A Napoli l'ex asilo Filangeri è stato dichiarato bene collettivo altrimenti detto “uso civico”; una notizia importantissima, una vera e propria grande vittoria del nostro testo costituente che sui media e sul mainstream non ha avuto praticamente nessun riscontro, ma c'era da aspettarselo. Troppo scomodi quei due articoli; il 42 e il 43, redatti a suo tempo dai padri costituenti: il primo declinato sulla questione della proprietà pubblica e privata, quest'ultima assolutamente riconosciuta ma in casi definiti dalla legge “espropriata, salvo indennizzo”, il tutto per tutelare sempre e comunque una sorta di interesse collettivo. L'articolo 43 non fa altro che rafforzare poi quanto detto precedentemente, poiché a fini di utilità generale la legge stessa può riservare “originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.”, due concetti chiari a tutela dei cittadini, i quali per certi versi vanno forse in contrapposizione al Codice Civile (evidenti congetture storiche differenti).
Sulla base di questi due principi fondamentali è nata una battaglia che ha coinvolto uomini e donne, associazioni, liberi pensatori e intellettuali. Figlia di questo positivo tourbillon di idee e stimoli è stata la cosiddetta costituente dei beni comuni, formatasi dal bisogno e dalla necessità reale di tutelare il patrimonio di tutti e tutte. Pisa ha ospitato nella bellissima sede dell'ex-colorificio, una ex fabbrica liberata dal grigiore di una proprietà reticente, indisponente e “vaga”, la “carovana” della costituente. Una giornata bellissima all'insegna della condivisione e della partecipazione quella del 1 Giugno 2013, in una cornice molto importante come quella del centenario complesso industriale in riva all'Arno. Il “Municipio dei Beni Comuni” in quell'occasione dimostrò una reale e possibile inverisione di tendenza rispetto alla mire della multinazionale J-Colors (propietaria del bene). Ugo Mattei, importante studioso di diritto privato, dimostrò in quell'occasione come sia costituzionalmente possibile l'atto dell'esproprio in nome dei bisogni e necessità di tutti i cittadini di Pisa.
Oggi quell'edificio e i suoi infiniti 14mila mq sono malinconicamente vuoti e abbandonati poiché l'esperienza stessa è terminata con uno sgombero il 26 Ottobre 2013, un'azione di repressione che ha lasciato strascichi pesanti sulle battaglia dei beni di tutti. Successivo allo sgombero un tentativo di rioccupazione finito male e l'esperienza bellissima (anch' essa repressa) del Distretto 42, un ex caserma militare abbandonata in pieno centro a Pisa con un grande polmone verede al suo interno anch'essa destinata al degrado e successivamente alla speculazione cementizia. La speranza però giunge da Napoli dove quello stesso tipo d'esperienza pisana; florida, propositiva e aggregante è riuscita ad avera una sua riconoscibilità e legittimazione nell'ex-asilo Filangeri.
Il comune di Napoli ha riconosciuto formalmente lo spazio precedentemente occupato, come bene collettivo. Sono passati due anni da quando il collettivo “La Balena” ha tentato la strada del riconoscimento formale e finalmente dopo molti sacrifici si è arrivato al tanto agognato provvedimento. Il Filangeri è quindi proprietà del popolo napoletano. Come dichiarato dal Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, in un articolo uscito per Repubblica lo scorso 29 gennaio, “l’ente comune”, impropriamente considerato proprietario, è solo “gestore” di questi beni. Ne consegue che gruppi di cittadini che operino come “parte” della “Comunità” dei napoletani, una “parte”, non esclusiva, ma inclusiva di chiunque voglia partecipare, possono utilizzare legittimamente tali beni, che loro appartengono, per fini di utilità generale, come prescrive l’articolo 118, ultimo comma, della Costituzione, secondo il quale “Stato, Regioni, Città metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà, ed è proprio in base a ciò che un gruppo di cittadini napoletani, vista l’inattività delle amministrazioni comunali precedenti quella del sindaco De Magistris, ha utilizzato l’ex Asilo Filangieri per lo svolgimento di attività di carattere culturale.Una “parte” del “tutto”, nell’interesse di “tutti”, ha praticamente utilizzato un bene che, benché restaurato, era rimasto sottoutilizzato”. Parole chiare e definite dalle quali zampillano le certezze che la lotta per i beni comuni, portata avanti con amministrazioni sensibili e serie è tutt'altro che un sogno o un utopia ma una solida realtà. L'auspicio successivo è quello di replicare il modello sugli altri territori, del resto-come diceva Pier Paolo Pasolini-”La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni”.