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Possibile uno slittamento delle elezioni per il rinnovo della Camera dei Consiglieri: il premier Abe starebbe considerando questa possibilità in conseguenza del terremoto che ha colpito la Prefettura di Kumamoto, nell'isola di Kyushu. La nuova data potrebbe essere quella del 10 luglio. Secondo indiscrezioni filtrate alla stampa, potrebbe essere possibile anche uno scioglimento anticipato della Camera dei Rappresentanti, cosa che trasformerebbe le prossime elezioni in una consultazione politica generale.
Educazione tra Lisbona ed Europa 2020
Intervista di Diletta Gasparo a Chiara Agostini, ricercatrice per il Centro Einaudi pubblicata sul numero cartaceo L'educazione ai tempi dell'Unione Europea di febbraio
Sin dalla definizione della Strategia di Lisbona del 2000, l'Unione Europea ha fatto dell'istruzione e della formazione (ET, Education and Training) uno dei più importanti campi di azione e intervento. Come riassumeresti le indicazioni e gli stimoli elaborati da Bruxelles?
Nel quadro della strategia decennale per la crescita e l’occupazione lanciata nel 2000 (Strategia di Lisbona), l’istruzione e la formazione professionale erano concepite come elementi chiave di un modello di sviluppo basato sull’economia della conoscenza. Fin da quegli anni l’UE ha sostenuto l’idea che investire in istruzione e formazione equivalesse a investire nel capitale umano e quindi a promuovere il progresso economico e il miglioramento della competitività delle economie. Se però inizialmente tutto questo si accompagnava a un’idea forte di crescita inclusiva, con il passare del tempo il focus si è spostato sempre più sull’idea di “crescita” economica e meno sugli aspetti legati all’inclusione.
Leonardo Croatto per il numero cartaceo È la libertà che guida il popolo, dicembre 2015
La scuola
Recentemente è stata approvata l'ennesima “riforma” della scuola, su linee leggermente diverse da quanto era circolato nelle bozze che circolavano nei mesi passati. Ci eravamo già occupati, in un articolo pubblicato sul nostro sito web, della versione embrionale di questa “riforma”, partendo proprio dall'abuso del termine “riforma”, che caratterizza ogni atto normativo di importanza anche modesta degli ultimi governi.
Non cessano di suscitare polemiche le consuete visite ed omaggi dei massimi esponenti del governo allo Yasukuni Shirne, il tempio nel quale si celebrano i soldati caduti per l'Imperatore. A recarsi al tempio, lo scorso sabato è stato il ministro della Giustizia Mitsuhide Iwaki. “Ho portato i miei omaggi per esprimere gratitudine per le anime di quanti hanno combattuto per la nazione e sacrificato le loro vite” ha dichiarato Iwaki ai giornalisti.
Il premier Abe, pur non essendosi recato in visita, ha voluto comunque mandare degli omaggi rituali al tempio. “Il Giappone dovrebbe affrontare e riflettere a fondo sulla storia dell'invasione, rompere chiaramente con il militarismo e riconquistare la fiducia dei propri vicini asiatici e della comunità internazionale con concrete azioni” ha dichiarato Hua Chunying, Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino.
“Il Governo della Repubblica di Corea non può fare a meno di deplorare il fatto che alcuni membri in carica del Consiglio dei Ministri e parlamentari del Giappone hanno ancora una volta reso omaggio al tempio Yasukuni, che ricorda i criminali di guerra e glorifica l'invasione coloniale e la guerra di aggressione. I rappresentanti del Governo ed i legislatori del Giappone, i quali dovrebbero comportarsi in conformità con la responsabilità legata alla loro posizione, devono affrontare con esattezza la storia e mostrare attraverso azioni concrete la loro incondizionata auto-riflessione e sincero rimorso per le gli errori del passato” si legge invece in una nota ufficiale del Ministero degli Esteri della Corea del Sud.
Allo Yasukuni shrine sono ricordati circa 2.500.000 soldati nipponici, tra essi oltre mille criminali di guerra.
Prosegue, intanto, il lavoro di ricostruzione delle aree colpite dal terremoto nella Prefettura di Kumamoto. Il 25 aprile il governo ha deciso che l'80%-90% dei costi della ricostruzione saranno a carico del Governo centrale. A tale scopo sarà presentato, il 13 maggio, un bilancio supplementare per coprire tali spese. Collaborazione su tale tema è stata offerta dal Presidente dei democratici Okada.
Secondo stime dell'Esecutivo, i danni alle strutture pubbliche ed alle infrastrutture ammonterebbero ad oltre due miliardi e mezzo di dollari. I danni all'agricoltura sarebbero, invece, nell'ordine di 5 miliardi di yen, mentre quelli alle piccole e medie imprese si attesterebbero a 160 miliardi. Immediate misure per la ripresa economica della Prefettura, sono state chieste dal deputato comunista Shozo Majima, lo scorso 22 aprile.
La Repubblica del Ciaone
L’individualismo crescente che abbraccia la nostra società; quella dei social network e dei selfie, la società del “tanto le idee non esistono più” o quella cavalcante antipolitica e populismo becero. Un modello che partorisce modi di dire, e di essere, aberranti: perfetti figli del tempo che stiamo vivendo.
La partecipazione alla vita sociale diventa sempre più limitata, sia per colpe “personali” sia per spinta mediatica, tesa chiaramente a strumentalizzare la realtà di chi ogni giorno vive sommerso dai problemi.
Tra giovedì e sabato, una serie di forti scosse (tra 6.5 e 7.3 della scala Richter) hanno colpito l'isola di Kyushu ed in particolare la Prefettura di Kumamoto, provocando, ad oggi, 48 morti e quasi 3.000 feriti. Il numero degli sfollati è, invece, prossimo a 100.000. Oltre 164.000 le abitazioni prive di energia elettrica, mentre sono circa 8.700 quelle, parzialmente o totalmente, distrutte. Fermi gli importanti stabilimenti presenti nell'isola (Honda, Nissan, Toyota, Sony e Mitsubishi).
Il 20 aprile, intanto, il governo ha deciso lo stanziamento di 2.300.000.000 yen per gestire l'emergenza. Non coinvolta negli eventi sismici la centrale nucleare di Satsumasendai, nel Kyushu meridionale, che è rimasta attiva. Per lo spegnimento precauzionale dell'impianto, si era subito attivato, mediante una richiesta al governo, il Partito Comunista.
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