Nata a Fiesole (FI) alla fine del 1988. Nel 2006 mi sono iscritta a Rifondazione, dove milito ancora oggi. Laureata in Storia con una tesi sul protestantesimo nel Risorgimento fiorentino. Lavoro all'Istituto Ernesto de Martino a Sesto Fiorentino, dove vivo da sempre.
Jacques Le Goff, nato nel 1924, ci ha lasciati pochi giorni fa, alla veneranda età di 90 anni. Il lavoro che ha svolto è stato della massima importanza per quanto riguarda gli studi sul Medioevo e sulla disciplina storica in generale.
Uno dei meriti di Le Goff, appartenente alla terza generazione della corrente di studi chiamata la Scuola delle Annales (dalla rivista Les Annales, fondata da Marc Bloch e Lucien Febvre), è stato quello di essere un grande divulgatore: ha reso il Medioevo un argomento "di successo", e accessibile a tutti. I suoi testi sono di piacevole lettura, pur affrontando temi storiografici di notevole peso.
Martin Lutero, colui che “ha frantumato l’edificio della Chiesa cattolica”, usando le parole del suo più appassionato biografo, Roland H. Bainton, ha rappresentato un punto di connessione strettissimo tra età medievale ed età moderna, pur tenendo conto della limitatezza che porta con sé ogni periodizzazione storica.
Lutero nacque a Eisleben il 10 novembre 1483, nell’attuale Sassonia.
La notte tra il 4 e il 5 agosto 1962 moriva Marilyn Monroe, una delle più grandi stelle del cinema hollywoodiano. È impressionante come, dopo più di 50 anni, la sua immagine sia ancora una delle più famose e riprodotte al mondo, simbolo di una bellezza che è difficile far passare di moda.
L'opera di Bernard Bailyn, "Storia dell'Atlantico", è articolata in due parti: nella prima l'autore traccia i contorni della nascita della disciplina storica chiamata Storia dell'Atlantico, e i maggiori intellettuali (giornalisti inizialmente, e in un secondo momento storici) che se ne sono occupati. Nella seconda parte del libro invece l'autore definisce cosa si debba intendere per "Storia Atlantica", ed è proprio su quest'ultima sezione che vorrei soffermarmi.
Come abbiamo già visto nell'articolo uscito il 20 aprile, in occasione dell'anniversario dell'ingresso delle truppe sovietiche a Berlino, il Terzo Reich si arrese ufficialmente nella tarda serata dell'8 maggio del 1945.
Il 20 aprile del 1945, ad esattamente 28 anni di distanza dalla pubblicazione delle Tesi di Aprile di Lenin, le truppe sovietiche fecero il loro ingresso a Berlino. L'Armata Rossa aveva sferrato il primo attacco di quella che poi sarà chiamata la battaglia di Berlino il 16 aprile 1945: la capitale tedesca venne conquistata pochi giorni dopo, il 2 maggio.
L'elezione di Jorge Mario Bergoglio, salito al soglio pontificio col nome di Francesco I, sembra aver portato un'ondata di rinnovamento nella Chiesa di Roma, almeno per quanto riguarda gli aspetti esteriori, così pacchianamente lussureggianti, che l'hanno caratterizzata fino a questo momento. È chiaramente troppo presto per poter azzardare qualsiasi tipo di analisi sul ruolo politico di questo nuovo papa, ma c'è comunque qualcosa di cui si può già parlare: la scelta del nome Francesco, in riferimento al famoso frate francescano. È stato lo stesso Bergoglio a spiegare che vuole ispirare il suo pontificato ai valori della povertà che hanno reso famoso San Francesco d'Assisi.
Con la recente notizia delle dimissioni di papa Benedetto XVI non può non tornare alla mente il caso di Celestino V, reso famoso dalle parole di Dante Alighieri: "E dietro le venìa sì lunga tratta - di gente, ch'io non avrei creduto, - che morte tanta n'avesse disfatta. - Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto, - vidi e conobbi l'ombra di colui - che fece per viltà il gran rifiuto." Questo passo è tratto dal III canto dell'Inferno, quello degli ignavi, cioè coloro che nella loro vita hanno agito senza prendere mai posizione, limitandosi ad adeguarsi a quella più comoda o del più forte.
Giovan Pietro Vieusseux inaugurò il suo Gabinetto scientifico letterario nella sede di Palazzo Buondelmonti in Piazza Santa Trinita il 25 gennaio 1820.
Egli fu un commerciante di origini ginevrine, nacque in Liguria, ad Oneglia, nel 1779, e passò buona parte della sua giovinezza in viaggi per l’Europa. Non era un uomo particolarmente erudito negli studi classici, ma sviluppò ben presto un forte interesse alla cultura e soprattutto al diffondersi di essa tramite la libera circolazione delle idee.
Tornato a Firenze dopo i suoi lunghi viaggi in Europa, denunciò la situazione culturale della città con queste parole: “io credevo che tanti anni di rivoluzioni avessero apportato sotto questo profilo, in Italia, qualche cambiamento favorevole e io mi sono molto scandalizzato l’altro giorno a Firenze di non trovare altro gabinetto letterario che una miserabile bottega che non riceve che due gazzette e non annovera che una dozzina di abbonati.”
Da questa mancanza di un gabinetto di lettura riscontrata dal Viesseux, nacque il Gabinetto fiorentino.
Nell'immagine la banconota da 5 marchi della DDR, raffigurante Müntzer
"Omnia sunt communia" (tutti i beni sono in comune): queste, da quanto ci tramanda la tradizione, furono le ultime parole pronunciate da Thomas Müntzer subito prima di essere decapitato, il 27 maggio 1525.
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