[Continua da qui]

Ecco, detto questo, credo che non sia comunque sufficiente intravedere nel basso livello di cultura, i motivi che hanno spinto gli abitanti di Goro e Gorino a costruire le barricate per impedire l’arrivo delle dodici donne, così come non riesco ad addurre quell’azione soltanto al clima di esasperazione generale e alla propaganda xenofoba di cui accennavo prima, per quanto entrambe rappresentino una componente parecchio significativa. Secondo me davvero, in questo caso dobbiamo leggerlo anche come uno specchio del fatto che una parte del nostro paese stia cominciando a legittimare e a dare per scontata una forma di male che sembra debba essere fatto, che è giusto sia fatto in nome della “rispettabile voce della società” poiché il non commetterlo o il non fare niente per sventare il pericolo rappresentato dall’altro straniero, costituirebbe una minaccia o un attacco  alla società stessa, alla propria comunità, così che, inteso in questo modo, il male, non è più riconoscibile o bollabile come male, ma appunto come dovere. Gli abitanti di Goro e Gorino si sentivano come dei rivoluzionari, che agivano in difesa della libertà e della “buona società”.

Pubblicato in Società

Qualcuno li ha definiti eroi, quel centinaio di cittadini di Goro e Gorino che hanno costruito delle barricate di pancali per “resistere” all’“invasione” di dodici donne straniere (a cui poi si sarebbero dovuti aggiungere otto minori) che avrebbero dovuto esser ospitate nell’ostello di Gorino – l’Amore-Natura, di proprietà della provincia di Ferrara. L’Italia, che ha conosciuto la resistenza di partigiani che lottavano per la libertà dal nazi-fascismo contro le ingiustizie e le discriminazioni, ha visto, attraverso questo amarissimo specchio rappresentato dalla maggior parte della comunità di Goro e Gorino, una resistenza che porta con sé un significato totalmente ribaltato rispetto a quella partigiana: la difesa del proprio piccolo pezzo di orto contaminata dal razzismo più barbaro e becero.

Pubblicato in Società
Mercoledì, 19 Ottobre 2016 00:00

Il gossip dei reati

Il gossip dei reati

Pisa, autunno 2016. La farsa di cui si è parlato in un precedente articolo continua a reiterarsi senza pietà alcuna per i pochi cittadini pisani cui sono rimaste tracce di senso del ridicolo. L’ultima ordinanza comunale, particolarmente surreale, ha condotto ad una guerra senza quartiere contro la birra fredda (per le ultime, cruciali vittorie dell’amministrazione cittadina si veda qui), nel corso della quale ad ora sono state curiosamente sanzionate principalmente attività commerciali gestite da extracomunitari. La gestione della lotta al degrado e alla microcriminalità da parte del comune di Pisa per l’autunno 2016 non rivela, quindi, particolari sorprese. Per fortuna una parte politica d’opposizione ha deciso di offrire anch’essa un contributo alla risoluzione dei problemi sociali della città, fornendo incidentalmente la possibilità all’autore e al giornale tutto di mostrare uno spirito di critica bipartisan ad essi tendenzialmente alieno.

Pubblicato in Toscana
Sabato, 15 Ottobre 2016 00:00

13th: prigioni, razzismo e capitalismo

La cittadinanza degli Stati Uniti d'America rappresenta il 5-6% di quella mondiale, ma il Paese ospita il 25% della popolazione carceraria globale. XIII emendamento (titolo originale: 13th), documentario distribuito da Netflix, si apre con questi dati e le parole di Bryan Stevenson, fondatore di Equal Justice Initiative: «un essere umano su quattro, dietro le sbarre, con le manette, [è] rinchiuso qui, nel paese della libertà».

Pubblicato in Video
Domenica, 21 Giugno 2015 00:00

Umanità oltre il mare

Umanità oltre il mare

Compresi che i monti, i mari, i fiumi chiamati confini naturali, si sono formati antecedentemente all’uomo, per un complesso di processi fisici e chimici, e non per dividere i popoli.
B. Vanzetti, “Una vita Proletaria”


La fortezza Europa trema, la fortezza Europa scricchiola sotto le urla di esseri umani in cerca di speranza. Questo è il “responso” che viene dal mare da quel maledetto canale largo 145 Km. Il canale di Sicilia al centro del mondo ormai da tempo immemore, corpi “spiaggiati”, esseri umani ridotti allo stato animalesco pur di brandire la minima speranza di un futuro degno. La retorica di chi tende a fare da “elemosinante” oppure quella becera dei “aiutiamoli a casa loro”, due visioni indegne, due visioni che obliterano completamente un concetto ben preciso: dignità.

Pubblicato in Società
Lunedì, 01 Giugno 2015 00:00

Razzismo a Marino

“Il razzismo è una malattia. È un cattivo funzionamento della mente che compromette le relazioni umane, è una malattia psichicamente contagiosa conseguente al fatto che una mente predisposta viene infettata da idee false, patologiche, che producono ostilità verso altri gruppi e verso i loro membri.”
Ashley Montagu

Questo non è un vero e proprio articolo. Piuttosto uno sfogo. Lunedì sera, facendo zapping alla televisione alla ricerca (abbastanza vana) di qualche film, sono incappata in un servizio trasmesso da Piazza Pulita, il programma condotto da Corrado Formigli in onda su La7. Il tema era l’immigrazione, dopo una prima parte dedicata al lavoro. Il video mostrava l’ira di decine di residenti di una palazzina a Marino che protestavano animatamente – per usare un eufemismo – contro la disposizione del prefetto di Roma di adibire alcuni appartamenti del palazzo in gestione ad una cooperativa sociale, a 78 richiedenti asilo. La minaccia di trovare il proprio palazzo invaso da “stranieri che rubano e stuprano bambini” ha scatenato le reazioni più bieche e violente della “brava gente” di Marino. Una mamma dice al giornalista che sua figlia non vuole tornare più a casa e che anche lei stessa è seriamente preoccupata perché “io non sarò più libera di uscire la sera, le mie figlie non potranno più girare in bicicletta, perché si sa che usanze hanno questi profughi”.

Pubblicato in Società
Mercoledì, 08 Aprile 2015 00:00

Mumia Abu-Jamal, la voce dei senza voce

In Italia sporadici guizzi portano in televisione un Adriano Celentano che, divenuto paladino della giustizia, si appella al Presidente della Repubblica perché venga revocata la pena carceraria per Fabrizio Corona, vittima del sistema dal momento che “è stato punito solo per aver fatto delle foto” (!!!). Oltreoceano migliaia di persone sono mobilitate per salvare la vita di Mumia Abu-Jamal, giornalista e storico militante delle Black Panthers in carcere da oltre trent’anni.
Mumia Abu-Jamal è sempre stato uno dei punti di riferimento principali del movimento per l’emancipazione e la difesa degli afro americani negli Stati Uniti. Vicino alle Balck Panthers sin da quando era uno studente liceale (periodo in cui scelse il suo nome swahili) ed in seguito al movimento di simpatie anarchiche MOVE, comprese ben presto il ruolo centrale della contro informazione: fu così che, lavorando per giornali e trasmissioni radiofoniche, divenne per tutti “la voce dei senza voce”, impegnandosi in uno scrupoloso ed inflessibile lavoro di denuncia di abusi da parte della polizia e della corruzione dei politici locali.

Pubblicato in Internazionale
Domenica, 05 Aprile 2015 00:00

Il tango del maiale

(la notizia qui)

Viveva in un campo nomadi un bel maiale,
frugava col grugno sudicio nello strame,
passava i suoi dì sereno ed assai cordiale
attendendo di finire dentro un tegame.

Pubblicato in Società
Domenica, 11 Gennaio 2015 00:00

Anche Firenze con Charlie Hebdo

Ho cercato la libertà, più che la potenza, e questa solo perché, in parte, assecondava la prima.
Marguerite Yourcenar

Anche Firenze l'otto gennaio, in piazza Ognissanti davanti all’Istituto francese, si è stretta intorno al dolore di Parigi, così dilaniata da una ferita che probabilmente non si rimarginerà mai. Una ferita che scava nel suo cuore più profondo, più genuino, più fortemente suo rispetto a qualsiasi altra città: la libertà. La libertà di espressione, di parola, di pensiero. E oggi piangiamo lacrime amare, per quella libertà che in un momento è stata massacrata, fatta a pezzi, uccisa, censurata con i colpi dei kalashnikov e col sangue versato.

Pubblicato in Toscana
Lunedì, 12 Gennaio 2015 00:00

Charlie Hebdo: attenzione alle conseguenze

Premesso che ogni intervento in merito alla recentissima tragedia della strage al giornale satirico "Charlie Hebdo" deve aprirsi con la più totale solidarietà verso la redazione uccisa mentre esercitava un diritto inviolabile come quello della libertà di espressione, occorrerebbe però cercare di andare oltre per capire quali saranno le ricadute di un simile epocale evento e a cosa miravano gli attentatori.

Pubblicato in Internazionale

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.