Domenica, 15 Giugno 2014 00:00

E3: i videogiochi del prossimo anno

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“Ho l’hype a mille”.

È vero: l’inglese ha sostituito, anche troppo, molte parole italiane. E nel mondo dei videogiochi sempre più nuovi termini in lingua straniera sostituiscono quelli italiani. Cos’è l’hype per esempio? L’hype nel mondo videoludico è l’attesa per un nuovo videogioco. Attraverso l’hype si capisce se un titolo può avere successo o meno. Le maggiori case produttrici giocano molto su questa attesa. Con video del gameplay, con trailer, con prove alla mano, esse possono totalmente cambiare il futuro di una società di videogiochi, sia in positivo che in negativo. I luoghi dove farlo sono le fiere dei videogiochi, create dalle associazioni di promozione delle stesse aziende, dove è possibile anche ai videogiocatori di provare molti titoli in anteprima.

È una fiera dove anche i piccoli produttori, gli indipendenti, possono avere spazio per crescere e per vendere i loro titoli, che spesso sono sì molto brevi ma oggi più che mai intensi e coinvolgenti. La più importante di queste fiere è sicuramente l’E3. Questo evento si svolge a Los Angeles agli inizi di Giugno, cioè nel mese in cui si conclude l’anno videoludico e che apre quindi alle novità che andranno a riempire gli scaffali nel periodo autunno-inverno. Il nome viene dall’abbreviazione di Electronic Entertainment Expo (appunto 3 volte E) ed è una delle più vecchie.

Dal 1995 ad oggi questo evento ha ricevuto milioni di visitatori e tutta la città di Los Angeles è coinvolta, con spazi pubblicitari dedicati in città, navette dedicate che portano alla fiera, dirette streaming per tutta la durata dell’evento e da tutto il mondo.

Nei due giorni che precedono la fiera le maggiori aziende di videogiochi presentano in anteprima ciò che verrà presentato alla fiera e parlano anche dei lavori in produzione in quel momento.

Una conferenza sbagliata, cioè che non solo non crea “l’hype” ma che addirittura porta l’effetto opposto, determina sempre le vendite in negativo.

L’ultimo esempio viene dalla conferenza Microsoft dell’anno scorso, dove l’allora capo divisione Xbox nel parlare della nuova console Xbox One disse che la nuova creatura non avrebbe letto i giochi usati, che ci sarebbe voluta una connessione internet 24 ore su 24 e che il Kinect, cioè la telecamera con microfono, sarebbe stata venduta con la console giochi senza possibilità di rinuncia della stessa. Il risultato fu, all’istante, un crollo di credibilità della nuova console che, nel giro di pochi mesi, le prime due caratteristiche furono smentite e il Kinect da giugno di quest’anno, può essere acquistato a parte (in parte ne abbiamo parlato anche qui).

Ecco, questa è la portata se si commettono errori a questa fiera. Ma quest’anno la conferenza Microsoft è riuscita a farsi perdonare. Il nuovo capo Xbox, Phil Spencer, ha creato un evento con oltre 90 minuti di giochi in anteprima che ha saputo creare le giuste premesse per il rilancio della nuova creatura Microsoft. L’altra casa che è riuscita a creare molto “hype” è stata la Ubisoft, piazzando nella sua conferenza sia giochi per i videogiocatori non abituali (in inglese, casual gamer) e sia per i giocatori assidui (gli hardcore gamer). Nintendo avrebbe invece potuto fare molto di più: a questo E3 ha dalla sua molti titoli molto attesi, come per esempio il nuovo Legend of Zelda, ma durante la sua conferenza (tra l’altro non presente in fiera, ma in diretta streaming) ha presentato poco o niente. Di sicuro l’azienda nipponica punterà molto su due prodotti, il nuovo Super Smash Bros e i puppazzetti dei personaggi Nintendo chiamati amiibo, sulla scia dei prodotti Disney Infinity e Skylanders. L’altra famosa azienda giaponnese, Sony, ha fatto una buona presentazione ma senza creare l’attesa spasmodica per un grande titolo, anzi ha smorzato il tutto con una lunga presentazione dei suoi prodotti che, alla lunga, non hanno convinto.

Ma tralasciando la guerra fra aziende, su una cosa possiamo convenire: la nuova generazione dei videogiochi lascia senza fiato: interi mondi creati con il minimo dettaglio. Ogni cosa viene ricreata con dedizione e le espressioni facciali, i rumori, gli effetti sono naturali come non mai.

Vedere in un campo di calcio ricreato con i minimi dettagli l’usura dell’erba può sembrare poca cosa, ma solo pensando al livello di dettaglio di 5 anni fa si può capire quanto la grafica ha fatto passi da gigante. Il 3D, nuovi motori grafici che permettono poco lavoro con il massimo risultato e il fatto che nemmeno un anno fa sono nati i titoli next gen fanno pensare ad una crescita esponenziale di capolavori, che portano la realtà virtuale ad essere vista sempre più viva e sempre meno inverosimile. Ed è da questa premessa che molti titoli presentati in questa tre giorni hanno ottenuto molta visibilità.

Quella che seguirà sarà un primissimo (e, sarò sincero, molto corto, ed il mio consiglio è andare sul sito dell’evento) elenco dei giochi che sicuramente entreranno nel cuore di tanti videogiocatori.

 

Tom Clancy’s The division (Ubisoft), il trailer qui.

Cosa succede se 3 settimane prima di Natale un virus, che si trasmette solo tramite il passaggio di denaro, decimasse l’intera popolazione? Questa è la premessa con cui l’ultimo titolo creato dallo scrittore d’azione più famoso al mondo (morto l’anno scorso, dopo aver ultimato questo lavoro) per un gioco che fa della vastità e della interazione con un mondo sconfinato (una New York grande quanto la vera città) il suo punto di forza. Dovrebbe uscire nel 2015, ma secondo ultime voci di corridoio si parla di una uscita probabile nel 2016.

Scalebound (PlatinumGames inc, Microsoft Studios), il trailer qui.

Di questo gioco sappiamo poche cose: sappiamo che ci troviamo in un mondo dove troviamo creature come Draghi, mostri della foresta, Idra e un personaggio che si può trasformare. Ma il creatore di questo videogioco, in esclusiva permanente per Xbox One, è lo stesso di giochi come Resident Evil (il primo, quello più amato), Devil May Cry e Bayonetta: Hideki Kamiya, ovvero l’uomo che riesce a conciliare storia, grafica e gameplay in maniera quasi perfetta e maniacale. Solo la sua presenza sul palco della conferenza Microsoft ha segnato la vittoria alla casa americana.

Unchanted 4 (Sony, Naughty dog), il trailer qui.

il trailer mostrato durante la conferenza Sony vede il protagonista su una spiaggia dopo un naufragio. Tutto è perfetto: il viso, la ferita sul volto, l’acqua, l’insetto che si posa sul capo del naufrago. Uno dei migliori giochi in esclusiva per la PS4 si presenta molto bene agli occhi dei suoi ammiratori, in poche parole.

Sunset Overdrive (Insomniac inc.), il trailer qui.

Una bevanda energetica arancione, fatta non si sa con quali ingredienti, trasforma la popolazione in mutanti assetati di sangue e bibita. L’addetto delle pulizie che non ha ancora bevuto tale brodaglia dovrà sopravvivere tra mostri e bande di umani pazzi sopravvissuti con un inventario di armi strane, come un lanciaorsacchiotti. Talmente pazzo da essere diventato in pochi mesi da titolo di secondo interesse a videogioco attesissimo.

Super Smash Bros (Nintendo): il trailer qui.

Nintendo nonostante la pessima presentazione, ha presentato molti giochi. Oltre ad un Mario Maker (un creatore di livelli di Super Mario) o il nuovo Legend of Zelda (mostrato pochissimo, ma quel poco molto emozionante e interessante), a fare la voce grossa è il nuovo picchiaduro per Wii U e 3DS. Le novità sono gli amiibo che prendono vita nel gioco e che lottano al posto del giocatore fisico. Molto divertente e, come ogni marchio registrato da loro, ben curato.

Assassin’s Creed Unity: il trailer qui.

la lotta tra templari e assassini si sposta a Parigi, durante la rivoluzione francese e solo in next gen. Nuovo sistema di combattimento, nuova grafica, e la città ricreata con una scala 1:1. E in più, entra con forza la modalità cooperativa: 4 assassini, un unico obiettivo.

Immagine tratta liberamente da www.trbimg.com

Giuliano Sdanghi

Nato a Roma, ma vivo a Bracciano dall'infanzia. Diplomato ragioniere, sono responsabile di varie realtà associative. Grazie allo studio del francese, i miei interessi si sono ampliati alla Francia, in ogni suo aspetto.

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