Venerdì, 29 Novembre 2013 00:00

La LINKE fra elezioni e congresso: sociali e divisi

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Post-elezioni al cardiopalma per la LINKE, il partito social-comunista tedesco che, dopo esserci presentato sotto lo slogan “100% SOCIALI” e aver sfiorato il 9% dei voti alle elezioni del 22 settembre scorso, deve ora fare i conti con una profonda divisione interna.

Per la campagna elettorale, uno sforzo collettivo verso l’obiettivo comune del miglior risultato ottenibile, le differenze intestine sono state unanimemente messe da parte, per essere tirate fuori una volta concluso il periodo delle elezioni.

Così è stato anche questa volta. Poco più di un anno fa, nel giugno 2012, si è tenuto per il partito un congresso di fuoco, in cui per la prima volta sono emerse profondissime e quasi inconciliabili divergenze di opinione tra le due anime del partito: il raggruppamento “Per la giustizia sociale” (WASG) e l’anima socialista (PDS, il partito del socialismo democratico guidato da Gregor Gysi).

Le due formazioni, che si sono unite nel 2007 proprio per dare vita alla LINKE, sono attualmente le correnti maggiori della formazione politica, seguite dalla Piattaforma Comunista e dalla Rete della Sinistra Riformista.

Nella segreteria nazionale il più forte è il raggruppamento intorno ad Oskar Lafontaine, segretario della WASG e coordinatore della corrente che ha ora assunto il nome di Sinistra Socialista, che preme per un modello di “partito sociale” sensibile agli stimoli provenienti dai movimenti e dai sindacati, ispirato peraltro a Rifondazione Comunista e al Socialistische Partij olandese.

È seconda alla Sinistra Socialista di Lafontaine la corrente di Gregor Gysi, il Forum per il Socialismo Democratico, che può contare su numeri minori nella segreteria ma su una forte percentuale di iscritti pronti a spalleggiarla dal basso, soprattutto nelle regioni orientali, dove la LINKE è un partito di massa al 20%.

Il congresso del giugno 2013 è stato vinto dalla 34enne Katja Kipping, di formazione e idee marxiste, mentre il secondo incarico (secondo una rigida divisione dei poteri legati al ruolo di segretario, ricoperto contemporaneamente da un uomo e una donna) è andato al «lafountainiano» di ferro Bernd Riexinger.

Battuto il «realpolitico» Dietmar Bartsch, che orbita da alcuni anni nella sfera di influenza di Gysi e del Forum per il Socialismo Democratico. Bartsch, un nome ben più conosciuto di Riexinger e assai popolare tra i delegati dell’est, è rimasto a bocca asciutta, con pochi voti meno del candidato avverso e tradito in extremis dai marxisti e dalla Rete della Sinistra Riformista.

Concluso il congresso e superate con un risultato brillante le elezioni, si torna in un clima di asprissima competizione in cui nemmeno Gysi e Lafontaine, amici da una vita nonostante le differenze ideologiche, sembrano più intendersi. Dopo che fecero insieme le campagne elettorali del 2009 e del 2013 che fruttarono rispettivamente l’11% il 9% dei voti, e dopo essersi scontrati per la prima volta durante il congresso del 2012, la spaccatura all’interno del partito ormai è evidente.

Forte di Riexinger al posto di segretario e di una maggioranza assoluta nella segreteria, difficilmente Lafontaine si farà da parte: per la LINKE, appena divenuta terza forza politica della Germania, si delineano i contorni di un nuovo congresso, in cui sarà guerra aperta.

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Novembre 2013 18:52
Niccolò Koenig

Nato a Pisa nella seconda metà degli anni 90 da padre tedesco, comincio ad interessarmi giovanissimo alla politica, studentesca e nazionale. Faccio parte dell'Unione degli Studenti, sono un iscritto dell'ultima leva dei Giovani Comunisti e milito nella LINKE tedesca. Alla passione per la politica si accompagnano quella per la musica, il cinema e la letteratura.

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