Roberto Capizzi

Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

Inizia con l'opera, eterna nella propria attualità, dell'amore e del dolore la stagione lirica del Teatro Carlo Felice di Genova. Pubblico delle grandi occasioni per questa Traviata - uno dei maggiori lavori di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave - preceduta da uno spettacolo pirotecnico in piazza De Ferrari e dalla protesta dei lavoratori dell'Azienda Trasporti Provinciali al terzo giorno di sciopero per questioni legate all'integrativo dello stipendio (il sindaco, Marco Doria, si è detto disposto ad incontrali purché riprendano a lavorare).

Impeccabili la regia e la direzione (rispettivamente a cura di Giorgio Gallione e di Massimo Zanetti) e straordinariamente, ed opportunamente, essenziale la scenografia allestita da Guido Fiorato.
Dal preludio, che qui è stato caratterizzato da un'originale atmosfera plumbea, l'opera simbolo della cultura italiana nel mondo si dispiega in tutta la propria forza rivolgendosi al cuore di ciascuno con la violenza dell'amore “croce e delizia al cor” che sconvolge l'atmosfera festosa del salotto di madamigella Valéry.

Ottima la prova di Desirèe Rancatore (Violetta) capace di toccare le corde più nascoste del cuore nel fuggire (“sempre libera degg'io”), sia pure temporaneamente, dall'amore di Alfredo, incapace, nella cassaforte che ha creato per proteggere sé stessa, di credere che “un dì, felice eterea” qualcuno l'abbia vista rimanendone folgorato a tal punto da vivere di “ignoto amor” da quell'incontro.

Un Alfredo sottotono quello messo in scena da Giuseppe Filianoti, protagonista di una “stecca” nella prima scena del secondo atto e poi sostituito, a causa di un abbassamento di voce, nel finale dal tenore delle repliche: un ottimo William Davenport.

Resa con maestria da Vladimir Stoyanov l'austerità e la tenerezza di Giorgio Germont: applausi scoscianti per lui dal pubblico. Impossibile non commuoversi nella quinta scena del secondo atto, nella quale emerge, in pochissimi minuti, il mutare di atteggiamento di Germont nei confronti di Violetta e l'estrema generosità di quest'ultima, disposta, per amore, a negarsi la felicità.

Tutt'altro registro avrà la ripresa della stagione, il prossimo 20 gennaio, con il Falstaff, perché, in fondo: “tutto nel mondo è burla”.


Nella foto Violetta (Desirèe Rancatore) - fotografo Marcello Orselli, Teatro Carlo Felice.

Il governo nipponico ha approvato, venerdì 2 dicembre, nuove sanzioni unilaterali verso la Corea del Nord. Tra le nuove misure approvate vi è l'espansione del periodo nel quale è negato l'ingresso in Giappone a quanti hanno compiuto viaggi in RPDC. Colpite con le nuove sanzioni anche la società cinese operante nella provincia di Liaoning, già sanzionata dagli Stati Uniti, accusata di aver fornito ai nordcoreani componenti atte a sviluppare il loro programma missilistico. Ad essere danneggiate dal nuovo, ulteriormente stringente, quadro di limitazioni al commercio della RPDC potrebbero essere anche diverse aziende cinesi che importano prodotti alimentari nordcoreani riesportandoli poi in Giappone. Anche la Corea del Sud ha deciso, il medesimo giorno, di rafforzare le proprie sanzioni verso il Paese confinante.

La Governatrice di Tokyo Yuriko Koike ha stabilito, lo scorso 25 novembre, sanzioni pecuniarie per 18 dipendenti della Prefettura Metropolitana coinvolti nello scandalo riguardante il sito di Toyosu per non aver vigilato sull'inquinamento dei suoli nell'area che dovrà ospitare il mercato di Tsukiji. Dal periodico comunista Akahata si apprende invece che il Presidente della Commissione incaricata di deliberare sullo spostamento del mercato, Ikki Yamazaki del PLD, avrebbe ricevuto donazioni politiche da tre aziende che si sono aggiudicate appalti per i lavori di trasferimento dell'importante struttura. I finanziamenti, erogati tra il 2010 ed il 2015, ammonterebbero a 2.170.000 yen.

Cattive notizie per i fautori nipponici del trattato di libero commercio per l'area del Pacifico (TPP la sua sigla in inglese) arrivano da oltreoceano. Nella prima dichiarazione programmatica dall'otto novembre, affidata ad un video, l'unico chiaro obiettivo espresso dal Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump è stato il ritiro degli USA dal TPP.

Contrarietà è stata espressa dai movimenti pacifisti rispetto all'approfondirsi della collaborazione sul nucleare civile nippo-indiana. Dopo una prima intesa raggiunta dai due Paesi nel dicembre dello scorso anno, lo scorso 11 novembre, durante la visita del premier indiano Modi a Tokyo è stato sottoscritto un accordo che consentirà al Giappone di esportare in India tecnologia nucleare e di finanziare la realizzazione di impianti atomici.

Per decomissionare il reattore sperimentale di Monju sarà necessario eliminare 760 tonnellate di sodio radioattivo. Ad annunciarlo l'Agenzia per l'Energia Atomica proprietaria dell'impianto a combustibile MOX. Da tempo la sorte del sito sembra segnata a causa dei numerosi rilasci di materiale radioattivo che hanno comportato l'inattività dell'impianto per larga parte della sua vita (l'impianto ha operato per 250 giorni in venti anni).


Il Ministero della Giustizia
ha annunciato che questo mese avvierà un'inchiesta/sondaggio sul razzismo nel Sol Levante. I questionari saranno inviati a 18.500 cittadini stranieri maggiorenni residenti in 37 diverse Prefetture. Le domande presenti nella rivelazione mirano a conoscere se tra i rispondenti ve ne siano che abbiano subito od assistito a discriminazioni (in particolar modo nelle scuole o nella ricerca di un appartamento).

In ambito militare, lo scorso 25 ottobre, la ministra della Difesa, Tomomi Inada, ha annunciato l'estensione (per altri cinque mesi) della partecipazione delle Forze di Autodifesa alla missione di peacekeeping UNMISS in Sudan del Sud. Per la ministra le cinque condizioni (tra esse il cessate il fuoco tra le parti in conflitto) che consentono la partecipazione delle FA alle missioni internazionali sono rispettate e le truppe nipponiche (che qui hanno compiti di ricostruzione di infrastrutture) possono “condurre importanti attività in condizioni di sicurezza”. Rimandata ancora la decisione circa l'assegnazione (possibile alla luce delle modifiche di legge sul ruolo delle FA approvate nel settembre 2015) di nuovi compiti.
Sul collasso delle trattative di pace e dunque sulla impossibilità per il Giappone di proseguire nella missione si sono già espressi numerose volte tanto le opposizioni quanto esponenti del mondo accademico e civico.

Un piede in due scarpe, così si può riassumere la politica seguita dal Presidente filippino Duterte il quale - lo scorso mercoledì, durante una visita a Tokyo - ha convenuto con Abe che vada ristabilito lo “stato di diritto” nel Mar Cinese Meridionale.
Duterte conferma così di oscillare tra una voglia di normalità nei rapporti tra il proprio Paese e la Cina ed una prosecuzione delle tradizionali relazioni dell'Arcipelago con il Giappone.

Se a livello nazionale, complice una legge elettorale ipermaggioritaria, le forze dell'opposizione non riescono ad affermarsi, migliori fortune per i progressisti arrivano dalle elezioni locali. Dopo il successo ottenuto lo scorso luglio a Kagoshima - con la vittoria dell'ex giornalista Mitazono - Partito Comunista, Partito Socialdemocratico e Partito Liberale (nuova denominazione del Partito della Vita del Popolo di Ichiro Ozawa) hanno conquistato, il 16 ottobre, la Prefettura di Niigata.
Ad ottenere la carica di Governatore è stato Ryuichi Yoneyama, medico e fermo oppositore alla riattivazione della centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa (impianto di proprietà di TEPCO per il quale la società ha richiesto all'Agenzia Regolatrice l'autorizzazione alla riapertura). Yoneyama ha ottenuto 528.000 voti (pari al 52,2%) superando di circa 60.000 preferenze Tamio Mori - ex sindaco di Nagaoka ed appoggiato dal Partito Liberal-Democratico - fermo al 45,9%. In netto aumento, al 53,05%, l'affluenza (alle precedenti consultazioni, nel 2012, era stata del 43,95%).

Riprendere le operazioni al reattore sperimentale di Monju potrebbe costare oltre 540 miliardi di yen (più di 5 miliardi di dollari), a dichiararlo, dopo un incontro tra rappresentanti del governo ed operatori privati, è stato il ministro della Ricerca Scientifica. Fino ad ora sono stati investiti nel reattore quasi dieci miliardi di dollari ma l'impianto (a carburante misto di tipo MOX) è stato attivo per 250 giorni negli ultimi 20 anni (a causa del rilascio di contaminanti nucleari), per questa ragione, nelle scorse settimane, aveva sempre più preso piede l'idea di smantellare l'impianto.
Vi è però una diversità di vedute tra il ministro della Ricerca Scientifica, Hirokasu Matsuno, che vorrebbe rendere pienamente operativa la centrale, e quello dell'Industria, Hiroshige Seko, che vorrebbe invece decommissionarla.

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