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È stato l'evento politico di questi ultimi giorni a Pisa, anche se con un esito che gli addetti ai lavori definirebbero scontato. La platea congressuale di Sinistra Ecologia e Libertà ha eletto con una maggioranza schiacciante (25 delegati a 7) il suo nuovo coordinatore provinciale, Francesco Cecchetti.
Capannorese di nascita e pisano d'adozione, 29 anni, due lauree in Storia e Scienze Politiche, lavoratore nel sociale, militante della prima ora nel partito che guiderà dai prossimi giorni.Una sfida, quella fra il giovane militante ed il suo concorrente Mauro Stampacchia, già ricercatore e professore a contratto a Scienze Politiche in Storia Contemporanea e Storia del Movimento Operaio, che in molti fra sinistra radicale e movimenti hanno seguito con un certo interesse e qualche sana scaramanzia.
I nodi italiani stanno venendo tutti al pettine, dopo due anni di bluff sulla ripresa, l'occupazione giovanile, i conti in ordine, il cambiamento di posizione della Germania dopo le sue elezioni, gli eurobond, gli aiuti europei, la messa in comune del debito dei vari paesi della zona euro, lo scorporo degli investimenti pubblici dal conto del deficit, ecc. Niente di tutto ciò sta avvenendo; al più, elemosine europee in cambio di ulteriore “rigore”, cioè massacro sociale. L'economia non solo in Italia ma nella zona euro è in recessione e si sta avvitando pericolosamente in quella condizione di deflazione che impedisce a qualsiasi politica economica venga tentata di sortire risultati; la disoccupazione sta accelerando, la miseria popolare pure, il debito aumenta.
Di questi tempi ci vuole coraggio per lanciarsi in un'avventura professionale privata, come l'apertura di un nido. E purtroppo non sempre la fortuna aiuta gli audaci:dopo poco più di un anno dalla sua apertura chiude il Gatto Bianco, nido domiciliare di Marianna D'Alfonso.
“Ha chiuso ad ottobre, in seguito all'approvazione del nuovo Regolamento Regionale in materia di servizi educativi per la prima infanzia (D.P.G.R. n 41/R). Questo regolamento ha generato grosse difficoltà ai titolari dei nidi domiciliari” spiega la D'Alfonso “In primo luogo per la tempistica: il regolamento definitivo, datato 30 Luglio 2013, prevedeva la scadenza di tutte le autorizzazioni dei nidi domiciliari per il 31 agosto 2013, ovvero un mese dopo la sua comparsa. Un tempo del tutto insufficiente per apportare le modifiche”
Quattro giorni di sciopero dell'azienda pubblica genovese di trasporto hanno obbligato la giunta comunale a fermarne la privatizzazione, che sarebbe stata accompagnata dal rincaro del servizio e da riduzioni degli organici. Pressoché contemporaneamente oltre 30 RSU di tutta Italia hanno unitariamente deciso di avviare una mobilitazione sul tema delle pensioni, con l'obiettivo dell'abolizione dell'infame legge Fornero e del ritorno delle pensioni a strumenti che consentano un numero civile di anni di vita degna agli anziani. I due fatti sono separati quanto a protagonisti diretti: ma sono uniti da un solido legame. Sarebbe un errore madornale considerarli alla stregua delle tante lotte, spesso disperate, di quei lavoratori che occupano la fabbrica o salgono su un tetto perché il padrone non paga i salari o chiude, o anche di lotte vincenti come quella della FIOM contro Marchionne.
Nonostante l'Italia si trovi di fronte ad un panorama di indifferenza dilagante, politica disintegrata fra interessi personalistici, corruzione, direttive europee e politiche neo-liberiste, un'altra musica in Comune è possibile. Questo è il messaggio trasmesso dalle tre giornate di incontri svoltesi al Polo Carmignani a Pisa fra il 22 e 24 novembre, che hanno visto la partecipazione di numerose realtà politiche e sociali da tutta Italia, tutte frutto di esperienze e contesti diversi ma tutte con la ferma intenzione di trovare e sperimentare forme di democrazia partecipata e pratiche di amministrazione territoriale ed economica alternative a quelle vigenti.
Lo spettro della coscienza di classe si aggira per l'Italia mentre il ministro Saccomanni da Bruxelles e il premier Letta da Berlino ritornano a calare i dogmi neoliberisti decisamente fuori tempo massimo, come se i risultati disastrosi delle medesime scelte economiche attuate nel passato non fossero già percepiti quotidianamente sulla pelle di tutti gli italiani.
L'Unione Europea completamente distaccata dalla realtà economica italiana continua a chiedere più rigore, e la classe dirigente italiana nel panico totale da “rientro del debito”, tenta così l'ennesima svendita. Queste sono le cronache politiche delle ultime giornate.
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