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Il distretto pratese delle confezioni “funziona”. Si è strutturato nell'ultimo quarto di secolo, con i progressivi aggiustamenti chiesti da un mercato che si apriva all'intero continente, e produce grandi profitti. Lo sta facendo anche negli anni della crisi, con una dinamica che va oltre gli stessi confini dello stato nazionale. Ci guadagnano quasi tutti, in un modo o nell'altro, in maggiore o minore misura. Solo due le eccezioni, assai indicative.
Una prima riflessione dell'autore sullo stesso tema qui
Il problema dell'Italia può anche essere espresso così: al massacro antisociale operato dai governi, allo sfascio del sistema industriale, imposto dall'Unione Europea ma condiviso da governi, che, unici in Europa, non attivano nessuna politica industriale, allo sfascio del sistema dei servizi pubblici, imposto dall'Unione Europea ma condiviso da governi che con le privatizzazioni continuano ad alimentare la parte peggiore del capitalismo, al crimine di governo contro i pensionati, a tutto questo o ci si oppone con la lotta di classe del complesso del mondo del lavoro o si continua a essere massacrati. Al tempo stesso le condizioni di crisi in cui versa l'economia, il dissesto finanziario dei servizi e di molte amministrazioni locali, il collasso di molte imprese industriali,
Stanotte ho fatto un sogno. Uno di quei sogni che mischiano fatti della realtà quotidiana e speranze, che soprattutto nel sonno più profondo talvolta capita di fare. Uno di quei sogni che vanno veloci, che si vedono come una vecchia pellicola da 24 fotogrammi al secondo proiettata ad una velocità superiore, con quell’effetto tipico di movimenti rapidi e scattosi da comica finale.
Da qualche anno a questa parte Pisa è soggetta a riqualificazioni del suo spazio: gran parte del centro è stato ripavimentato, sono state restaurate le mura, risistemate le aiuole del centro, il Palazzo Blu ha iniziato a fare delle mostre annuali con pittori conosciuti dal grande pubblico.
Ma queste sono solo opere di facciata: difatti i vari restauri comprendono solo quella zona della città più frequentata dai pisani e dai turisti. Ciò è dovuto ad una visione del patrimonio storico-culturale incentrato esclusivamente sul Duomo e la torre, che attira un turismo di massa estremamente deleterio e non così proficuo dal punto di vista economico, perché la maggioranza dei turisti non si ferma neanche a dormire, ma parte subito per Firenze dopo aver visitato la piazza dei miracoli.
Quando si verifica una piena eccezionale, l’acqua di un fiume raccoglie lungo il cammino centinaia di detriti che, abbandonati sulle sponde dal caso, vengono trascinati dalla corrente e talvolta finiscono per accatastarsi in un informe castello di scorie.
Un mese fa è successa più o meno la stessa cosa con la vittoria di De Blasio a New York. Il ritorno dei democratici alla guida della metropoli dopo vent’anni di Giuliani e Bloomberg è sicuramente un evento molto significativo. I commenti che, almeno in Italia, si sono sprecati su questo tema assomigliano invece al ricordato castello di scorie. Tralasciamo i facili orgogli nazionali per le origini italiane del nuovo sindaco e andiamo immediatamente al punto politico: De Blasio – o “Bill il rosso” – è stato percepito come l’alfiere di una nuova politica di redistribuzione, equità, giustizia sociale e welfare.
“Sono anni che ci prendono in giro, oggi tocca a noi”.
Per chi passava in quel di Firenze domenica 1 dicembre, c’era uno spettacolo poco comune da godersi. Un sindaco, un vigile del fuoco, un cardinale, una cardinale (un cardinale donna), barellieri, carrettieri (per portare i pazienti in carriola), medici e infermieri. In piazza Gavinana si è inaugurato così il presidio sanitario del quartiere 3, rimasto completamente privo di servizi sanitari pubblici. Il Comitato 21 marzo ha scelto un modo provocatorio e goliardico per denunciare una situazione drammatica, che preannuncia un possibile epilogo del servizio sanitario nazionale, sotto attacco e minacciato da continui tagli (nazionali come locali).
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