Giova aggiungere che non si tratta solo di un regalo di Capodanno a Berlusconi. Come scrive il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Sabelli, il decreto fiscale tenderà, anche se il regalo a Berlusconi sarà annullato, alla depenalizzazione del livello alto dell’evasione e stessa della frode fiscali. È difficile che il piccolo evasore, quello che evade per arrivare a fine mese, evada per il 3% o meno del suo imponibile: quindi il suo sarebbe un reato di portata penale. Invece l’evasione o la stessa frode operate da un grande evasore, come Berlusconi, può rappresentare un volume enorme di quattrini pur collocandosi sotto al 3% dell’imponibile. Tanto per cambiare rischiano in Italia i pesci piccolissimi, invece i pesci grossi trovano sempre modo di tutelarsi nella legge stessa. Non solo: il decreto fiscale prodotto dal governo Renzi non prevede, quando evasione o frode siano sotto il 3%, la consegna allo stato di quanto non sia stato versato.
Piccola cosa ma significativa del personaggio Renzi. Durante le vacanze natalizie è andato a sciare: un suo legittimo diritto. Ma gli viene contestato di esserci andato con aereo di stato (e dunque gratis). Me lo imponeva il protocollo che definisce pertinenze di capi di stato e di governo, ministri ecc., spiega Renzi. Alt: te lo consentiva il protocollo, cioè potevi prendere l’aereo di stato ma anche non prenderlo. Non è che se avessi deciso di andarci con un aereo normale e pagandotelo nell’ufficio qualcuno avrebbe potuto impedirtelo. In genere si presuppone anche in Italia che l’aereo di stato sia usato per attività di stato, non per vacanze. Inoltre che non sia usato per portare in vacanza la famiglia. Siamo anche a questo proposito prossimi a una svolta epocale, l’abuso normale di mezzi dello stato da parte dei gestori di poteri dello stato?
A suo tempo Andreotti, che se ne intendeva, coniò questa regola aurea: che a pensar male si fa peccato ma si ha quasi sempre ragione. Proviamo a usare questa regola. La scrittura del decreto fiscale era di competenza del Ministero all’Economia e alle Finanze, quindi del ministro Padoan. La responsabilità formale del fatto dunque è sua. Ma, ha dichiarato Fassina, ed è una dichiarazione di pesantezza estrema, è stato Renzi a imporre a Padoan la depenalizzazione dell’evasione o della frode se sotto al 3% dell’imponibile. Fassina non è persona che fa dichiarazioni avventate. C’è dunque da chiedersi perché tanta arrendevolezza da parte di Padoan. Ci si può vedere, andreottianamente, uno scambio complesso: Berlusconi ci guadagna la ripulitura della fedina penale e la rieleggibilità; Padoan è messo in alto nell’elenco dei papabili alla Presidenza della Repubblica; Renzi, con l’ok di Berlusconi, ha a disposizione un candidato addomesticabile alla Presidenza della Repubblica, in una situazione estremamente complicata per non dire difficilmente gestibile di quest’elezione.