Federica Mogherini, che è arrivata alla Farnesina essendosi occupata per anni di esteri all'interno dei DS prima e del PD poi, in seguito alla promozione europea ha lasciatoil posto senza aver fondamentalmente lasciato alcun segno. Ora, come mi capita spesso di dire, la politica estera italiana è stata così disastrosa negli ultimi anni che di certo un solo mandato di un ministro, per quanto questo possa essere illuminato, può fare il giusto ma, ecco, possiamo certamente dire che Mogherini ha fatto del suo meglio per unirsi alle fila degli ultimi, insignificanti, Ministri degli Esteri italiani.
Da dove partire? Magari dalla posizione assunta dall'Alto Rappresentate sulla questione Ucraina, dal momento che Mogherini come prima atto ufficiale ha scelto di scagliarsi contro Putin proponendo nuove sanzioni. L'Europa così, e non solo l'Italia, ha riaffermato, come emerso anche dal vertice NATO di New Castle, la propria totale subordinazione agli interessi statunitensi. Chi ricopre i più alti ruoli politici all'interno delle strutture dell'Unione non dovrebbe avere grosse difficoltà a comprendere che l'immane complessità della situazione e i rischi che comporterebbe un'inasprimento della posizione atlantica nei confronti dei filorussi (lo stesso Romano Prodi ha affermatoQuand che l'Ucraina non deve entrare nella NATO); ed invece ciò che è uscito dal vertice è stato l'impegno dei paesi ad aumentare la cifra destinata alle spese militari.
Potremmo inoltre ricordare il conflitto israelo palestinese, che da luglio infiamma le coste a poche miglia da quelle italiane ma che non ha visto nessun membro del governo italiano prendere una posizione che si sforzasse di andare un pochino oltre l'augurio di una pace immediata e perpetua. Salvo poi ricordare al mondo che Israele, l'unica vera democrazia del Medio Oriente, ha il sacrosanto diritto di difendersi.
Non possiamo infine scordare la risolutezza che Mogherini ha espresso, già da Ministro degli Esteri in Italia, nell'individuare nell'Isis un pericolo per tutta l'Europa per poi notare la facilità con cui il governo di cui faceva parte si è schierato a fianco dei curdi in Iraq pur essendo tra gli stati che considerano Ocalan un terrorista. Inoltre, di questi ultimi giorni è la notizia di come l'appoggio del governo Renzi alla lotta dei peshmerga sia più evanescente del previsto: oltre al fatto che le armi che dovrebbero essere inviate paiono essere, oltre che scarse, anche collegati a storie poco onorevoli, il Parlamento si è bloccato in un gioco di permessi che ha fatto sì che ancora manchi l'autorizzazione all'invio delle armi (leggi da il manifesto).
Luogo comune, certo, ma anche a questo giro è vero che pure in Europa riusciremo a distinguerci.