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Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
È di pochi giorni fa la notizia dell’esplosione di una potente autobomba nel centro di Belfast, Irlanda del Nord. I sessanta chilogrammi di esplosivo plastico che sono saltati in aria davanti a un esercito di cronisti, civili ed esperti militari non hanno trascinato con sé vite umane, solo intonaco, vetri, macchine e il sonno di tanti residenti della città che si sono visti svegliare da un episodio che mai, da dieci anni a questa parte, si era verificato nella capitale dell’Ulster.
Spunti per una riflessione sui mutamenti della politica in Italia, sull’affermazione del populismo e su una possibile rinascita della Sinistra
Quale destino per la Sinistra in Italia? Quale destino per la politica italiana in generale? Interrogativi da porsi, ma una lettura lungimirante ora come ora è complessa. Emerge, più che altro, il dato attuale: l’ingigantirsi dello iato tra il paradigma politico di oggi e quello del Novecento.
Solo una settimana fa si sono sostenute le primarie del Partito Democratico, vinte dal sindaco della retorica rottamatrice, Matteo Renzi, con il 67,8% dei quasi 3 milioni di votanti. Il dato emblematico è che l'ultimo approdato alla politica romana, di provenienza democristiana e sostenitore del blairismo, vince in tutte le “regioni rosse”: in Emilia 71%, nelle Marche 76,2%, in Umbria 75,7% ed in Toscana 78,8%. Gli avversari, Gianni Cuperlo e Pippo Civati, due strascichi della sinistra interna al Pd, raggiungono rispettivamente il 18% e il 14,2%. Il primo, ex-Ds, è stato l’ultimo segretario della Fgci ed era sostenuto dall’onnipresente Massimo D’Alema; il secondo cerca di spostare l’asse interno verso sinistra, verso i movimenti.
Il problema più grosso per il Celtic non sono i brutti risultati in Champions League, ma la coreografia che ha accompagnato la partita contro il Milan, in quel di Glasgow (il 26 novembre).
“Terrorista o idealista, disumano o impavido? Dipende da quale voto stai provando a afferrare o quale faccia stai provando a salvare”. Le frasi sono apparse al fianco delle effigi di William Wallace (su sfondo di bandiera scozzese) e di Bobby Sands (su sfondo di bandiera irlandese).
Messaggio politico e/o ideologico, vietato dalle regole Uefa.
Peccato che l’obiettivo del gesto fosse la legislazione del governo scozzese inerente il calcio, lo “Scottish Government’s Offensive Behaviour at Football Act and Police Scotland’s”, che per le Brigate Verdi criminalizza espressioni della politica irlandese nel regolare quello che è legittimo o non è legittimo esprimere.
La solidarietà tra la cattolica e indipendentista tifoseria del Celtic e la storia dell’IRA ha creato diversi problemi alla società, che purtroppo ha scelto di provvedere personalmente contro alcuni tifosi e si affanna a prendere le distanze, spaventata dalle ritorsioni della UEFA.
Tutti sanno chi è Bobby Sands, o tutti dovrebbero saperlo. Ma è utile riassumere la logica perversa che muove la polemica contro la coreografia.
L’Europa è una realtà federale pacificata, secondo le narrazioni dei governanti (l’Unione Europea è premio nobel della pace, alla faccia di baschi, irlandesi e di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di assaggiare la repressione del vecchio continente).
L’Irlanda è un paese indipendente (se ci si dimentica delle sei contee dell’Ulster).
Bobby Sands è morto a seguito di uno sciopero della fame (pratica non violenta), incarcerato per questioni politiche e provato dalla repressione dell’oggi acclamata (e defunta) Thatcher.
Su William Wallace è stato girato un film da Mel Gibson (decisamente non un rivoluzionario, per idee politiche, il noto Braveheart.
La reazione a questo striscione, che ricorda quella contro i cori razzisti (ben noti in Italia), rivela tutta la fragilità di una retorica assolutamente politica, che cerca di nascondere dietro ad una presunta neutralità la rimozione del conflitto. Basta pensare a quanto inefficace (e talvolta ridicola) è la vicenda mediatica di Balotelli.
Almeno però nel caso della discriminazione razziale si può parlare di ipocrisia e superficialità. In questa vicenda ritornano alla mente le polemiche su Di Canio e Lucarelli, quando importanti opinionisti si permettevano di paragonare (e mettere sullo stesso piano) il pugno chiuso della Resistenza e il braccio teso del fascismo (che è anticostituzionale).
Pensare di tenerla fuori dagli stadi vuol dire avere in mente un’idea di politica separata dalla quotidianità, quasi una professione per pochi adepti, più che una pratica di partecipazione quotidiana.
Il volto pulito degli stadi aiuta a nascondere il malaffare, la passione dello sport rende complicato specularci sopra.
Quindi, semplicemente, lunga vita ai tifosi del Celtic.
Guardiamoci negli occhi e rispondiamo sinceramente.
I risultati delle elezioni di febbraio sono stati inaspettati e interessanti, e noi amanti della politica li abbiamo studiati con curiosità.
Ci siamo interrogati sulle percentuali e le possibili maggioranze.
Ci siamo chiesti se fossimo di fronte a una rottura in continuità con quella che aveva portato alla seconda repubblica, o addirittura al preludio di una terza dai caratteri ancora da definire.
Il Partito Comunista Giapponese ha tenuto lo scorso 21 novembre presso la sede della Dieta un importante seminario sul problema del rilascio in mare di acque radioattive. Tra gli esperti presenti il professor Funabashi dell'università Hosei di Tokyo il quale ha sottolineato la necessità che il governo istituisca un'organizzazione che controlli e supervisioni l'operato di TEPCO in questo settore.
Nel suo intervento conclusivo il Presidente del PCG Shii ha espresso la determinazione dei comunisti nel creare una equipe di esperti indipendenti per affrontare il tema.
In ambito di politique politicienne fa discutere anche il Giappone il finanziamento alla politica: quello privato. Il governatore di Tokyo Naoki Inose, sostenitore della liberalizzazione del gioco d'azzardo ha ricevuto lo scorso anno 100.000 yen dal Presidente della Sega Sammy Holdings.
Leggendo un po' sul rugby nell'ultimo periodo ovunque stava scritto, nel rugby non ci sono regole ma leggi.
È gente che si prende sul serio ma non per vanagloria, basta guardare una partita e si evince subito che ne hanno ben donde.
Tutto nacque nel 1823, nel college di Rugby, quando William Webb Ellis si stancò di dare calci ad un pallone e prendendolo in mano si lanciò versò la porta avversaria tra lo stupore generale.
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