commerciali, agricole, nei servizi, la continua minaccia delle delocalizzazioni impongono al mondo del lavoro la necessità di una lotta di classe che abbia immediato contenuto politico; più concretamente, che abbia a immediata controparte lo stato (in esso accludiamo anche i poteri regionali o locali). Infine le condizioni generali della politica e la frattura sindacale, per quanto quest'ultima sia in via di qualche superamento, impongono al mondo del lavoro che l'iniziativa delle azioni di lotta sia intrapresa in primo luogo e con piena sovranità dalle rappresentanze dirette dei lavoratori, cioè dalle RSU, e dalle assemblee.
Genova, i suoi lavoratori dei trasporti pubblici, ha indicato esattamente questa strada; ha indicato che è una strada di lotta molto dura, che vada oltre le iniziative essenzialmente dimostrative di sciopero ma che porti rapidamente a un danno irreggibile per la controparte; ha indicato che le decisioni o le prendono direttamente i lavoratori o non funziona. Genova ha anche indicato che questa è la strada della stessa unità sindacale, poiché è solo dal basso che può essere ricostruita e funzionare; inoltre che è la strada del recupero di consenso popolare attorno ai lavoratori. Dopo Genova ci attende una grande mobilitazione contro la cosiddetta riforma Fornero, perché il sistema pensionistico torni a tutelare le condizioni di vita degli anziani anziché essere il bancomat di uno stato che è contro i lavoratori: una mobilitazione la cui decisione e la cui conduzione sarà delle RSU.
Ci sono stati altri momenti della storia italiana in cui, sottoposti al rullo compressore dei governi, i lavoratori riuscirono a reagire; e sono stati momenti in cui in precedenza, per anni, sembrava che tutto fosse perso. Dopo l'esclusione nel 1947 delle sinistre, comunisti e socialisti, dal governo partirono licenziamenti di massa di quanti erano iscritti ai partiti di sinistra e alla CGIL, le manifestazioni pubbliche furono vietate, la polizia gli sparava addosso, i picchetti erano attaccati e i picchettanti arrestati; gli operai avevano paura e non scioperavano. Andò avanti così fino al 1960, quando la Democrazia Cristiana si alleò apertamente ai fascisti: ma i lavoratori insorsero, dieci di essi furono assassinati dalla polizia, ma vinsero. Il là lo aveva dato anche allora Genova, con i suoi portuali. I giovani, che erano apparsi fino ad allora passivi, furono con gli operai la grande massa delle manifestazioni di strada. Nel frattempo, da un paio d'anni, erano cominciati gli scioperi nelle fabbriche elettromeccaniche dell'area di Milano. Cominciò così un lungo periodo di lotte dei lavoratori, che accanto alla conquista di salari più alti e di condizioni di lavoro migliori riconquistò la democrazia; e nel 1969 portò alle RSU di allora, i consigli dei delegati.
Allora come oggi fu una lotta durissima ad aprire la strada alla mobilitazione dell'intero mondo del lavoro, indicando come si doveva lottare e che si può vincere. Facciamo in modo che Genova e la prossima mobilitazione sulle pensioni aprano nuovamente la strada!
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