Narrativa

Narrativa

Romanzi, racconti... tutto quello che riesce a trasportare la nostra immaginazione o a suggerire qualche riflessione.

Immagine liberamente ripresa da pixnio.com

Lunedì, 11 Gennaio 2016 00:00

Saffo abita di fronte a me

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Saffo abita di fronte a me

Non ti farò mai mancare il buongiorno e non ti farò mai mancare la buona notte. Nel mezzo, tra i due, improvviseremo la vita” con queste prime righe Barbara Audisio - torinese, classe 1978 - ci proietta immediatamente dentro la sua opera prima: “Saffo abita di fronte a me” (Edizioni Smasher, 2015, p. 252, € 13,00) una storia d’amore e di passione, oltre ogni certezza.

Mercoledì, 23 Dicembre 2015 00:00

Erri De Luca: I pesci non chiudono gli occhi

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Erri De Luca: "I pesci non chiudono gli occhi"

"L'infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato dalle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori"

Direi che raccontare una storia in chiave poetica, sia il miglior modo per esprimere e soprattutto trasmettere al lettore il vero senso di ciò che De Luca nei suoi scritti espone, con una semplicità che tocca l'anima.

Difficile misurare l’ipocrisia. A guardare alla società italiana si rischiano però le vertigini. Un giustizialismo diffuso in un paese in cui il sistema criminale è parte integrante del tessuto economico, dove si annuisce alle parole del nuovo pontefice sull’inumanità della condizione carceraria ma in cui si rimane completamente indifferenti rispetto all’impunità della tortura di stato. Un’Italia in cui quasi nessuna famiglia sopravvive a separazioni e divorzi ma dove si incita alla caccia alla teoria gender, con tanto di messa all’indice di testi che attentano ad una presunta famiglia naturale.

Venerdì, 30 Ottobre 2015 00:00

Il tempo dell'inquietudine

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Jesper Stein “Il tempo dell’inquietudine” (Marsilio, 2015, € 18,50)

Nel marzo 2007, a Copenaghen, la polizia sgomberava il centro sociale di Ungdomshuset, situato nel quartiere popolare e multietnico di Nørrebro: un’operazione che diede vita a uno dei più intensi e prolungati disordini della storia recente danese. Centinaia di autonomi, squatters e attivisti ingaggiarono violenti scontri con le forze dell’ordine che si estesero anche alla zona di Christianshan (vicino alla storica “città libera” di Christiania).

Giovedì, 27 Agosto 2015 00:00

Il commissario Habib. Due gialli in Africa

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Moussa Konaté "Il commissario Habib. Due gialli in Africa", Del Vecchio Editore, 2015, €9,90

Lo scrittore Moussa Konaté è stato definito da molti il “Simenon africano”. Benché sia piuttosto scettico verso questo tipo di paragoni e accostamenti, è evidente la somiglianza tra il famigerato Maigret e il suo collega maliano nato dalla penna di Konaté. Il commissario Habib si muove infatti goffo e meditabondo come la creatura di Simenon, procede per intuizioni e ragionamenti che seguono spesso strade oblique e impreviste, osserva con sguardo penetrante le passioni che muovono gli uomini e le donne che lo circondano, siano essi suoi subordinati, superiori, amici o criminali. E mescola così la ricerca del colpevole con la narrazione dei mondi sociali che hanno partorito il delitto.

In questo volume edito da Del Vecchio, vengono raccolti e riproposti due romanzi, “L’assassino di Banconi” e “L’onore dei Kéita”, già pubblicati dallo stesso editore. Nel primo, Habib indaga su una serie di omicidi avvenuti a Banconi, il quartiere più povero di Bamako: il lettore accompagna il commissario tra i banchi colorati del Grand Marché e nella penombra di baracche pericolanti, facendosi strada tra la folla di venditori ambulanti, bambini, ciclisti, animali e taxi-brousse. Un universo di poveri cristi che lottano per sopravvivere, potenti marabutti e alti papaveri dell’apparato statale ubriachi di impunità e violenza: qui la verità si apre la via senza spettacolari colpi di scena ma attraverso una lenta opera di deciframento dei comportamenti, dei tormenti e delle relazioni di potere che animano le strade assolate e brulicanti della capitale maliana.

Nel secondo romanzo, il ritrovamento del cadavere di un presunto stregone porta il commissario e il suo collaboratore Sosso lungo le rive del Niger, in un piccolo paese dove ancestrali e suggestive tradizioni tribali resistono violentemente alla modernizzazione e ai mutamenti sociali. Nel villaggio di Nagadij, l’onore della nobile famiglia Kéita è una divinità per cui molti sono pronti a immolarsi e contro la quale la ribellione conosce un prezzo molto, troppo alto. Anche in questo caso, passato, presente, realtà e magia si mescolano per portare l’indagine ben aldilà dei confini del romanzo poliziesco classico, nel cuore di quei codici e simboli delle culture dell’Africa che costituiscono, secondo l’autore, il vero mistero da svelare.

Certo, lo scenario in cui si dipanano le due storie è poco e male conosciuto. E i dialoghi non seguono il ritmo incalzante della tradizione hard boiled statunitense, ma sono fedeli alle forme e alla modalità comunicative di un mondo distante dai sobborghi californiani o dai locali notturni di New York. Ma la prosa di Konaté ci consente di esplorare un territorio meticcio, dove il piacere della lettura e la scoperta di nuovi significati si incontrano e si mescolano.

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