"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"
Cit.
La sala che il Circolo ARCI "La Costituzione" ha messo a disposizione per l’iniziativa è piena: i posti a sedere sono esauriti già prima dell’inizio. E il nome della struttura che ha ospitato le tante persone accorse, soprattutto da Sesto Fiorentino, è di certo suggestivo: la nostra, di Costituzione, afferma come prima cosa che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E proprio di lavoro si è parlato giovedì sera all’iniziativa organizzata da Rifondazione Comunista. Nello specifico, il Consigliere Provinciale PRC Andrea Calò ha coordinato un interessante confronto con Giovanni Nencini, RSU Cobas della Ginori, e Marco Ronchi, procuratore legale dei Cobas. L’argomento, nello specifico, è il più caldo di quelli affrontati a Sesto Fiorentino (e in tutta la Provincia) in questi giorni: l’apparentemente inspiegabile fallimento della Richard Ginori.
"Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ‘nferno tuo nome si spande!"
Dante Alighieri
Clicca qui per vedere il video del presidio dei lavoratori del Maggio Musicale
E’ la strada della contestazione politica quella scelta dai lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino. Perché politica è la questione oggetto della loro contestazione. Lo scorso 31 dicembre il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, nelle sue vesti di Presidente della Fondazione del Maggio Musicale, ha firmato, con il beneplacito delle istituzioni (la sua firma è affiancata da quella del presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci), la lettera di licenziamento per dieci lavoratori del Teatro.
"La cultura umana attenua la lotta per l'esistenza e la selezione, e tende ad annullarla; da ciò, la rapida moltiplicazione dei deboli e il loro predominio" Anton Cechov
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“Cultura in svendita”. Queste parole, purtroppo, sembrano essere diventate di gran moda a Firenze ultimamente. Ed è proprio l’avversione a questa terribile tendenza che ha spinto diversi fiorentini a ritrovarsi, nel pomeriggio di oggi, in Piazza della Repubblica. In molti hanno raccolto l’invito lanciato da Spazi Liberati ed hanno risposto all’appuntamento dato proprio dove, fino a poco più di un mese fa, c’era la Libreria Edison per ribadire un concetto molto semplice: a Firenze la cultura non può essere svenduta.
"Eccolo Maggio che fa fiorire le pere
a voi capoccia vi si chiede da bere
ebbene venga Maggio e Maggio gli è venuto"
(Canto del Maggio, tradizione popolare)
Come Boccaccio ci racconta, Dante ha incontrato la sua bella Beatrice, per la prima volta, alla festa del Calendimaggio. Dall’ultimo giorno di aprile a Firenze, come in altre città toscane, iniziavano i festeggiamenti per la primavera. Canti, balli, giochi e rappresentazioni teatrali, intrise di gioia per il mondo che rinasceva, coinvolgevano tutti i cittadini che per l’occasione chiudevano la loro attività, qualunque questa fosse.
E il nostro Maggio Musicale Fiorentino prende il suo nome proprio da questa festa. Se il fatto di essere nato negli anni Trenta su iniziativa del mecenate Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano e del maestro Vittorio Gui già lo circonda di un’aurea di autorevolezza, scoprire che le sue radici affondano in tradizioni centenarie non può che renderci ancora più orgogliosi.
Immagine tratta da shimmyshimmybb.com
Dall'11 dicembre se siete a Firenze e la sera volete bere una birra (o banalmente volete comprare da bere per cena) state ben attenti a farlo prima delle ore 21.15. Ora fatidica in cui scatta il coprifuoco imposto dal caro, giovane, Matteo Renzi.
“Non vi è libertà ogni qualvolta le leggi permettono che, in alcuni eventi, l'uomo cessi di essere persona e diventi cosa”
Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene
Se a trent’anni prendi un fornellino in mano e ti dai fuoco, volontariamente, significa che qualcosa non va. E come non pensare che, se a darsi fuoco lo scorso 23 novembre è stato un ragazzo recluso nel “rinomato” carcere di Sollicciano, molto probabilmente le condizioni all’interno della struttura non hanno influito nella decisione?
Il carcere della città di Renzi è ormai argomento trattato frequentemente dai giornali locali. Il problema del sovraffollamento ha raggiunto dimensioni tali da non renderlo più gestibile: dove ci sarebbe posto per ospitare 450 detenuti, ne sono stipati, ad oggi, circa mille. Gran parte di queste persone sono state condannate per reati minori: molti sono stranieri per i quali, essendo questi in attesa di giudizio (si calcola che circa il 40% dei detenuti sia in questa condizione), non sono previste forme di pena alternative (come i domiciliari).
Considerando quindi lo stato delle cose, come meravigliarsi se le persone che sono costrette tra le sbarre in condizioni simili, ricorrono anche all’ultimo strumento di protesta che resta loro, lo sciopero della fame? Da settimane oramai i detenuti, assieme al Garante fiorentino dei Diritti dei Detenuti, Franco Corleone, e ad alcuni deputati, hanno iniziato uno sciopero della fame a staffetta che continuerà fino a quando il governo non presterà attenzione alle loro richieste. Richieste molto semplici, che sono state ritenute più che condivisibili anche dal Consiglio Superiore della Magistratura. Dato che il sovraffollamento è dovuto alla grande presenza di detenuti condannati per reati relativi alla legge Fini-Giovanardi sulle droghe, sarebbe gesto ragionevole de-criminalizzare alcune condotte o quantomeno prevedere per certi reati forme di pena alternative.
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