Venerdì, 28 Novembre 2014 00:00

Sempre daccapo: Bertinotti, il socialismo e il cristianesimo

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Don Roberto Donadoni, Direttore Editoriale di Marcianum Press, incontra in una sera d'estate del 2014, a Capri, Fausto Bertinotti. Si fa coraggio e gli chiede di pubblicare una conversazione tra i due.

La premessa non è delle migliori per chi si è affacciato alla politica nel nuovo millennio e ha esordito con la Sinistra l'Arcobaleno la sua "prima volta" alle urne (per citare un adesivo di quella campagna elettorale). I pregiudizi verso il Presidente della Fondazione Cercare Ancora, già segretario di Rifondazione Comunista e Presidente della Camera, non impediscono comunque l'acquisto e la lettura del libro.

Sempre daccapo vuole inserirsi in un dialogo tra marxisti e cristiani che Bertinotti rivendica come una costante di tutto il suo impegno politico, a partire dall'inizio della sua militanza, che coincise con il Concilio Vaticano II (1952-1965). Alla presentazione del 19 novembre 2014, presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, Cofferati ricorda come già nella Cgil di Trentin, l'allora leader dell'opposizione si presentasse in segreteria sindacale con L'Osservatore Romano in vista, come provocazione. 

Lo scopo è quello di far dialogare tra loro i «barbari» collocati fuori dal recinto del pensiero unico contemporaneo, fondato su due pilastri: il neoliberismo e la cultura postmoderna. Il rischio catastrofico a cui l'umanità sta andando incontro è legato a un mutamento di natura antropologica. L'individuo è ridotto a merce ed imprigionato in una relazione di solitudine. Ogni lettura complessa del reale è descritta come vana, mentre la pulsione verso l'uguaglianza è proposta come un disvalore.

L'apparente assenza di valori cela la «rivoluzione capitalistica restauratrice», che minaccia l'esistenza stessa della societas, impedendo all'uomo di pensarsi come parte di una comunità. Questo mutamento accomuna le preoccupazioni di cristiani e marxisti, conferma monsignor Fisichella alla presentazione del libro già citata.

Le due culture, argomenta Bertinotti, sono estranee all'idea del liberalismo secondo cui la libertà di un singolo finisce dove inizia quella dell'altro. La fratellanza religiosa e quella socialista prospettano un'idea di libertà condivisa che rifiuta l'isolamento dell'individuo. Per questo possono confrontarsi sul senso della vita e dell'impegno politico.

La politica per come è stata conosciuta nel corso del '900 è morta con la sconfitta del movimento operaio e deve rinascere attraverso un'operazione di rottura, una rivoluzione non violenta. La Costituzione della Repubblica italiana si pone come un esempio, vista non come compromesso tra culture diverse ma come incontro e sintesi avanzata tra di esse. 

La conversazione evita qualsiasi riferimento alla contingenza («non voglio parlare di politica», afferma l'ex segretario comunista). Mancano anche i riferimenti alle ingerenze del Vaticano rispetto al Governo italiano, così come si sorvola sulle questioni etiche e il dibattito sui diritti civili. Non si tratta di viltà, ma della scelta di un livello di confronto che affronta il senso dell'esistenza, anziché sulle forme concrete che la religione ha assunto nel corso della storia.  

Marxismo e cristianesimo possono convivere se si imparano alcune lezioni del secolo scorso. Il politico credente deve agire come se Dio non ci fosse. Il non credente deve rifiutare la tendenza totalizzatrice della politica che pensa di potere ottenere il raggiungimento della felicità dell'uomo attraverso delle forme di governo. La società deve mettere in condizione il singolo di realizzarsi, ma poi il come farlo spetta alla sua personale libertà, che in questo senso è individuale ma può realizzarsi solo in una dimensione collettiva. 

Se è difficile negare il senso di disorientamento delle categorie contemporanee della politica, rispetto al mutamento avvenuto dopo la caduta del Muro di Berlino, su tutto il resto si possono avanzare numerose riserve. in particolare manca ogni riferimento alle classi sociali, mentre si fa riferimento in modo indistinto al popolo, distinguendo in parte tra demos (popolo in un orizzonte sociologico) e laos (popolo in una dimensione sacrale) nel dibattito con Fisichella. La teoria sulla non violenza e la caratterizzazione in negativo della categoria di potere sono argomenti noti e che hanno già suscitato numerosi dibattiti. 

Innegabile è però la capacità di Bertinotti sul piano comunicativo e la passione che è in grado di trasmettere. 

«Per molti di noi le domande sul senso della vita hanno trovato una prima risposta nella militanza politica, una militanza non priva di tonalità religiose: si pensi soltanto al funerale di un compagno o di una compagna nei momenti più alti ed intensi della nostra storia. […] Tu dai un senso alla tua vita perché sei militante di una causa che continua, che si fa storia e per la quale non sei dimenticato. […] Quando ti accingi all'opera rivoluzionaria, se essa ha la giusta forza, essa sa evocare i vinti giusti che vengono chiamati in vita dalla tua battaglia, dal tuo momento, dalla tua nuova lotta: i comunardi sterminati ai muri di Père Lachaise rivivono in te, e così accadrà nelle prossime generazioni»

La politica non può farsi filosofia della storia, secondo Bertinotti, ed è partendo da questo riconoscimento dei limiti all'agire collettivo che si può individuare una terza via al socialismo (che si richiama a quelli che vengono chiamati «riformisti-rivoluzionari», come Pietro Ingrao e Lelio Basso), alternativa alla socialdemocrazia e all'esperienza sovietica.

In circa 120 pagine si condensano numerosi spunti di riflessioni e passaggi suggestivi. Le teorie esposte sono stimoli intellettuali anche se non le si condividono. Per chi preferisce le polemiche, si consigliano gli spettacoli di Corrado Guzzanti, perché è meglio imparare a ridere che coltivare rancore.

Ultima modifica il Venerdì, 28 Novembre 2014 11:52
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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