Domenica, 18 Maggio 2014 00:00

Quesiti milanesi davvero preoccupanti

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Non pare che la magistratura milanese, come dire, si sia particolarmente compromessa nell'applicazione della pena che Berlusconi è tenuto a subire a seguito di una condanna definitiva per frode fiscale. Giusto che gli anziani colpevoli di reati anche gravi non debbano andare in carcere ma subire pene alternative meno pesanti; giusto il fastidio (secondo me) per chi rivendichi pene più pesanti del minimo necessario, dinanzi a ogni reato, con la sola eccezione di quelli reiterabili e più pericolosi: tuttavia, se posso dirlo, a me una condanna tradotta in mezze giornate alla settimana a giocare a briscola con dei vecchietti o a raccontargli barzellette sembra una presa per il culo della popolazione italiana. Tanto più che Berlusconi continua tranquillo ad attaccare i magistrati autori di indagini e condanne come protagonisti di una persecuzione politica e addirittura di un colpo di stato: ciò che per il fatto stesso della mitezza della condanna in corso di esecuzione dovrebbe essergli impedito come contropartita.

Ma questo è niente dinanzi al seguente problema. Primo, c'è stata una condanna definitiva a sette anni del mafioso Dell'Utri argomentata come segue: Dell'Utri è stato per tutti gli anni iniziali dell'ascesa imprenditoriale di Berlusconi il tramite tra questi e la mafia; in altre parole, è stato grazie a dell'Utri e quindi alla mafia che Berlusconi è venuto a disporre dei mezzi finanziari per fondare il suo impero mediatico, edilizio, assicurativo, nella grande distribuzione, editoriale, ecc. Secondo, credo di non sbagliare affermando che le motivazioni della condanna di dell'Utri, proprio in quanto questa condanna è definitiva, stabiliscono inoppugnabilmente l'implicazione di Berlusconi almeno nel reato di concorso esterno di associazione mafiosa. Terzo, queste motivazioni dunque affermano l'illegalità dei titoli di proprietà di Berlusconi del suddetto impero economico così come di quanti egli possa aver beneficiato di quote di proprietà di tale impero. Quarto, credo di non sbagliare affermando che in presenza di una tale situazione è obbligo di legge procedere da parte della magistratura all'esproprio; non a caso negli anni scorsi lo stato, al fine di potenziare la sua lotta alle mafie, si è dato un tale obbligo.

Domanda: perché ancora niente batte un colpo nella magistratura milanese? Non si vogliono polemiche politiche o ripercussioni elettorali? È accettabile una tale posizione, che definisce i tempi delle azioni del potere giudiziario guardando al momento politico?

Altra domanda: il fatto di prove ora inoppugnabili segnalanti il legame di Berlusconi e del suo impero economico alla mafia non dovrebbe comportare la fine del trattamento di lusso in fatto di applicazione della condanna per evasione fiscale, dunque, quanto meno, la sua consegna agli arresti domiciliari? O, valendo l'ipotesi di una contestuale possibilità da parte di Berlusconi di alterazione di prove o di altre pericolosità, ciò non dovrebbe comportare la sua incarcerazione e il suo isolamento carcerario?

Se pensate che basti vi sbagliate. Le esitazioni della magistratura milanese (decisamente quanto a determinazione contro la grande criminalità mafiosa e tangentizia al di sopra di ogni sospetto) vanno ragionate. Non si tratta solo, a parer mio, di preoccupazioni eccessive legate al momento elettorale: Berlusconi è alleato di Renzi sul terreno di riforme illiberali, per non dire semiautoritarie, di distruzione del Senato e del principio di rappresentanza come base della legislazione elettorale (la lesione di questo principio è stata addirittura certificata dalla Corte Costituzionale, che ha semidistrutto il Porcellum, e il cosiddetto Italicum è peggio). Il governo Renzi, per dirla fino in fondo com'è, dipende dal sostegno occulto di Berlusconi. Il presidente Napolitano di cosette come il rapporto di un enorme pezzo di mondo politico e imprenditoriale con le mafie non si è mai occupato, a nome della necessità nella crisi, stando a ciò che ogni giorno ci dice, dell'unità nazionale. C'è di che essere spaventati, data tanta irresponsabilità dei vertici dello stato, sulle sorti del paese, della sua economia, della sua democrazia, delle sue classi popolari; tutto quanto destinato, se la situazione non verrà corretta da un potente sommovimento democratico, a essere triturato.

Immagine tratta da: www.tempi.it

Ultima modifica il Sabato, 17 Maggio 2014 15:24
Luigi Vinci

Protagonista della sinistra italiana, vivendo attivamente le esperienze della Federazione Giovanile Comunista, del PCI e poi di Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria, Rifondazione Comunista. Eletto deputato in parlamento e nel parlamento europeo, in passato presidente e membro di varie commissioni legate a questioni economiche e di politica internazionale.

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