Tommaso Alvisi

Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

Quel posto (non tanto) tranquillo chiamato Wind River

Da oggi inizia un aprile ricchissimo (e variegato) di titoli importanti, prima di culminare a maggio con il Festival di Cannes. Questa settimana vi parlerò di due thriller molto affascinanti con budget ridotti che parlano del silenzio, delle nostre paure e della claustrofobia: I segreti di Wind River (costato 11 milioni di dollari ) che vede l'esordio alla regia di Taylor Sheridan (sceneggiatore di Sicario), premiato al festival francese nel 2017 nella sezione Un Certain Regard, e la terza prova registica dell'attore John Krasinski (Promised land) che si prende il lusso di dirigere sua moglie Emily Blunt in Un posto tranquillo (costato 20 milioni di dollari). Il cinema di qualità si può fare anche con budget contenuti. A voi le recensioni!

Il paradiso nerd anni '80 esiste e si chiama Ready Player One

Quando la Warner nel 2010 annunciò l'acquisizione dei diritti del romanzo di Ernest Cline, ho avuto paura.

Ancora di più ne ho avuta nel momento in cui autori come Nolan, Jackson, Zemeckis (citazioni a go-go), Wright hanno rifiutato la regia di questa trasposizione cinematografica.

L'ostilità è un sentimento contemporaneo (Hostiles)

Il primo motivo per cui scrivo recensioni è perchè il cinema da sempre, meglio di chiunque altro, è capace di fornire mezzi per analizzare e capire i fenomeni.

Purtroppo oggi tutto questo sembra una ricetta antica e in via di estinzione.

Nessuno approfondisce più nulla, tutto è considerato vecchio e risaputo, non esistono più riferimenti. Tutto è dato per scontato.

Gli oscar n° 90 dimostrano l'importanza delle donne, dei diversi, degli emarginati e delle minoranze

"Messico e nuvole, la faccia triste dell'America" - cantava Enzo Jannacci in una delle sue più note canzoni. Dopo Cuaron e Inarritu, il Messico si dimostra invece un'isola felice e si prende l'ennesima rivincita sugli Stati Uniti. Con tempismo perfetto. 

Gli ultraottantenni colpiscono ancora: il ritorno di Roman Polanski

Al cinema vanno di moda gli over 80. Sarà un caso, ma negli ultimi mesi sono usciti film di Ridley Scott (80 anni), Woody Allen (82), Clint Eastwood (87).

Senza dimenticare l'inossidabile leone inglese Ken Loach (81 anni e non sentirli) che nel 2016 ha vinto la Palma d'Oro con "Io, Daniel Blake".

Paul Thomas Anderson cuce l'abito perfetto per l'addio al cinema di Daniel Day Lewis

Se amate il cinema, segnatevi questo nome: Paul Thomas Anderson.

Regista, sceneggiatore, produttore di quasi tutti i suoi film. Stavolta è anche direttore della fotografia.

La forma dell'acqua

Fiabe gotiche, politica, amore per il cinema: ecco Il leone d'oro Guillermo Del Toro

Devo ringraziare Guillermo Del Toro.

Il suo è un atto d'amore unico per il cinema e per i suoi spettatori.

Dopo quel film incredibile che era Il labirinto del fauno, è riuscito a ripetersi ancora una volta e ad abbattere il clichè del principe azzurro made in Disney.

Ore 15:17: Eastwood e l'eroe USA tra realismo, cliché e poco equilibro

"Il treno è il mondo, noi siamo i sopravvissuti, senza di te l'umanità cesserà di esistere" - diceva il saggio John Hurt a Chris Evans in Snowpiercer.

Non sono diventato megalomane e non faccio la pubblicità alle ferrovie (sono figlio di ferrovieri).

Donne al potere e libertà di stampa: la ricetta del trio Spielberg-Streep-Hanks 

Il rapporto tra cinema e giornalismo viene da lontano.

Nel 1941 iniziò Orson Welles con Quinto potere, poi Billy Wilder con Prima pagina e L'asso nella manica, Richard Brooks con L'ultima minaccia (ricordate il famoso «È la stampa bellezza?») fino agli anni '70.

Ai tempi della presidenza Nixon, anche al cinema il tema è diventato onnipresente grazie all'exploit di Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula.

Sabato, 27 Gennaio 2018 00:00

Tesoro, mi si è ristretto l'Homo sapiens

Tesoro, mi si è ristretto l'Homo sapiens

Il tema della miniaturizzazione di cose e persone nel cinema non è assolutamente nuovo. La bambola del diavolo, Il dottor Cyclops, Radiazioni BX: Distruzione uomo, Viaggio allucinante, Gulliver, Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi (con annessi sequel) sono alcuni degli esempi più autorevoli.

Alexander Payne (già regista e sceneggiatore di acclamati film come A proposito di Schmidt, Nebraska, Sideways, Paradiso Amaro) gioca con le dimensioni per parlarci, ambiziosamente, di altro: ecologia, sovrappopolazione, collasso del pianeta, diritto di voto, vita di coppia, benessere e capitalismo. Non a caso questo film così ricco ha aperto la 74a edizione del Festival di Venezia.

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