Giovedì, 11 Luglio 2013 23:44

Grandi giacimenti di ricchezza in Italia: Letta li ignora

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Il tema dei grandi giacimenti di ricchezza esistenti in Italia, celato fino a poco tempo fa dalle forze politiche di governo nella loro totalità, sta affiorando da qualche giorno nel dibattito politico e sui media. Le ragioni sono subito dette. La prima è l'inconsistenza assoluta del governo Letta, capace solo di campagne pubblicitarie sull'occupazione giovanile, vantando i quattro soldi ottenuti dall'Unione Europea, gran parte dei quali si vedrà spartito tra il 2014 e il 2015. La seconda ragione, a sua volta, è che tutte le previsioni degli economisti seri, e addirittura dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e del Fondo

Monetario Internazionale, dicono che la situazione dell'economia mondiale si sta aggravando, per responsabilità prima di tutto delle politiche europee di “rigore”, e che in Italia avremo due crolli consecutivi della già terribile situazione dell'economia e dell'occupazione, uno in autunno e l'altro a primavera 2014. In una tale situazione una parte del mondo politico si preoccupa della sua stessa prospettiva, vista la probabilità di elezioni in tempi più o meno brevi e vista la ribellione dei cittadini verso le forze politiche di governo, come attestano le recenti elezioni.

Avevamo segnalato di quanto in quei giacimenti sia la ricchezza in possesso di Cassa Depositi e Prestiti (banca per il 70% del Tesoro, cioè dello stato, e per il 30% di 65 fondazioni bancarie, tutte pubbliche o semipubbliche): oltre 430 miliardi di euro, di cui circa metà in risparmi dei cittadini affidati alle poste. Avevamo inoltre segnalato quanta sia la ricchezza dello Stato in immobili: circa 450 miliardi. All'inizio del suo mandato il governo Monti, in previsione di agitazioni popolari, aveva commissionato a Mediobanca uno studio su come usare parte congrua di questa ricchezza in luogo di un “rigore” feroce, e Mediobanca aveva suggerito, anziché di vendere gli immobili sul mercato, di venderli a Cassa Depositi e Prestiti, poi di far emettere a Cassa Depositi e Prestiti obbligazioni garantite dagli immobili acquistati. In questo modo, cosa anche questa non irrilevante, gli immobili sarebbero rimasti di proprietà pubblica. Poi le agitazioni popolari non ci sono state e Monti dunque realizzò la sua linea effettiva e cioè il massacro di lavoratori e pensionati, l'aumento delle tasse soprattutto a loro carico, il taglio della spesa sociale, il taglio delle possibilità di spesa dei comuni, ecc. Adesso il ragionamento effettuato a suo tempo da Mediobanca è stato ripreso e proposto al governo Letta sia dal Popolo delle Libertà, attraverso il suo capogruppo alla Camera dei Deputati Renato Brunetta, che da Gianluca Susta, il capogruppo al Senato di Scelta Civica (lo schieramento di Monti). Sembrerebbe quindi fatta, no? Finalmente viene meno la litania che non ci sono soldi per esodati, cassa integrazione, politiche (vere) dell'occupazione, politiche industriali, comuni, riduzione delle tasse ai lavoratori e alle attività produttive, ecc. ecc. Finalmente, senza che ciò continui a massacrare il popolo italiano, si potrebbe persino passare alla riduzione del debito pubblico, visto che l'Unione Europea continua a pretenderlo nei termini più insensati e dannosi. Il PD a rigor di logica non potrebbe che far sua la proposta Brunetta-Susta, quanto meno nelle linee essenziali.

No, errore! Che cavolo, accettare questa proposta sarebbe come ammettere che Letta ci racconta favole, che non è vero che la sua politica ci stia portando verso la ripresa economica e quella dell'occupazione, che invece stiamo andando di male in peggio. Ed ecco che Letta dice che occorre “cautela”, che al debito pubblico si penserà in autunno, dopo quelle famose elezioni tedesche che palesemente rappresentano una speranza dello stesso valore politico del miracolo di San Gennaro. Vincenzo Visco, cioè uno dei maggiori economisti del PD, dice che non crede che ci siano neanche 200 milioni di immobili da vendere sul mercato (ciò probabilmente è vero), al tempo stesso dice che è pericoloso usare gli immobili pubblici per emettere obbligazioni perché gli immobili si deprezzerebbero, di conseguenza le obbligazioni si deprezzerebbero esse pure, fregando gli acquirenti (non si capisce perché ciò debba per forza avvenire: per dirne una, il valore degli immobili in questione potrebbe essere abbassato alla partenza stessa dell'intera operazione, e nessuno sarebbe fregato), infine, ed eccoci alla verità, dice che l'operazione porterebbe facilmente il governo ad allentare il “rigore” di bilancio. In sostanza, Visco è perché continui la fregatura vera, quella a danno di lavoratori, pensionati, giovani senza lavoro o precari, donne buttate fuori dal lavoro, comuni, popolazione beneficiaria dei servizi della sanità, dell'assistenza, di nidi e asili pubblici, ecc. ecc

Abbiamo visto di recente che, tra i tanti difetti grandi e piccoli, uno il PD certo non l'ha: la capacità ostinata di far vincere le elezioni agli altri anche quando la vittoria sia già quasi in tasca. E' possibile, anche probabile, che l'operazione prospettata da Brunetta-Susta abbia qualche contenuto ottimistico, che vada meglio calibrata sul piano tecnico, ecc.: certamente, tuttavia, è enormemente meno ottimistica delle dichiarazioni di Letta sul futuro della nostra economia e della nostra occupazione. Uno degli economisti che hanno collaborato alla proposta Brunetta-Susta, Paolo Savona, formula attente considerazioni tecniche proprio su come, attraverso un'azione shock, cioè davvero da 400 miliardi tutti e subito, si possa realizzare, accanto a tutto il resto, un poderoso abbattimento del debito pubblico, esattamente, all'inizio, per questa cifra. Cioè un poderoso abbattimento del motivo dichiarato delle politiche di “rigore”, stando alle superstizioni del liberismo europeo. Ma che lo scopo dei fautori a oltranza delle politiche di “rigore” non sia l'abbattimento del debito pubblico bensì, usando lo spauracchio del debito pubblico, lo scopo sia il massacro di lavoratori, pensionati, ecc. ecc.? Tant'è, come vediamo, che con il “rigore” il debito aumenta invece di diminuire?

Il PD, una parte del quale dichiara di stare dalla parte dei lavoratori, è fatto così. Il PdL e Scelta Civica, a loro volta, mentre da un lato fanno una proposta seria, dall'altro sono stati protagonisti, con i loro governi, di pesantissimi attacchi alla condizione dei lavoratori, e non hanno certo cambiato intenzione. Occorre che chi può, i sindacati, non si limiti a protestare, occorre che il popolo scenda nelle piazze, come avviene ormai in tanta parte d'Europa e non solo. Occorre creare un partito davvero del lavoro, e con esso riportare ai lavoratori e al popolo la decisione in politica.

 

Immagine tratta da: www.questgarden.com

Luigi Vinci

Protagonista della sinistra italiana, vivendo attivamente le esperienze della Federazione Giovanile Comunista, del PCI e poi di Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria, Rifondazione Comunista. Eletto deputato in parlamento e nel parlamento europeo, in passato presidente e membro di varie commissioni legate a questioni economiche e di politica internazionale.

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