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Da Il manifesto del 17 maggio 2016
Quel festoso corteo lungo tre chilometri, popolato da attivisti ed ecologisti ma anche da famiglie e studenti, nonni genitori e nipotini stretti nel loro “no” al maxi inceneritore di Case Passerini, è stato un brutto colpo per l'egemone Pd fiorentino. Costretto ancora, dopo quindici anni di ok amministrativi - fra le polemiche degli amministrati - a difendere l'impianto progettato nel comune di Sesto Fiorentino, dove ha sede operativa la municipalizzata dei rifiuti Quadrifoglio. Anche all'ingresso della città per chi arriva dalla Firenze-Mare, cioè da Prato, Pistoia, Montecatini, Lucca e Versilia. Un anacronistico e discutibile biglietto da visita per una delle capitali italiane dell'arte e della cultura.
Un ritratto ricordo di Mario Nicosia, testimone della strage di Portella, avvenuta il primo maggio del 1947 a Piana degli Albanesi.
Un uomo carismatico che ha vissuto la sua vita all'insegna dell'impegno civile antimafioso.
Lo rivedo attento con gli occhi vispi, con la mano tesa a stringere un'altra mano, il giornale sotto il braccio, i piedi ben saldi e la schiena dritta, il bastone che gli conferiva nobiltà, la stessa che gli ha permesso di iniziare e proseguire il viaggio verso la conservazione della memoria, ponendosi come testimone della strage di Portella delle Ginestre del primo maggio 47', avvenuta a Piana degli Albanesi, per mano mafiosa, di cui i mandanti però rimangono tutt'oggi ufficialmente ignoti, è infatti definita la prima strage di Stato.
Verso un Referendum su Maduro
Nello scenario di un continente latinoamericano che rischia mese dopo mese di scivolare sempre più a destra e riallinearsi al Washington Consensus, la battaglia politica in Venezuela ha un ruolo fondamentale nello scacchiere geopolitico della regione.
Dopo la vittoria elettorale delle destre in Argentina, preambolo a una serie di misure liberiste atte a smantellare il sistema assistenziale statale e dopo che il senato brasiliano ha approvato un controverso impeachment alla presidente Dilma Rousseff, anche il Venezuela sta facendo i conti con i tentativi sempre più spregiudicati delle opposizioni liberal-conservatrici e delle elite economiche di destabilizzare il governo bolivariano e socialista di Nicolás Maduro.
Oltre 500 cittadini hanno depositato, lo scorso 26 aprile, presso la Corte Distrettuale di Tokyo, un ricorso contro la legislazione sulla sicurezza nazionale, approvata lo scorso anno, affinché sia dichiarata incostituzionale. Tra i ricorrenti vi sono sopravvissuti alla guerra nel Pacifico e cittadini che abitano nei pressi di basi miliari. Uno degli avvocati del gruppo, Kazuhiro Terai, ha dichiarato, subito dopo il deposito del ricorso, che simili iniziative saranno riproposte in altre 15 Corti Distrettuali e che già altri 2000 cittadini sono pronti a firmare istanze similari.
Prendete le più alte autorità europee e inseritele nel contesto di una visita in Vaticano, condite il tutto di conformismo e ipocrisia e avrete una vaga rappresentazione di quanto è accaduto il 6 maggio durante la cerimonia di consegna del Premio Carlo Magno nientemeno che a Papa Francesco. Il discorso del papa, davanti a una platea tra cui il re spagnolo Felipe e il Presidente della BCE, è una lunga invocazione al rispetto dei diritti umani e al ritorno ai valori del Padri fondatori, ma sembra piuttosto velleitario: la citazione di De Gasperi, il richiamo alla solidarietà che non deve diventare elemosina (da che pulpito!), la capacità di integrazione come punto nodale. Insomma, alla luce dei fatti che hanno attraversato la periferia europea, dentro e fuori all'UE, sembra un richiamo isterico e fuori tempo massimo, insomma quanto mai sterile per via dell'avvitamento austeritario delle politiche pubbliche europee e della legittimazione già avvenuta delle barriere lungo la principale traiettoria dei profughi.
Stimolata dalle domande di Palagi, Sara Nocentini, già assessora alla Cultura per la Regione Toscana, prende la parola. Le questioni sollevate dal Segretario PRC di Firenze riguardano il rapporto tra potere e governo, e tra governo e comunicazione, se questa ad esempio possa aver svuotato l’idea di governo inteso come progetto e se è possibile agire all’interno di questo stesso sistema per dar vita a dei “corto-circuiti” per provare a risolvere le contraddizioni interne ad esso, o se l’unica soluzione che resta sia quella di operare al di fuori, creando un “contro-potere”.
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