"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"
Cit.
Il dibattito che abbiamo intrapreso a proposito del nuovo storytelling sulla sharing economy o, detto con una formula che non ricordi troppo Renzi, il modo in cui, da anni a questa parte, concetti come quelli di condivisione e cooperazione, storicamente cari alla sinistra, siano stati violentati dall’inserimento in un contesto neo capitalistico che ne stravolge il significato, ha suscitato molto interesse e continua, in primis tra di noi, a stimolare commenti e riflessioni.
Consapevole di non avere gli strumenti teorici per equivalere a chi ha scritto dell’argomento prima di me, prova a mettere nero su bianco quello che mi è passato per il cervello via via che leggevo gli articoli degli altri beccai e altri ragionamenti sul tema.
Storicamente parlando, che gli italiani e le questioni internazionali non siano mai andati troppo d’accordo è risaputo. Dalla disfatta nei Balcani durante la Seconda Guerra Mondiale alla figura fatta davanti alla sinistra di tutto il mondo permettendo che Ocalan venisse imprigionato alla vicenda dei due marò: non siamo mai riusciti ad elaborare una politica estera lineare che non fosse succube di quella atlantica e che ci ha provato, sempre mandando un occhio indietro nella storia, non ha fatto una bella fine.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
Spulciano il sito ufficiale dell’Istat si possono trovare risultati molto interessanti. Spinta dalla curiosità suscitata da un articolo su Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa, sono andata a vedere i dati sulla lettura in Italia.
Dire che sono allarmanti sarebbe un eufemismo. Il primo elemento che salta all’attenzione leggendo il resoconto dell’istituto di statistica è senza alcun dubbio che la percentuale di lettori nel 2014 è scesa dal 43% dell’anno precedente al 41,4%: il restante 59,6% non ha letto neppure un libro nel corso dell’anno. Una forte disparità si trova tra i due sessi, avendo le donne che da sei anni per un 48% leggono almeno un libro all’anno, contro il 34,5% degli uomini.
Che il Maggio Musicale Fiorentino non navigasse in buone acque non era una novità. L’anno era finito nell’incertezza: stipendi arretrati che non arrivavano, futuro non chiaro e nessuna certezza riguardo al posto di lavori di oltre cinquanta persone.
Pronunciamento storico della Commissione Europea: dopo il parere favorevole dell’Agenzia Europea del Farmaco, anche questo organo ha dato il via libera alla somministrazione senza ricetta, in farmacia, della pillola di cinque giorni dopo. In tutti i paesi europei si potrà accedere a questo farmaco contraccettivo d’emergenza direttamente. In tutti i paesi meno uno. Vediamo se indoviniamo quale.
Napolitano si è dimesso. Il re se ne è andato. Se ne è andato il re.
Va bene. Ma facciamo attenzione a non cantare vittoria. Che la permanenza di Giorgio Napolitano al Colle abbia tradito le aspettative di chi festeggiava l'arrivo di un comunista (seppur amendoliano) al Quirinale con un mandato nefasto è poco ma sicuro. Dalla nomina di Mario Monti a senatore a vita per poi consegnargli un “governo tecnico” (speravamo di aver già dato con gli anni '90 e Amato), il governo Letta, il giochino di Renzi e “il sacrificio” del secondo mandato (ha detto che al Quirinale si sentiva in prigione... Consigliamo vivamente un giro a Sollicciano per poter poi parlare con cognizione di causa).
Il 2014 è stato archiviato da molti di noi come un anno abbastanza difficile. Di sicuro lo è stato per il popolo palestinese: l’escalation militare di quest’estate che ha visto l’esercito israeliano tornare a bombardare massicciamente la Striscia di Gaza, l’aumento esponenziale del numero di prigionieri politici detenuti, a dispetto di ogni normativa a difesa dei diritti umani, nelle carceri dello stato d’Israele e la rottura dei negoziati di pace, giusto per accennare a qualcosa.
So benissimo che scrivere del film de Lo Hobbit equivale ad infilarsi in un nido di vespe ma lo abbiamo aspettato così a lungo che correrò il rischio della scomunica.
Il 17 dicembre 2014, in contemporanea con gli Stati Uniti, è uscito il terzo capitolo della saga che racconta le avventure di Bilbo Beggins. Una trilogia molto discussa, quella del prequel de Il Signore degli Anelli. Molte delle critiche avanzate sono fondate e anche io, che non rientro tra quelli che sono rimasti disgustati dalla trasposizione cinematografica, non posso non concordare con chi puntualizza le diverse inesattezze (leggi qui) nella riproduzione di Jackson.
La vigilia di Natale è stata accompagnata, oltreoceano, dalla notizia della crescita del PIL statunitense del 5% nel terzo trimestre dell'anno. Abbiamo visto in televisione il Presidente Obama festeggiare, circondato da bimbi danzanti, augurando buone feste a tutti, dato che del disastro del 2008 gli USA sono completamente usciti.
Ziad Abu Ein il 10 dicembre si trovava nel villaggio di Turmusia, in Cisgiordania, per piantare degli ulivi. Il popolo palestinese vive in gran parte di allevamento, pesca e agricoltura. O almeno ci prova, dal momento che l'esercito israeliano, in quanto forza di occupazione a tutti gli effetti, nega l'acqua ai contadini che devono innaffiare i propri campi, spara sui pescatori che escono in mare con le barche. E, questa volta, uccide un ministro dell'ANP che protestava assieme a dei contadini contro la confisca di terre (qui il video della protesta).
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).