Lunedì, 10 Settembre 2018 00:00

Speciale 75° Mostra del Cinema di Venezia

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L'affermazione di Lanthimos, il ruolo delle donne, la vittoria di Netflix e il ritorno del western

Dal 29 agosto all'8 settembre si è tenuta la 75a edizione del Festival di Venezia, presieduta dal regista premio Oscar Guillermo Del Toro che l'anno scorso trionfò con La forma dell'acqua. Accanto al fenomenale regista messicano una giuria di tutto rispetto: Sylvia Chang, Trine Dyrholm, Nicole Garcia, Paolo Genovese, Malgorzata Szumowska, Taika Waititi, Christoph Waltz, Naomi Watts. Un'edizione ricca e importante che ha registrato un netto aumento dei biglietti e degli accrediti stampa (proveniente da 120 Paesi nel mondo!), oltre a una massiccia presenza di giovani spettatori. È la magia del grande cinema che però qualcuno ha deciso di sopprimere (ve ne parlerò quasi in fondo al pezzo).

Venezia porta bene e non a caso è uno dei più prestigiosi al mondo. Molti film presentati qui in anteprima sono "coccolati". Soprattutto gli americani usano la vetrina italiana in maniera scaramantica: infatti recentemente i grandi film presentati al Lido hanno poi vinto alcuni fra gli Oscar più prestigiosi (Birdman, La forma dell'acqua, La la land, Gravity sono solo gli ultimi esempi). Il lavoro di Alberto Barbera in fase di selezione è stato accuratissimo. Ha preso il meglio da ogni parte del mondo, senza trascurare Netflix (come invece ha fatto Cannes). D'altronde quando hai due grandi autori premi Oscar come i fratelli Coen e Alfonso Cuaron è difficile rinunciare. E guarda caso entrambi hanno vinto premi prestigiosi: rispettivamente miglior sceneggiatura (non una novità per i due fratelli) e, per la prima volta, il Leone d'Oro.

Oltre a loro ci sono tra i migliori regista europei e non: il francese Jacques Audiard, il greco Yorgos Lanthimos, il nostro Mario Martone, Julian Schnabel, il nostro Luca Guadagnino, il tedesco Von Donnersmarck sono esempi autorevoli. L'apertura ancora una volta è spettata al duo Damien Chazelle-Ryan Gosling (il primo regista, il secondo attore principale). Dopo il successo di La la land, ecco l'atteso Il primo uomo che uscirà il 31 ottobre nelle sale italiane con Universal. Il film è un biopic su Neil Armstrong, ovvero il primo terrestre che arrivò sulla Luna nel 1969.

Un momento molto alto di questa edizione è stata la presentazione (nella sezione Orizzonti) del film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini che uscirà nelle sale e su Netflix il prossimo 12 settembre. Alessandro Borghi interpreta mimeticamente Stefano Cucchi, Jasmine Trinca la sorella Ilaria che ha voluto far vedere l'opera agli spettatori per parlare di una vergogna italiana del tutto simile a quello della Diaz di Genova. Il 15 ottobre 2009 il giovane venne fermato in possesso di droga. Dopo una settimana morirà durante la custodia cautelare. Il motivo è ancora oscuro, ma il coinvolgimento di alcuni agenti della polizia penitenziaria e alcuni carabinieri sembra evidente. Le percosse, gli ematomi, la difficoltà di Stefano a parlare era palese negli ultimi giorni di vita. Segno che qualcuno lo aveva pestato. La coraggiosissima sorella Ilaria ha intentato causa, ma ancora il processo non è finito. I lati oscuri della vicenda sono tantissimi. La donna era presente con il cast e il regista del film. Venezia ha tributato un lungo applauso alla pellicola e a Ilaria. Ve lo recensirò presto. Questo film era da premiare nella sezione Orizzonti. La cosa mi ha lasciato l'amaro in bocca visto il momento storico italiano e la bravura indiscussa di Alessandro Borghi.

Tra i momenti più bassi in assoluto invece il Festival si macchia di un increscioso fatto. Il 6 settembre è stata la giornata delle registe donne: Valeria Bruni Tedeschi con Le villeggianti (fuori concorso) e l'horror dell'australiana Jennifer Kent, The Nightingale. La stragrande maggioranza della stampa lo ha definito un film dai nobili intenti, ma non riuscito. Fin qui nulla di strano. Peccato che al termine della proiezione del film, riservata alla stampa e agli addetti ai lavori, una voce in sala ha urlato in maniera becera «Vergognati puttana fai schifo!». Lo staff del Festival di Venezia gli ha ritirato l'accredito. L'uomo, un giornalista torinese, si è scusato tramite i social network, ma sicuramente questo gesto inqualificabile mostra quanto il nostro Paese sia avvelenato da un clima di odio e di ignoranza. Purtroppo la luce in fondo al tunnel non si vede ancora. Tale gesto è stato sicuramente preso in considerazione dalla giuria. Il film di Jennifer Kent ha ricevuto due premi: il "Marcello Mastroianni" come miglior attore emergente a Baykali Ganambarr e il Premio Speciale della Giuria alla stessa Kent. Sicuramente quest'ultimo sa un po' di compensazione.

Il gesto ha cozzato in maniera importante con il resto del Festival dove le donne sono state protagoniste: dalla già citata Ilaria Cucchi al carisma di Natalie Portman di Vox Lux, dal cast di fate/streghe del remake di Suspiria alle lotte nella corte della regina Anna ne La favorita di Lanthimos. Senza dimenticare la pop star Lady Gaga, l'astro nascente Claire Foy (moglie di Ryan Gosling ne Il primo uomo e prossima Lisbeth Salander in Quello che non uccide della saga di Millennium), il Leone d'Oro alla carriera per Vanessa Redgrave, le nostre Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino (Le villeggianti) e Micaela Ramazzotti (Una storia senza nome), seppur fuori concorso.

Tra gli eventi collaterali della Mostra, cito anche la presentazione della versione estesa del capolavoro di Terrence Malick, The tree of life. Una nuova versione da 3 ore di durata. Questa pellicola la considero una delle più influenti della mia vita, pertanto spero di riuscire a vedere le nuove parti aggiunte.
Il regista David Cronenberg e Vanessa Redgrave (attrice e moglie di Franco Nero) hanno vinto il Leone d'Oro alla carriera. Un riconoscimento riservato alle personalità che hanno fatto conoscere il grande cinema nel mondo. Anche se il primo ha fatto una dichiarazione su Netflix che testimonia che il grande regista si è venduto («Amo Netflix, il cinema è morto e sepolto»). Se scorrete la sua filmografia, francamente è inquietante che l'autore di Videodrome faccia una dichiarazione di questo tipo. Non voglio mettere in discussione Netflix come produzione e finanziamento dei progetti, ma sicuramente lo devo fare a livello distributivo, per il pubblico. La sala cinematografica e la visione collettiva sono di fatto annientate a vantaggio di quella privata su uno schermo piccolo. Sarà molto moderna questa scelta, ma secondo me non è per questo che è nato il cinema.

Ma veniamo ad analizzare la 75a edizione. Ringrazio pubblicamente RaiMovie per aver trasmesso in diretta la cerimonia di premiazione. 21 i film in Concorso. Tutto come da previsione. Secondo la stampa e la critica internazionale, la qualità era altissima. Soprattutto i primi 5 giorni, poi era fisiologico un calo e la conclusione del Festival è stata sicuramente sottotono con pellicole non sempre soddisfacenti. Forse sarebbe ipotizzabile una diminuzione dei giorni della kermesse, ma si sa i cambiamenti in Italia sono assai lenti.

Per quanto mi riguarda, ci sono molte pellicole stuzzicanti e intriganti che probabilmente vi recensirò non appena usciranno in sala. Sicuramente i western/commedia di Audiard e dei Coen, i nuovi film di Lanthimos, Cuaron e Von Donnersmarck (noto per essere il regista de Le vite degli altri) sono già nella lista. Tra i film italiani nutro grandi aspettative sia per Sulla mia pelle (che reputo urgente e necessario) sia per Una storia senza nome. Quest'ultimo, fuori concorso, è scritto e diretto da Roberto Andò (Viva la libertà) e parla del misterioso furto della Natività di Caravaggio, avvenuto nel 1969 a Palermo. Forti sospetti caddero sulla mafia siciliana. L'inchiesta, archiviata inizialmente, è stata riaperta proprio quest'anno dopo quasi 50 anni. La Natività è nella top 10 delle opere più ricercate al mondo dall'FBI. Il film uscirà il 20 settembre nei cinema italiani, grazie a Rai Cinema. Nel cast Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante e Alessandro Gassmann.

Qualche perplessità in più la nutro su Il primo uomo visto che Chazelle, dopo lo straordinario Whiplash, ha frenato vigorosamente con il pessimo La la land. Temo che il biopic su Armstrong sia un'operazione commerciale per gli Oscar e alcune critiche che ho letto mi hanno confermato questa mia teoria (anche il trailer sembra presagire un film in tal senso). Staremo a vedere a fine ottobre. Grande attesa anche per Natalie Portman in versione pop-star con Vox Lux e il remake di Suspiria (di Dario Argento) firmato da Luca Guadagnino con un cast tutto femminile (così come La favorita).

Il grande ritorno del western, invece, ha sbancato a Venezia: la miglior regia è andata a Jacques Audiard per The Sisters Brothers con protagonisti John C. Reilly, Joacquin Phoenix e Jake Gyllenhaal, mentre la miglior sceneggiatura va per l'ennesima volta al genio dei Fratelli Joel e Ethan Coen per The ballad of Buster Scruggs (uscirà su Netflix il 16 novembre). Ancora una volta niente Italia: nessun premio a Martone e Guadagnino. Era abbastanza facile prevederlo, visto che, ad eccezione dell'ultimo Festival di Cannes dove hanno vinto Garrone e Rohrwacher, il nostro cinema non punta quasi più sulla qualità delle opere. Forse il remake di Suspiria aveva qualche chance per un premio visto che parla di donne e società. Questa versione, almeno stando alla maggioranza dei critici, pare sia molto attuale.

Chi invece fa sempre scorpacciata di premi ai Festival internazionali è il greco Yorgos Lanthimos. Dopo la sceneggiatura a Cannes per Il sacrificio del cervo sacro, anche a Venezia due premi: il Leone d'Argento e la Coppa Volpi per miglior attrice alla "regina" Olivia Colman. Il nuovo film si chiama La favorita (in Italia uscirà il 24 gennaio 2019 grazie a 20th Century Fox). Nel cast anche Emma Stone e Rachel Weisz. Un film che parla interamente di una lotta senza pietà tra due primedonne per entrare nelle grazie della Regina Anna. Lo scontro ovviamente sarà senza esclusione di colpi, come da tradizione quando più donne entrano in competizione per lo stesso fine. Un film che attendo con grande ansia.

Non sono mancati i film storici: da Paterloo a Capri revolution di Martone, senza dimenticare Opera senza autore del regista tedesco Von Donnersmarck che torna a parlarci del nazismo e del suo rapporto con l'arte (anche se i critici dicono chiaro e tondo che non è assolutamente sui livelli de Le vite degli altri). Il film di Von Donnersmarck ha vinto il "Leoncino d'oro", premio istituito da Agiscuola con una giuria di studenti e studentesse di tutte le regioni d'Italia.

Chi invece è amante dell'arte troverà pane per i suoi denti con il biopic At eternity's gate (in Italia uscirà il 3 gennaio), diretto da Julian Schnabel, con un dettaglio non da poco: il 64enne Willem Dafoe interpreterà il poco più che trentenne Van Gogh. La coppa Volpi per miglior attore è stata tutta sua. Anche se la critica non ha particolarmente apprezzato il film di Schnabel. Circolano voci che ci sono state numerose spaccature nella Giuria per questa decisione. La cosa si avvertiva dalla facce dei giurati durante la premiazione di Dafoe.
Chi invece vince ancora è il messicano Alfonso Cuaron che, insieme a Inarritu e, guarda caso, a Del Toro (presidente della giuria), rappresenta il meglio del cinema messicano. Nel 2013 Gravity aprì la 70a edizione di Venezia e poi vinse 7 premi Oscar, tra cui miglior film e regia.

La vittoria del Leone d'Oro di quest'anno è particolare perché il suo film è della scuderia Netflix. A Cannes sono stati vietati i loro film come forma di protezionismo dell'industria audiovisiva, a Venezia tutto è concesso e liberalizzato. Un paradosso non da poco. Il film di Alfonso Cuaron uscirà su Netflix il 14 dicembre, ma ancora non si sa se uscirà al cinema. Se non uscisse sarebbe grave. Stiamo parlando del massimo premio di uno dei più importanti festival di arte cinematografica del mondo! Il dibattito è spinoso. Secondo la mia visione Netflix farà scoppiare il cinema come Mtv ha fatto a partire dagli anni '90 con la musica. I risultati di questa involuzione si possono vedere già oggi.

In ogni caso Roma, a dispetto del titolo, non è un'opera sull'Italia e sulla nostra Capitale, ma narra la vita di due domestiche nella Città del Messico degli anni '70. Insieme andranno a lavorare per una famiglia piccolo borghese, residente nel quartiere Roma. Il film è stato girato interamente con un bianco e nero stilisticamente magistrale. Guillermo Del Toro ha affermato che il premio è stato unanime. La motivazione è stata la seguente: "Dobbiamo capire il passato per comprendere il futuro ed evitare gli errori. Il film di Alfonso unisce più elementi, anche temporali, che fanno riflettere sulla situazione attuale del Messico". Come solo il cinema ha saputo e sa ancora fare.


FILM IN CONCORSO:

FIRST MAN – FILM D’APERTURA
di DAMIEN CHAZELLE
con Ryan Gosling, Jason Clarke, Claire Foy – USA

THE MOUNTAIN
di RICK ALVERSON
con Tye Sheridan, Jeff Goldblum, Hannah Gross, Denis Lavant, Udo Kier – USA

DOUBLES VIES
di OLIVIER ASSAYAS
con Guillaume Canet, Juliette Binoche, Vincent Macaigne – Francia

THE SISTERS BROTHERS
di JACQUES AUDIARD
con Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Jake Gyllenhaal – Francia, Belgio, Romania, Spagna

THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS
di ETHAN COEN, JOEL COEN
con Tim Blake Nelson, James Franco, Liam Neeson, Tom Waits – USA

VOX LUX
di BRADY CORBET
con Natalie Portman, Jude Law, Raffey Cassidy, Stacy Martin, Jennifer Ehle – USA

ROMA
di ALFONSO CUARÓN
con Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf, Daniela Demesa – Messico

22 JULY
di PAUL GREENGRASS
con Anders Danielsen Lie, Jonas Strand Gravli – Norvegia/Islanda

SUSPIRIA
di LUCA GUADAGNINO
con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Chloë Grace Moretz – Italia

OPERA SENZA AUTORE
di FLORIAN HENCKEL VON DONNERSMARCK
con Tom Schilling, Paula Beer, Sebastian Koch, Saskia Rosendahl, Oliver Masucci – Germania

THE NIGHTINGALE
di JENNIFER KENT
con Aisling Franciosi, Sam Claflin, Baykali Ganambarr, Damon Herriman – Australia

THE FAVOURITE
di YORGOS LANTHIMOS
con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult – Inghilterra/ Irlanda

PETERLOO
di MIKE LEIGH
con Rory Kinnear, Maxine Peake, Pearce Quigley – UK/USA

CAPRI-REVOLUTION
di MARIO MARTONE
con Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Donatella Finocchiaro – Italia, Francia

WHAT YOU GONNA DO WHEN THE WORLD’S ON FIRE?
di ROBERTO MINERVINI
con Judy Hill, Dorothy Hill, Michael Nelson – Italia / Francia

NAPSZÁLLTA (SUNSET)
di LÁSZLÓ NEMES
con Juli Jakab, Vlad Ivanov – Ungheria, Francia

FRÈRES ENNEMIS
di DAVID OELHOFFEN
con Matthias Schoenaerts, Reda Kateb, Adel Bencherif – Francia, Belgio

NUESTRO TIEMPO
di CARLOS REYGADAS
con Carlos Reygadas, Natalia López, Eleazar Reygadas – Francia, Germania, Danimarca, Svezia

AT ETERNITY’S GATE
di JULIAN SCHNABEL
con Willem Dafoe, Rupert Friend, Oscar Isaac, Mads Mikkelsen – USA, Francia

ACUSADA
di GONZALO TOBAL
con Leonardo Sbaraglia, Mariana Espósito, Inés Estevez – Argentina/ Messico

ZAN (KILLING)
di SHINYA TSUKAMOTO
con Sousuke Ikematsu, Yu Aoi, Tatsuya Nakamura – Giappone


PREMI 75° FESTIVAL DI VENEZIA (CONCORSO PRINCIPALE)

LEONE D’ORO per il miglior film a: ROMA di Alfonso Cuarón (Messico)

GRAN PREMIO DELLA GIURIA a: THE FAVOURITE di  Yorgos Lanthimos (Regno Unito, Irlanda, USA)

LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a: Jacques Audiard per il film THE SISTERS BROTHERS (Francia, Belgio, Romania, Spagna)

COPPA VOLPI per la migliore attrice a: Olivia Colman nel film THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos (Regno Unito, Irlanda, USA)

COPPA VOLPI per il miglior attore a: Willem Dafoe nel film AT ETERNITY’S GATE di Julian Schnabel (USA, Francia)

PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a: Joel & Ethan Coen per il film THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS di Joel & Ethan Coen (USA)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a: THE NIGHTINGALE  di Jennifer Kent (Australia)

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore emergente a: Baykali Ganambarr nel film THE NIGHTINGALE di Jennifer Kent  (Australia)

LEONE DEL FUTURO – PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS”: YOM ADAATOU ZOULI (THE DAY I LOST MY SHADOW) di Soudade Kaadan (Repubblica Araba Siriana, Libano, Francia, Qatar)

Immagine di copertina ripresa liberamente da radiomontecarlo.net; immagini nel testo di Netflix

Ultima modifica il Lunedì, 10 Settembre 2018 23:43
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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