattito per cambiare la legislazione sul lavoro è unicamente considerato dal punto di vista della competizione industriale è discutibile. La crescita economica di una nazione non ha senso se i suoi cittadini non sono felici. Le condizioni del lavoro sono uno dei fattori alla base di ciò.” ha affermato il deputato, ed ex ministro, democratico Goshi Hosono.
(con informazioni di Japan Press Weekly 29 apr. - 12 mag. 2015 e dpj.or.jp)
Il secondo turno delle elezioni amministrative ha confermato la vittoria dei candidati liberal-democratici in tutto il Giappone (145 seggi in più rispetto alle precedenti consultazioni), ma ha anche, dopo i buoni risultati ottenuti al primo turno, consegnato un'ulteriore crescita dei comunisti (62 eletti in più per il partito di Shii). In calo democratici e Nuovo Komeito.
In tema storico, lo scorso 20 aprile, il premier Abe ha confermato che il comunicato ufficiale del governo in occasione del settantesimo anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale non conterrà riferimenti alla politica coloniale del Sol Levante contrariamente alla dichiarazione Murayama del 1995.
Offerte cerimoniali al tempo celebrante i caduti nelle guerre coloniali nipponiche (lo Yasukuni Shrine) sono state inviate dal premier anche quest'anno (il 21 di aprile).
Sarebbe errato considerare la sciagurata legge elettorale in corso di frenetica approvazione come un fatto isolato, come una pessima legge tra le altre. L'Italicum rappresenta, non fosse altro che per l'imposizione della fiducia (naturale conseguenza dell'affermarsi di un ministero, quello delle "riforme", che svolge ruoli di competenza parlamentare) l'atto - finale? - di uno scivolamento, di una deriva istituzionale, che trascina il Paese, e si trascina nel Paese, da oltre venti anni.
La fine dei partiti di massa, di quelle organizzazioni che avevano costruito un sistema democratico delle volte zoppicante (si vedano in proposito le innumerevoli trame nere che hanno attraversato la storia d'Italia) ma nel complesso solido, la progressiva perdita di credibilità delle organizzazioni sindacali e di quasi tutti gli altri corpi intermedi della società (dovuta anche a specifiche manovre di indebolimento, per legge, delle tutele sul lavoro, volte a renderele meno incisive ed a martellanti campagne mediatiche), ha aperto le porte ad un sistema istituzionale incentrato sulla predominanza degli esecutivi sugli organi della rappresentanza.
La centrale nucleare di Takahama deve rimanere spenta: ad ordinarlo, lo scorso 14 aprile, la Corte distrettuale di Fukui. Il ricorso contro la riaccensione degli impianti di proprietà di KEPCO era stato avanzato da alcuni cittadini dell'area.
Importante crescita ottenuta dai comunisti giapponesi nel primo turno delle elezioni amministrative svoltesi lo scorso 12 aprile. In 41 assemblee delle Prefetture il numero di consiglieri comunisti è cresciuto da 80 a 111. L'incremento del PCG è avvenuto anche nei consigli municipali delle maggiori città (da 107 consiglieri a 136). Soddisfazione per il risultato delle elezioni amministrative è stato espresso anche dal Segretario del Partito Democratico Edano.
In tema di servitù militari, esponenti politici e del mondo degli affari hanno lanciato, lo scorso 9 aprile, un fondo a sostegno delle iniziative di lotta volte a far interrompere i lavori di costruzione della nuova base militare statunitense ad Henoko.
Tra gli obiettivi del fondo l'acquisto di spazi pubblicitari su quotidiani statunitensi e nipponici. Sempre nel settore militare polemiche ha suscitato l'intenzione del governo di fornire sostegno finanziario volto a facilitare l'acquisto di armi giapponesi da parte di governi stranieri.
Lo scorso 7 aprile, in sede di Commissione Affari Esteri e Difesa della Camera alta, il senatore comunista Inoue ha chiesto che il governo desista da tale intenzione. Il 9 aprile la Camera dei Consiglieri ha approvato il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015: il bilancio segna un nuovo record nelle spese militari.
In ambito nucleare, lo scorso 7 aprile, pressanti – e pubbliche – richieste al premier Abe di maggiori investimenti nel settore arrivano dal Partito Liberal-Democratico. La proposta avanzata, in linea con quanto chiesto da Keidanren e dall'Associazione dei Dirigenti d'Azienda, è che circa il 20% della produzione di energia elettrica derivi dal nucleare. Fino al 2010 la produzione di energia elettrica del Sol Levante dipendeva per il 29% dal nucleare, per il 25% dal carbone e per il 9% dall'idroelettrico.
La percentuale di produzione di energia dall'atomo è scesa all'uno per cento nel 2013 a seguito dello spegnimento precauzionale degli impianti nucleari.
(con informazioni di Japan Press Weekly 8 -14 apr. 2015)
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).