Danzando con i corpi sani nelle piazze del mondo abbiamo dato un nuovo linguaggio alla lotta per cambiare questo mondo. Questa volta non è stata una fiaccolata post mortem. No, non c'erano occhi neri, volti lividi e dita schiacciate nella portiera di un'auto! La violenza non va denunciata solo nel momento in cui è subita e dunque, da qualcuno, agita. Questa volta c'erano la fermezza e l'interezza di un tutto inviolabile: ogni corpo era tutto, i corpi che danzavano insieme erano un tutto, un unico messaggio forte e chiaro contro una cultura che vuole la donna invisibile e oggetto.
Ora ci avete visto! Il mondo ha visto! 202 nazioni, ogni angolo di mondo ha visto! Avete visto danzare la gioia, la bellezza, la commozione e l'incredulità per sentirsi partecipi dello stesso sentimento in piazze e strade gremite di donne in nero, rosso e rosa. Questo fa passare la paura. Siamo tante, siamo consapevoli e il nostro 'Basta!' non si fermerà. In questa battaglia culturale al fianco delle donne sempre più devono esserci anche gli uomini, perché essere dalla parte dei carnefici non è meglio che essere dalla parte delle vittime. Ci sono, li abbiamo visti danzare in piazza con noi, anche loro di ogni età. Pochi, ma aumenteranno.
La presenza degli uomini è importante e arriverà un maggiore coinvolgimento tra coloro che non sopportano più la cultura machista e incominciano finalmente a intravederne le tracce nascoste in comportamenti abituali, in battute sessiste che a qualcuno sembrano normali, in competenze che a qualcuno sembrano stabilite. Come l'occupazione dello spazio pubblico e privato in modo paternalistico e prevaricatore: è un problema che gli uomini devono risolversi! È da questa cultura che scaturisce la violenza. È da questa cultura che si crea quello che i giornali spesso chiamano 'raptus' , che raptus dunque non è ma costruzione millenaria che va scardinata e riordinata per un mondo capace di accogliere tutte e tutti. Uomini che ritengono che la violenza sulle donne da parte di compagni, mariti, padri ed ex vari sia un problema loro, non solo delle donne.
Rifiutare una cultura dell'amore proprietario è compito comune e purtroppo abbiamo assistito spesso alla gogna della vittima, alla colpevolizzazione di chi è colpita e la deresponsabilizzazione di chi colpisce perché valutato pazzo, malato e persino innamorato. Dunque solleviamoci ancora e solleviamoci insieme. One Billion Rising!