Pillole dal Giappone #226 - Nella terza economia del mondo ci sono bambini senza scarpe

Il 52% dei minori di famiglie a basso reddito non ha abiti e scarpe a sufficienza. A renderlo noto una ricerca dell'associazione USNOVA che si occupa di contrasto alla povertà.

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Pillole dal Giappone #225 - Timidi segnali di ripresa da Fukushima

Critiche da parte giapponese alla politica di dialogo intercoreano promossa dal Presidente della RdC Moon. “Nel passato sia il Giappone che la Corea del Sud hanno portato avanti politiche di conciliazione avanzate dal Nord ma l'unico risultato è stato quello di aver consentito alla Corea del Nord di proseguire nello sviluppo dei suoi programmi missilistici e nucleari” ha commento il ministro della Difesa di Tokyo Itsunori Onodera lo scorso 10 febbraio. “Il dialogo per il dialogo non ha nessun senso” ha detto il premier Abe ai giornalisti dopo un colloquio telefonico con l'omologo statunitense tenutosi lo scorso mercoledì. Intanto il Ministero degli Esteri di Tokyo ha segnalato il 13 febbraio tanto alle autorità del Belize quanto alle Nazioni Unite sospette violazioni da parte di operatori di quel Paese alle sanzioni verso la RPDC.

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Pillole dal Giappone #224 - Moon il pompiere, Pence ed Abe gli incendiari

La fiaccola olimpica che sta rasserenando il clima tra le due Coree (con tanto di stretta di mano tra Moon e la sorella di Kim) alimenta invece il fuoco delle polemiche con il Giappone. Il governo nipponico ha infatti ufficialmente protestato, con il Portavoce Yoshihide Suga, contro la decisione sudcoreana inserire le isole Dodko (chiamate isole Takeshima dai nipponici) nella bandiera che ha rappresentato la squadra unificata (con atleti cioè sia del Nord che del Sud) di hockey sul ghiaccio.

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Pillole dal Giappone #223 – Disoccupazione in calo ma ancora fermi i salari

Terminata domenica scorsa la breve visita del ministro degli Esteri nipponico Taro Kono in Cina. I due Paesi “hanno la più grande responsabilità nella salvaguardia della pace e della prosperità in Asia e nel mondo” ha affermato Kono stemperando le tensioni di questi mesi con il vicino.

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L'eleganza del tanuki: di appropriazione culturale e romanzi cult

L'idea di appropriazione culturale è uno di quei concetti teorici appartenenti alla galassia del politicamente corretto, un gruppo estremamente variegato che spazia da idee eccellenti di cui si era a lungo sentito il bisogno, ad altre che sono perlomeno opinabili, ad altre ancora che si stanno rivelando più dannose che utili per lo sviluppo di un discorso generale sulla cultura. Tra i tanti, il concetto di appropriazione culturale è uno dei più discussi, sia nel bene che nel male. Chi lo difende sostiene che sia uno strumento indispensabile per riequilibrare il discorso culturale in un mondo sempre più intensamente interconnesso, bilanciando il predominio indiscusso di cui negli ultimi due secoli almeno ha goduto la cultura genericamente occidentale e bianca (si potrebbe aggiungere, di segno anglosassone). Chi lo condanna, al contrario, denuncia come assurdo un approccio che ritiene completamente superato dalla cultura del cosiddetto melting pot, in cui elementi provenienti da diverse tradizioni e diverse aree geografiche devono necessariamente entrare in contatto e essere condivisi da tutti per poter generare qualcosa di nuovo.

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Il governo nipponico ha approvato, venerdì 2 dicembre, nuove sanzioni unilaterali verso la Corea del Nord. Tra le nuove misure approvate vi è l'espansione del periodo nel quale è negato l'ingresso in Giappone a quanti hanno compiuto viaggi in RPDC. Colpite con le nuove sanzioni anche la società cinese operante nella provincia di Liaoning, già sanzionata dagli Stati Uniti, accusata di aver fornito ai nordcoreani componenti atte a sviluppare il loro programma missilistico. Ad essere danneggiate dal nuovo, ulteriormente stringente, quadro di limitazioni al commercio della RPDC potrebbero essere anche diverse aziende cinesi che importano prodotti alimentari nordcoreani riesportandoli poi in Giappone. Anche la Corea del Sud ha deciso, il medesimo giorno, di rafforzare le proprie sanzioni verso il Paese confinante.

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Il 28% dei lavoratori ultraquarantenni ha preso in considerazione la possibilità di lasciare il lavoro per poter prendersi cura dei propri cari in età avanzata: questo il risultato di un'indagine condotta da Rengo, la maggiore confederazione nipponica. La ricerca, condotta tra febbraio e giugno dello scorso anno, con la partecipazione di 8.200 lavoratori, ha mostrato come l'1,6% dei rispondenti abbia preso la drastica decisione di dimettersi al fine di poter accudire, in assenza di servizi pubblici adeguati, gli anziani della propria famiglia. La percentuale più alta, tra le tentazioni di abbandono del lavoro, si è riscontrata, com'era purtroppo naturale, tra le lavoratrici (35%).

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I testi scolastici in uso nel Sol Levante conterranno maggiori informazioni sulle dispute territoriali che coinvolgono il Paese. I nuovi manuali, recentemente approvati approvati dal Ministero dell'Istruzione e che saranno tra le mani degli studenti nipponici a partire dall'aprile del 2017, avranno uno spazio dedicato all'argomento del 60% in più rispetto ai testi attualmente in uso.
Le maggiori dispute territoriali che vedono protagonista il Giappone sono quella per le Rocce di Liancourt (con la Corea del Sud), quella per le isole Senkaku/Diaoyutai (con la Cina) e quella su due delle quattro isole Curili meridionali (con la Federazione Russa).

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Firmato ad Atlanta, negli Stati Uniti, lo scorso 5 ottobre, l'accordo quadro del Trans-Pacific Partnership Agreement (TTP). L'accordo di libero scambio interessa alcune delle più importanti economie che si affacciano sull'Oceano Pacifico (su tutte: Stati Uniti, Giappone, Vietnam, Perù, Australia) e che rappresentano il 40% del PIL mondiale.
Soddisfazione è stata espressa dal viceministro allo Sviluppo Economico italiano Carlo Calenda, intervistato da Il Sole 24 ore di martedì, per il quale la firma dell'accordo per l'area del Pacifico faciliterà quella del suo gemello euro-americano TTIP.
L'accordo dovrà ora essere approvato dai parlamenti nazionali. Scontata l'approvazione da parte della Dieta del Giappone, meno quella del Congresso statunitense.

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L'approvazione dei disegni di legge “di guerra” da parte della maggioranza conservatrice della Dieta ha rimescolato le carte nella frastagliata opposizione favorendo l'avvicinamento dei vari partiti: uniti, sia pure tra mille distinguo, sulla non opportunità dell'affermarsi di politiche militariste.

Lo scorso 25 settembre hanno discusso sulla necessità di formare una coalizione volta a ristabilire la tradizionale politica pacifista del Sol Levante il Presidente del Partito Comunista Shii ed il suo omologo democratico Okada.

Incontri sono stati tenuti da Shii anche con il leader del Partito della Vita del Popolo Ichiro Ozawa (“Ho molto apprezzato la proposta del PCG. Lavoreremo sodo per realizzarla”) e con quello del Partito Socialdemocratico Tadatomo Yoshida, il quale vorrebbe spingere l'accordo anche su altre materie: “abbiamo bisogno di promuovere la cooperazione elettorale tra noi se concordiamo sugli obiettivi politici di fare del Giappone un Paese libero dall'energia nucleare, ridurre il divario tra ricchi e poveri ed impedire l'aumento della tassa sui consumi

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