Il profilo per gli articoli scritti a più voci, dai collaboratori del sito o da semplici amici e compagni che ci accompagnano lungo la nostra esperienza.
Ci sentiamo dire che la colpa è della crisi. È colpa della crisi se si è deciso di inserire il vincolo di pareggio di bilancio in Costituzione, se vediamo la sanità cadere a pezzi e il turn over nel pubblico bloccato. Ed è una crisi che non ci riguarda come italiani, ma come europei, questa è un'altra affermazione fatta sovente. Non si spiegherebbe altrimenti questo ingresso dirompente dell'”Europa” nelle nostre vite: da una parte sentiamo spesso parlare di condanne o di diritti a livello europeo, dall'altro abbiamo oramai capito che l'economia non viene più decisa dai governi nazionali (non da tutti almeno) ma dalla BCE e dagli altri organismi dell'Unione.
Non si sconfigge il nemico, assomigliandogli. Al contrario di fronte ad un tale sistema coloniale e razzista che diffonde la violenza, la segregazione, l’annessione e l’oppressione, abbiamo il dovere di difendere una visione pluralista, rispettosa del diritto internazionale e dei diritti umani, in grado di ottenere libertà, pace e convivenza.
(Marwan Barghouti)
Della questione palestinese il nostro sito si è sempre occupato, cercando con regolarità di non far venire meno l’attenzione su una parte del mondo che sembra quasi “passata di moda” tra le nuove generazioni (ma non solo).
La Palestina non hai mai avuto la possibilità di esistere come stato libero di percorrere un proprio percorso autonomo. Da territorio sotto controllo ottomano a regione sotto la tutela degli stati occidentali (in particolare della Gran Bretagna). La decisione di far nascere una “national home” nel Vicino Oriente è quindi legata a decisioni su cui le democrazie occidentali hanno dirette responsabilità.
Utopie Letali, presentazione del 15 febbraio 2013
(stiamo provvedendo a finire di caricare tutto il materiale, ripassate nei prossimi giorni)
Qui la locandina dell'iniziativa
Video
- Cosa sono le Utopie Letali (5.04)
- Classi sociali, Carlo Formenti (4.03)
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Audio dell'iniziativa (purtroppo la qualità di alcune registrazioni non è il massimo, si consiglia di alzare il volume)
- Introduzione di Carlo Formenti (6.41)
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- Primo intervento di Marco Betti (7.51)
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- Risposta di Formenti a Betti (17.49)
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- Primo intervento di Massimo Torelli (8.56)
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- Risposta di Formenti a Torelli (22.31)
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- Intervento di Leonardo Zamponi (06.02)
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- Altri interventi (08.32)
(Non abbiamo inserito la parte in cui non si sentiva assolutamente niente, ci scusiamo con gli intervenuti "tagliati")
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- Secondo intervento Betti (08.17)
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- Secondo intervento Torelli e risposta Betti (11.51)
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- Intervento di chiusura e risposte di Formenti (34.06)
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Immagine tratta da blogs.reuters.com
Articolo di Silvia D'Amato Avanzi e Niccolò Bassanello
Correva l'anno 1986 quando fu presentata in Parlamento la prima proposta di regolamentazione di «generiche convivenze» nel nostro paese, a firma della senatrice Salvato del PCI. Cadde nel vuoto, così come le successive oltre quaranta proposte avanzate da allora ad oggi: ignorate senza nemmeno bisogno di una reale discussione, semplicemente scavalcate da «altre priorità». Il picco di coinvolgimento dell'opinione pubblica è stato forse vent'anni dopo, con la sigla PACS ancora familiare un po' a tutti.
Nel frattempo, dal 2000 il Parlamento Europeo invita gli stati membri a garantire alle coppie non sposate e a quelle dello stesso sesso pari dignità e diritti rispetto alle famiglie tradizionali; in Italia, però, gli unici passi concreti sono stati compiuti autonomamente dai comuni, ad oggi 137, che si sono dotati di registri delle unioni civili. Anche dove esiste, tuttavia, lo strumento è poco fruito… forse anche perché troppo spesso alla registrazione non corrispondono reali tutele legali ed economiche.
Su il Sole 24 Ore del 6 gennaio sono state pubblicate due pagine dedicate alle privatizzazioni. Lasciando a persone più competenti i commenti ci limitiamo qui a riportare una serie di citazioni, tentando un collegamento tra i vari passaggi.
Si parte dal nostro paese.
«Tra il 1992 e il 2000 l'Italia ha realizzato privatizzazioni con un incasso complessivo di circa 100 miliardi di euro. Un programma monstre che ha portato il paese in vetta alla classifica degli Stati europei più attivi nelle dimissioni, al secondo posto dopo la Gran Bretagna».
Di Daniele Curci ed Andrea Vignali
Se provassimo, così, per puro interesse ecologico o semplicemente per casuale curiosità ad immergerci nella pineta che costeggia la via Vecchia di Marina, probabilmente rimarremmo sorpresi nel constatare la presenza di una rete a frapporsi a noi e alla nostra gita di piacere. Beh, lo sappiamo tutti: l’area che va da San Piero a Grado fino al confine con la provincia di Livorno è dominata dal verde. Non tanto dal verde della foresta del litorale pisano quanto da quello dei teloni che, appesi ai fili spinati e di ferro, ci impediscono la visuale interna del Camp Derby, l’immensa base militare americana che dal 1951 occupa mille ettari di pineta. Eppure Camp Derby sarebbe ancora ben distante da quella rete (più di due chilometri). E allora a cosa serve? Perché ci
Il Becco compie un anno.
Il nome ironico ha aiutato a costruire il giusto approccio intorno a noi.
Nessuna pretesa di risolvere i problemi della sinistra, nessun appello, nessuna tattica di collocamento politico, o ambizione personale.
Solo la voglia di costruire uno spazio di discussione e espressione, un'organizzazione completamente gestita da quei famigerati giovani, tirati a destra e sinistra.
EX-COLORIFICIO: UN SOGNO DIFFICILE DA SGOMBERARE EX-COLORIFICIO SIAMO TORNATI!
L'articolo è stato scritto a quattro mani da Andrea Vignali e Sara Buongiovanni
L'ex colorificio liberato riapre i battenti!!
"Un vincitore non è altro che un sognatore che non si è mai arreso". Utilizzando le parole di Nelson Mandela, il Municipio dei Beni Comuni sabato 7 dicembre ha dato il buongiorno alla città di Pisa: un rientro che era stato annunciato già “da quella piazza che il 16 novembre scorso aveva lanciato il proprio assedio allo stabile di via Montelungo”.
Intervista a Roberto Ciccarelli pubblicata all'interno del numero cartaceo 3 de Il Becco (clicca qui per scaricare il pdf).
Ciccarelli è autore del libro Il Quinto Stato (clicca qui) e La furia dei cervelli
1) In un contesto socio economico profondamente mutato rispetto alla cornice novecentesca secondo quali elementi possiamo definire oggi un lavoratore/una lavoratrice?
Noi lo definiamo come il soggetto che compie un'attività operosa. Oggi più che mai il lavoratore non è più identificabile nella persona giuridica che detiene uno status, un contratto. Il lavoratore non è quindi
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).