Lunedì, 28 Novembre 2016 00:00

Snowden: se Oliver Stone avesse ragione sui giovani, idioti?

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Nel 2014 Laura Poitras fece un documentario chiamato Citizenfour (per la cronaca, vinse anche l'Oscar come miglior prodotto nella sua categoria). Si raccontava la storia di un vero eroe moderno: Edward Snowden.

Ci voleva il grande regista Oliver Stone a rendere questa figura ammaliante anche per il grande schermo.

Cosa hanno in comune i due? Sono patrioti ed entrambi hanno fatto tanto per il loro Paese, ma non sono amati perchè hanno detto la verità. Hanno sfidato il sistema e si sono fatti dei nemici. Tra gli ultimi, c'è anche Obama.

Avete letto bene. L'ex inquilino della Casa Bianca viene tirato in ballo dal regista perchè aveva il potere di fermare il sistema di sorveglianza denunciato da Snowden. Nemmeno George W. Bush (al quale il regista ha dedicato il film W) aveva questo infinito potere fra le mani.

Bisogna dirlo, Oliver Stone non è un regista qualunque. Nella sua filmografia ci sono ben tre film sui presidenti americani (W, Nixon e JFK), oltre a dure prese di posizioni su temi legati alla politica a stelle e strisce: dal capitalismo di Wall Street (i due film omonimi) a quella per il militarismo di Nato il 4 Luglio e Assassini nati, passando per i documentari (vedi Il comandante, America undercover, Chavez e USA - la storia mai raccontata).

Stavolta il suo bersaglio è il modo con cui viene mascherata una guerra mondiale in corso. Oggi non si fa più nelle trincee, ma attraverso i computer. Questo Stone lo dice forte e chiaro.

Ma non c'è solo questo.

Tanto che recentemente si è scagliato con tutti, in particolar modo con una parte del pubblico: i giovani.

Il regista americano ha rivelato di aver poche speranze nelle nuove leve. "I giovani sono idioti, speriamo capiscano Snowden". 

Mi dispiace deluderla mr. Stone. Personalmente penso di aver fatto bingo: sono un idiota e ho amato il film. Spero di averlo addirittura capito. Peccato che mentre lo guardavo, almeno cinque giovani si siano alzati a metà film. Durante l'altra metà stavano chattando su Whatsapp. Purtroppo ha ragione.

Ma non è finita qui. Recentemente ha fatto notizia sui media anche una sua uscita su una moda globale di oggi: le app Pokemon Go (trovate un articolo qui)

Per Stone sono un sistema per omologare le persone, utile per ottenere facilmente informazioni per poterle manipolare. Tale livello di invasione lo ha definito "capitalismo di sorveglianza".

Francamente è difficile andare contro le articolate tesi del regista.

Chi ha un po' di memoria lunga, si ricorderà che il tre volte Premio Oscar, a suo tempo, si scagliò anche contro il pubblico che andava a vedere Platoon per vedere le scene di guerra o che amava Wall Street perchè ambiva a divenire come Gordon Gekko (il grande squalo della finanza, interpretato da Michael Douglas).

Per via di tutto questo, gli Studios non volevano finanziare Snowden. Grazie al supporto di Open Road (quelli che hanno realizzato anche Il caso Spotlight), questo difficile progetto ha visto la luce (con finanziamenti arrivati perfino dalla Germania). Anche se è stato un flop al botteghino. La qualità però è innegabile, nonostante non sia l'opera migliore di Stone.

Veniamo al film.

La storia si snoda, con continui salti temporali, tra il 2004 e il 2013.

Edward Snowden (Joseph Gordon Levitt) lascia il suo impiego alla NSA (National Security Agency) e si barrica in un albergo a Hong Kong. Qui ha un appuntamento con la già citata Laura Poitras (Melissa Leo) e due giornalisti: uno inglese (Tom Wilkinson) e uno americano (Zachary Quinto). A loro confida i programmi di sorveglianza dell'Agenzia nei confronti dei cittadini di tutto il mondo. Il tutto con prove inconfutabili.

In base a un accordo di segretezza con la NSA, Snowden non potrebbe rivelare tali segreti. Lo fa perchè crede che sia suo dovere informare la gente di una cosa così grande e allo stesso tempo immorale.

C’è di tutto:  mail private, conversazioni in chat, ricerche su Google, social. Chiunque è spiato. È come se l'Agenzia utilizzasse un motore di ricerca stile Google, da cui si aprono infinite finestre con le informazioni. Tutti i colossi dell'informatica (da Microsoft a Google, da Yahoo a Apple), ovviamente, non sono esenti da colpe. 

Il tutto viene fatto ufficialmente in nome dell'antiterrorismo, ma Snowden (filtrato dall'ottica di Oliver Stone) svuota il sacco e crede che sia tutto per controllare gli equilibri del mondo. L'America crede che in questo modo si possa dominare tutti.

Il film è ben fatto, a tratti un po' retorico, ma ben documentato con importanti filmati d'archivio. Il marchio di fabbrica di Stone è ben riconoscibile, con "pizzicate" ironiche alla Michael Moore.

Anche la vita privata di Snowden è ben delineata attraverso alcune fasi importanti: l'addestramento militare (molto kubrickiano, bisogna dirlo), il conservatorismo di Edward, l'innamoramento e il rapporto coniugale con Lindsay (Shailene Woodley). Senza tralasciare il suo portafortuna (il cubo di Rubik) e le crisi epilettiche di cui soffriva.

Il film è un po' lungo (2h e 14 minuti), ma ci fornisce un Joseph Gordon Levitt in grande spolvero. Potrei dire quasi mimetico con l'originale (che è presente in un importante cameo). Accanto a lui, bisogna dire che il cast funziona decisamente: Rhys Ifans, il protettore di Snowden nella CIA, è come al solito molto credibile, la Woodley è il motore della rivoluzione interiore del personaggio di Levitt, Zachary Quinto, Melissa Leo e Tom Wilkinson mettono l'esperienza al servizio della pellicola. Nicolas Cage non è giudicabile visto che compare in appena due scene.

Alla fine sorge spontanea una domanda: c'era bisogno di questo film?

Ovviamente sì, specie perchè ora l'America è nelle mani di Donald Trump, definito da Stone un "egonomane": una via di mezzo tra egocentrico e megalomane. L'alternativa era Hillary Clinton, tipica esponente della mentalità "o con noi o contro di noi".

Come dire che chiunque salga al potere, ha solo il privilegio di girare la chiave. Stone, nei titoli di coda, ci dice tra le righe chi ha votato. Inoltre, non contento, dà la sua medicina con una semplice frase che fa dire al suo protagonista: «non devo più preoccuparmi di cosa succederà domani, perché sono felice di quello che ho fatto oggi».

Come dire ribellatevi perchè non sempre chi è al potere ha ragione. Sempre meno, verrebbe da dire. 

TOP

Il messaggio che Oliver Stone rivolge in maniera netta al pubblico, il cast dominato da un mimetico Joseph Gordon Levitt, i filmati d'archivio, il contesto storico descritto nell'opera.

FLOP 

La retorica americana ogni tanto viene a galla, qualche ingolfamento della sceneggiatura. Il personaggio di Nicolas Cage è francamente abbastanza inutile.

SNOWDEN ***1/2         

(USA 2016)

Regia e Sceneggiatura: Oliver STONE

Cast: Joseph Gordon LEVITT, Nicolas CAGE, Shailene WOODLEY, Melissa LEO, Tom WILKINSON, Rhys IFANS

Durata: 2h e 14 minuti 

Distribuzione: Bim

Uscita: 24 Novembre 2016

Immagine di copertina liberamente ripresa da s3.amazonaws.com

Ultima modifica il Domenica, 27 Novembre 2016 15:40
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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