Al secondo posto il Partito Democratico ha eletto 32 rappresentanti (49 seggi totali, -15), ottenendo, nella quota proporzionale, il 21% ed 11.750.000 voti (ne aveva conquistati 7.130.000, pari al 13.4% nel 2013). Praticamente nullo, in termini di seggi, il contributo della fusione con gli ex appartenenti al disciolto Partito dell'Innovazione che non hanno seguito Matsui in Osaka ishin no kai.
A frenare leggermente la perdita di seggi dei democratici sono stati i candidati unitari dell'opposizione eletti nei collegi locali. “Il Partito Democratico non è stato in grado di ottenere la maggioranza degli eletti per l'opposizione. […] Manteniamo fermamente la nostra posizione a tutela del benessere dei cittadini e del pacifismo” si legge nel comunicato ufficiale a commento delle elezioni del 10 luglio.
Terza formazione gli alleati del PLD del Nuovo Komeito, i quali hanno eletto 14 senatori, portando a 25 la propria rappresentanza nella seconda Camera (ne avevano 20 nel senato uscente). Per il partito di Natsuo Yamaguchi la percentuale nel collegio unico nazionale è stata del 13,5% (oltre 7.570.000 voti, quasi lo stesso risultato del 2013).
Al quarto posto il Partito Comunista che, con i sei seggi conquistati il 10 luglio, porta a 14 il numero dei propri senatori (+3 seggi nel nuova Camera dei Consiglieri). Il PCG ha ottenuto nella quota proporzionale il 10,7% pari a poco più di sei milioni di voti (circa 850.000 voti in più rispetto al 2013). “La cooperazione elettorale tra i partiti dell'opposizione ed i cittadini è stata un grande successo per essere alla sua prima prova. Il campo dell'opposizione ha schierato candidati unitari in tutti e 32 i seggi maggioritari vincendo in undici di essi […] Una rinnovata solidarietà tra i partiti dell'opposizione ed i movimenti civici è emersa durante la campagna elettorale. Ciò è un bene molto prezioso su cui investire in futuro” si legge nel comunicato del partito di Shii a commento del risultato.
Nonostante la maggioranza dei due terzi “il popolo giapponese non darà carta bianca per la revisione costituzionale” aggiunge la nota.
Sette i seggi conquistati dagli ex Partito dell'Innovazione di Osaka ishin no kai, che portano a 12 (+5 seggi) la propria rappresentanza in senato. Perde, invece, tutti e tre i propri seggi l'ultradestra di Nippon no Kokoro (ex Partito delle Future Generazioni e già compagni di Hashimoto e Matsui nel Partito della Restaurazione del Giappone) guidata dalla ex senatrice Nakayama e dall'ex governatore di Tokyo Ishihara.
Un eletto a testa per il Partito della Vita del Popolo e per quello Socialdemocratico che passano, entrambi, da 3 a 2 seggi. Passa da due a tre senatori (eleggendone soltanto uno) anche l'Assemblea per Rivitalizzare il Giappone dell'ex wrestler Kanji “Antonio” Inoki (già Partito della Restaurazione del Giappone). Quattro (+1), infine, gli indipendenti.
L'affluenza è stata del 54,70% (+2,09% rispetto alle analoghe consultazioni del 2013). La partecipazione più alta si è registrata a Nagano (62,86%) mentre la più bassa è stata nella Prefettura di Kochi (45,52%).
Il fatto politico di maggior rilievo è la formazione di una maggioranza favorevole alle riforme costituzionali (ai voti di PLD e Nuovo Komeito vanno sommati quelli della destra di Ichiro Matsui di Osaka ishin no kai) superiore ai due terzi (per un totale di pro-riforma pari a 165 senatori) anche nel secondo ramo del parlamento (nella Camera dei Rappresentanti tale risultato era stato raggiunto alle ultime consultazioni).
Secondo l'articolo 96 della Costituzione per poter attuare una modifica della Carta è necessaria una maggioranza qualificata in entrambe le Camere ed un successivo referendum confermativo.
Nelle dichiarazioni a caldo Abe ha, per il momento, evitato di accelerare sul tema e non ha fatto riferimento esplicito alla modifica dell'articolo 9, articolo che stabilisce il principio di una politica pacifista per il Sol Levante (similmente al nostro articolo 11), principale obiettivo della parte più reazionaria del PLD e delle altre forze alla sua destra. “Ho altri due anni come Presidente del Partito, quindi voglio affrontare il tema con calma” ha affermato il premier, il quale ha però visto in queste consultazioni una conferma per la cosiddetta “abenomics”: “penso che il risultato di queste elezioni ci chiami ad andare avanti fortemente con le attuali politiche economiche” ha, infatti, sottolineato, Abe.
Ad escludere modifiche all'articolo 9 è stato il Presidente del Nuovo Komeito, Yamaguchi, durante la prima conferenza stampa di commento del risultato elettorale.
Altro dato di rilievo è stato l'allargamento della platea elettorale intervenuto con la recente modifica di legge che ha abbassato, da 18 a 20 anni, l'età minima necessaria per il voto. Per effetto di questa riforma si sono avuti 2,4 milioni di potenziali elettori in più. Secondo dati resi noti dal Ministero degli Interni, la partecipazione al voto di diciottenni e diciannovenni è stata del 45,45%.
Secondo un exit poll, condotto dal quotidiano Asahi Shimbun in 3.660 seggi elettorali per un totale di 182.000 risposte valide, i neo-elettori si sono schierati in maggioranza per i conservatori (40% PLD e 10% Komeito); soltanto il 17% per il PDG; l'8% per il PCG ed Osaka ishin no kai; 17% altri partiti.
Il partito del premier avrebbe ottenuto il risultato percentuale più basso nella fascia d'età che va dai 60 ai 70 anni (33%) che è anche quella nella quale comunisti e democratici hanno ottenuto il risultato più alto (rispettivamente 13 e 22 per cento).
Modifiche vi sono state nella distribuzione dei seggi elettorali con la perdita di 10 collegi in aree meno popolate a vantaggio di altre (in primo luogo Tokyo). La riforma, della quale si discute da tempo, si è resa necessaria al fine di diminuire il gap tra le diverse aree del Paese, per l'elezione dei senatori.
La popolazione del Giappone, secondo dati resi noti il 13 luglio dal Ministero degli Interni, è calata di 271.000 unità nel solo anno 2015 (massimo calo da quando sono iniziati, nel 1968, questi studi), concentrandosi, però, sempre più nelle maggiori aree urbane (Tokyo, Nagoya, Osaka, Kyoto e Kobe) mentre ad Hokkaido (nel nord) vi è stato il maggiore calo (oltre 32.000 abitanti in meno lo scorso anno) ed altre diminuzioni della popolazione hanno interessato Hyogo e Niigata.
Notizie positive per l'opposizione sono arrivate dalle contestuali elezioni locali tenutesi in diverse aree del Paese. In particolare nella Prefettura di Kagoshima a vincere l'elezione per il rinnovo della carica di governatore è stato l'ex giornalista, ed antinuclearista, Satoshi Mitazono. La Prefettura di Kagoshima ospita la centrale nucleare di Satsumasendai: la prima ad essere stata riattivata dopo lo stop precauzionale agli impianti atomici intervenuto dopo la catastrofe del 2011 che colpì la Prefettura (e la centrale nucleare) di Fukushima.
Candidato unitario di tutta l'opposizione anche nelle prossime elezioni per il rinnovo - dopo le dimissioni per uno scandalo legato alla gestione di alcuni finanziamenti del liberal-democratico Masuzoe - della carica di governatore di Tokyo: si tratta del giornalista settantaseienne Shuntaro Torigoe. Torigoe sarà sostenuto, dopo un'iniziale intenzione a candidarsi nuovamente, anche dall'avvocato Kenji Utsunomiya, il quale, come candidato di comunisti e socialdemocratici, aveva ottenuto il 19% nelle precedenti consultazioni, battendo, nella sfida interna all'opposizione, il candidato dei democratici.
Spaccati su più candidati i conservatori. Tra le destre, a contendersi la guida della Prefettura Metropolitana vi sono: l'ex ministra della Difesa Yuriko Koike e l'ex ministro agli Interni, Hiroya Masuda, sostenuto ufficialmente da PLD, Komeito e Kokoro.
Passando dal nucleare a scopi pacifici – ma ugualmente rischioso - di Satsumasendai a quello militare, è iniziata, in seno all'Assemblea Generale dell'ONU l'attività del Gruppo di Lavoro - promosso lo scorso anno, a Ginevra, da 70 nazioni non dotate di tali armamenti e tra esse il Sol Levante - finalizzata a promuovere una prossima Conferenza sulle Armi Nucleari. Ad opporsi al Gruppo di Lavoro tutti i membri con diritto di veto del Consiglio di Sicurezza.
In tema di servitù militari, nuove proteste si levano dalla Prefettura di Okinawa, dopo che il locale Ufficio della Difesa ha riproposto il progetto per il completamento di sei eliporti (due sono stati già realizzati), da affidare alle forze armate statunitensi (in compensazione alla liberazione di un'altra area da esse occupata), nel distretto di Takae, nella parte settentrionale della Prefettura. “Il governo nazionale, subito dopo queste elezioni, spinge, con forza, per procedere con il progetto, minando con ciò la fiducia del governo e del popolo di Okinawa” ha dichiarato il governatore della Prefettura, l'antimilitarista Takeshi Onaga. Un presidio permanente degli abitanti della zona è già stato predisposto per bloccare i lavori.
Gli scontri nella capitale del Sud Sudan, Juba, fanno, intanto, discutere anche in Giappone, il quale schiera lì proprie truppe in funzione di peacekeeping. Se il personale civile adibito agli aiuti è stato evacuato dal Paese, rimangono, nella sola capitale, circa 350 tecnici militari (si tratta di ingegneri del genio dediti alla riparazione di infrastrutture). Sulla sorte di questi ultimi ha rassicurato, lo scorso 12 luglio, il ministro della Difesa, Gen Nakatani, dicendo che “è garantita la sicurezza di tutto il personale” anche se “l'unità di ingegneria delle FA si asterrà dal condurre attività al di fuori del campo”.
Sono, intanto, ancora 4.700 gli sfollati nella Prefettura di Kumamoto, costretti a vivere in abitazioni temporanee dopo che l'area (nell'isola di Kyushu, sud del Giappone) è stata colpita, in aprile, da alcune devastanti scosse di terremoto. A complicare ulteriormente la situazione, lo scorso mese vi sono state delle piogge torrenziali che hanno causato importanti danni ad infrastrutture ed abitazioni.
(con informazioni di Japan Press Weekly 06 – 12 lug. 2016; mod.go.jp; rueters.com; minshin.or.jp; the-japan-news.com; japantimes.co.jp; asahi.com)