Venerdì, 16 Dicembre 2016 00:00

Noattramente, loattramente! Credevo fosse politica invece era una faida paesana

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Tutti i lettori de Il Becco conoscono Cetto La Qualunque, sindaco della ridente cittadina balneare di Marina di Sopra, ma nessuno conosce il sindaco, senz’altra identificazione, talvolta definito come il sindaco del Galluzzo.

Il primo, chiaramente calabrese, è un personaggio di Antonio Albanese; il secondo, chiaramente toscano, è un personaggio di Giulio Ginanni, attore, cabarettista e imitatore fiorentino attivo sulle scene nell’ultimo scorcio degli anni venti.

Giulio Ginanni morì a soli 27 anni nel 1930 per i postumi di un pestaggio fascista, subito proprio a causa del suo famoso monologo Il Sindaco, sul testo del quale era solito improvvisare battute salaci sul regime e i suoi esponenti.

I due personaggi, quello di Albanese e quello di Ginanni, presentano una qualche affinità pur nella diversità di tempo, di luogo e di contesto sociale e politico. Entrambi ad esempio fanno stame, non di una qualsiasi aula sorda e grigia, ma della lingua italiana, anche se i loro discorsi trasudano da tutte le parti ampollosa retorica, più da televendita quella del calabrese, più da treccone alla fiera dell’Impruneta quella del toscano.

La caratteristica più interessante è però la loro concezione della lotta politica. La politica è concepita da costoro, non come attività tesa ad affermare una particolare visione del mondo, della società e delle relazioni sociali, bensì come affermazione personale e soddisfazione degli interessi dei propri seguaci, tanto più soddisfatti quanto più fedeli.

La politica come faida appunto!

Il toscano, anche se usa un linguaggio più moderato, si rivela più “cattivo” del calabrese, il quale concede all’avversario almeno l’onore dell’identità: il De Santis, mentre per il primo gli oppositori sono ridotti semplicemente degli anonimi lorattri. Anche nei confronti dei propri seguaci Cetto si dimostra più attento chiamandoli per nome uno per uno, mentre il personaggio di Ginanni si rivolge ai suoi quando va bene chiamandoli cittadini di campagna, altrimenti e più spesso: popolo ignorante e ciuco, anzi popolo gnorante e ciuho. Abbondano tutti e due di promesse, più fantasiose e mirabolanti quelle del calabrese: “chiù pilu per tutti”, “piantare un pilastro di cemento armato per ogni nuovo nato”; più prosaiche: “calzerotti a un franco e mezzo il paio”, o di falso cambiamento: “un vu troverete più un comune, ma un municipio”, quelle del toscano.

I due personaggi rappresentano l’apoteosi, anzi la sublimazione, della politica come mero godimento della sconfitta di lorattri ancor più della vittoria di noattri, a prescindere da qualsiasi proposta concreta eidea di società, realmente alternative.

Ambedue i caratteri sono per questo di una attualità sconvolgente e rappresentano perfettamente la politica odierna.

Quella politica che, a seconda del lato del fiume su cui si è nati, considera un male le modifiche alla Costituzione di Berlusconi, un bene quelle di Renzi; un male l’abrogazione dell’articolo 18 di Berlusconi un bene quella di Renzi. E viceversa naturalmente!

Ciò non sarebbe preoccupante se questo concetto della lotta politica si limitasse alle elite, alla classe politica, fatti loro!

Quello che preoccupa invece è che questa coinvolge ormai larghe masse di popolo, le quali, mantengono comunque un eccesso di spirito settario e fazioso, nonostante la cancellazione d’ogni distinzione politica e ideologica, annullate tutte nel comune minestrone dell’ideologia del mercato come unico strumento di regolazione dell’economia e dei rapporti fra le classi sociali.

Come nelle faide delle cui origini si è persa memoria, ma tuttora capaci di dividere il mondo in noattri e lorattri.

Ultimamente poi è nata una nuova fazione, animata dallo stesso identico spirito, "quelli che non stanno né con Cetto, né col Sindaco del Galluzzo”, ma stanno sulla rete, anch’essi originati da un attore comico, che è poi il personaggio di questa nuova performance. Volete mettere la nuovissima faida virtuale sui social, con le vecchie faide hardware, tutta un’altra cosa!

Consiglio ai lettori de Il Becco di ricercare sul web i discorsi di Cetto La Qualunque di Albanese e quelli de Il discorso del Sindaco di Ginanni, quest’ultimi si possono trovare sia nella registrazione dell’autore, sia in quella di attori moderni. Consiglio quella di Marco Mazzoni del gruppo tetrale Il vaso di Pandora. Consiglio poi di ricercare i discorsi di vari candidati sindaci di qualsiasi schieramento, di metterli a confronto con i primi e di fare le loro valutazioni.

Immagine di copertina liberamente tratta da galafo.files.wordpress.com

Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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