Non me ne vogliano nemmeno le tante persone in gamba che conosco e che operano e lavorano presso l'Istituto; la mia è una critica costruttiva e sincera, non per questo meno forte. Un'età media molto elevata; non me ne voglia nemmeno chi ha superato già i 50 anni, la mia non è nemmeno una battaglia “generazionale”, è piuttosto una preoccupazione. Pochi ragazzi presenti. Perché? Colpa dei giovani, oppure non c'è stata la giusta informazione da parte dell'Istituto? Non ho mai conosciuto Antonio Tabucchi, eppure, il dubbio che lui non sarebbe stato contento di questa carenza rimane. Fortemente.
L'occasione per celebrare il secondo anno dalla scomparsa dello scrittore e intellettuale italiano, è stata la presentazione del suo libro postumo Isabella e l'ombra, pubblicato dalla casa editrice Vittoria Iguazu Editora. All'evento sono stati presenti Clelia Bettini, dottoressa e traduttrice di letteratura portoghese e Riccardo Greco, editore della Vittoria Iguazu Editora. E sono proprio loro due, seduti sul palco, a introdurre la presentazione del libro e a spiegare la sua genesi.
Clelia Bettini e Riccardo Greco si conoscono da molto tempo e sono amici, non fanno mistero di ciò e anzi lo esplicitano pubblicamente.
A completare questo “quadretto familiare”, c'è anche la famiglia di Tabucchi, presente alla giornata; vi sono infatti, seduti nelle prime file della platea, Maria José de Lancastre, detta Zé, moglie del defunto scrittore e i figli Marco e Teresa, quest'ultima giunta all'istituto insieme a sua figlia, la nipotina di Tabucchi. E sarà proprio lei, a leggere un brano del libro, una sorpresa inaspettata e graditissima da tutto il pubblico. E poi c'è stata anche la presenza di Isabella Staino, pittrice, ma soprattutto anch'ella protagonista della giornata.
Il libro Isabella e l'ombra si compone infatti di un racconto di Antonio Tabucchi e dalle riproduzione delle sue opere pittoriche, esposte, per l’occasione, nella sala dove si è svolto l’evento. La pittrice, peraltro, è stata determinante per la pubblicazione del libro.
Isabella Staino ha conosciuto Antonio Tabucchi, nel 2002, in occasione di una mostra dedicata a dei racconti di Adriano Sofri, che aveva illustrato insieme allo zio Sergio Staino. È da quel momento nasce un rapporto di amicizia, tanto che Tabucchi cominciò a chiamare Isabella Staino (lo faceva solo quando era a Parigi) più volte dettandole ogni volta un pezzo di racconto. Fino ad arrivare a quello che ha preso forma nell'edizione pubblicata dalla Vittoria Iguazu Editora, con le illustrazioni della Staino, appunto.
A fine presentazione riesco a parlare con Riccardo Greco e la conversazione non verte solo sulla sua casa editrice, un'avventura intrapresa da pochi anni, con un nome, Vittoria Iguazu Editora, nato perché quando l'editore ha deciso di lanciare il suo progetto ha scelto uno pseudonimo che rendesse omaggio a due grandi spazi acquatici: il lago africano, sul quale si specchiano Kenya, Uganda e Tanzania, e le cascate sudamericane, sulle quali si affacciano Brasile, Argentina e Paraguai.
Una domanda non potevo non farla a Greco, avendo letto, qualche giorno prima di questa presentazione, un articolo di un quotidiano nazionale nel quale si affermava che Tabucchi criticava le larghe intese (parliamo delle prime, quelle nate con il governo Monti) e quindi, probabilmente avrebbe criticato anche le attuali. A Riccardo Greco, però, chiedo invece cosa avrebbe pensato Antonio Tabucchi del “fenomeno” Movimento 5 Stelle. Mi permetto questa domanda perché il giovane editore, è stato tra gli ultimi, se non l'ultimo, allievo dello scrittore toscano. «Non lo so, nonostante abbia conosciuto Antonio Tabucchi, non mi sbilancio nel dire cosa avrebbe pensato del movimento» spiega Riccardo Greco, aggiungendo però una postilla: «Sicuramente non gli sarebbe piaciuto un atteggiamento che a volte sembra non rispettare le istituzioni. Un conto sono gli uomini e i politici, criticabili. Altro è invece il valore e il simbolo di quelle istituzioni nate dal sacrificio e dal coraggio di tante donne e uomini valorosi».
Poi torniamo a parlare di editoria, pongo un quesito scontato e banale, quale futuro per questo settore culturale? Riccardo Greco risponde, ovviamente dal suo punto di vista e in anche in funzione delle strategie di mercato della sua casa editrice: «Libri come quello presentati oggi, non dico siano d'élite, ma richiedono una grande cura per quanto riguarda la veste grafica, il formato, la scelta della carta, la qualità della stampa a colori e vanno nella direzione di persone con un alto interesse per queste produzioni. Sono tutte attenzioni che sono apprezzate dal cosiddetto “lettore forte”, che compra libri nonostante la crisi e che considera, a volte, il libro quasi come un oggetto da collezione. Per quanto riguarda i libri a costo più basso, penso, ad esempio, alla collana Millelire, credo non esiste più mercato nel panorama librario attuale».
Per questo, quando c'era Tabucchi, la cultura era in una fase a portata di tutti. Cosa che sembra stia scomparendo.
Per questo, quando c'era Tabucchi, c'era la sinistra e anche quella più riformista, che mai avrebbero immaginato di governare insieme alle destre.