Sabato, 18 Maggio 2013 00:00

Canapisa 2013: la stree parade antiproibizionista più lungeva d'Italia

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Pisa: al via anche quest'anno la street parade antiproibizionista più longeva d'Italia

Sabato 18 maggio Pisa, come ogni anno a partire dal 2001, si riempirà di giovani e meno giovani in un corteo colorato e plurale, che vedrà al suo interno esponenti del mondo della cultura antiproibizionista, oltre a tutte quelle realtà associative e ai singoli condividono da anni quelle stesse battaglie.

Si tratta di Canapisa, la street parade antiproibizionista più longeva d'Italia. Tutti in piazza, quindi, per riportare al centro del dibattito pubblico parole come autodeterminazione e diritto di ognuno al consumo critico e consapevole, e sopratutto per chiedere l'abolizione della legge Fini-Giovanardi, che si calcola abbia fatto arrestare, dall'entrata in vigore, più di 120mila persone.

Siamo un paese in cui da troppi anni e con troppo accanimento la legislazione penale e la giurisprudenza colpiscono i consumatori di sostanze stupefacenti, generando danni sociali e individuali di gran lunga maggiori di quelli che, presumibilmente, avrebbero voluto evitare. Da diversi anni è molto alta la percentuale dei detenuti tossicodipendenti. Una metà di questi entra direttamente per violazione della cosiddetta legge "antidroga" e un'altra metà per reati diversi, ma pur sempre legati alla necessità di procurarsi il denaro per l'acquisto clandestino delle sostanze. Anche relativamente al totale degli ingressi in carcere (sia di soggetti tossicodipendenti che non), circa la metà riguarda il fenomeno droghe.

Ci confermiamo come il paese che cerca di risolvere i problemi e rispondere alla domanda di diritti con la repressione. Per questo è importante, ancora una volta, scendere in piazza per chiedere a gran voce che il diritto penale si ritiri progressivamente dalla questione droghe, riducendo i rischi della marginalità e dell’esclusione sociale per i consumatori, eliminando qualsiasi forma di sanzione per il consumo di tutte le droghe e legalizzando quelle leggere.

“Mentre di proibizionismo si muore, come le vicende italiane purtroppo mostrano con evidenza, con la censura e la manipolazione delle informazioni il Dipartimento Politiche Antidroga persevera nell’idea che un mondo senza droghe sia possibile e necessario, utilizzando ogni mezzo a sua disposizione. Sulla base di una tale convinzione ha infatti adottato strumenti repressivi ignobili, soprattutto nei confronti di quelle realtà e persone che si oppongono in varie forme al regime proibizionista instaurato e colpevoli solo di denunciare e portare agli occhi di tutt* le evidenti contraddizioni di questa politica, come i singoli consumatori, le associazioni di controinformazione, i progetti di riduzione dei rischi, i centri sociali autogestiti, vari eventi e festival musicali ed i così temuti freeparty (ultimo tra questi a Cusago, 27 ottobre 2012, dove la celere è intervenuta in modo brutale, causando distruzioni e ferimenti gravi)” scrivono gli organizzatori.

“La manifestazione Canapisa vuole dunque cambiare questa insopportabile situazione e non cadere nel vortice di odio provocato da un tale stato di guerra permanente. Evidenziare che un diverso approccio al tema droghe è possibile è la sua missione e per questo è indispensabile dare spazio a una riflessione collettiva, pragmatica e sincera, da cui nasca un’azione di superamento delle attuali politiche. Quello che si auspica è un cambiamento sostanziale del paradigma legale dominante in materia di stupefacenti, ormai in evidente contraddizione, visti i danni provocati, soprattutto alle persone più povere. Con Canapisa si sostiene la logica del bene comune piuttosto che quella di un’ipocrita persecuzione di massa degli stili di vita che non si conformano.”

A poche settimane di distanza dalla MILLION MARIJUANA MARCH (in cui 801 differenti città di 71 differenti paesi- tra le quali Roma- chiedevano la fine delle persecuzione dei consumatori, l'accesso immediato all'uso terapeutico per i pazienti e il diritto a coltivare liberamente la cannabis) l'attenzione è rivolta sopratutto alla canapa: “Se vi è stato un primo riconoscimento formale delle sue proprietà curative, per noi di Canapisa si tratta solo di un primo passo sul lungo percorso che dovrà portate alla liberazione della canapa e della sua coltivazione. Da qui l’idea di far conoscere il Cannabis Social Club come azione collettiva che mira ad accrescere e consolidare elementi di protezione individuale dai molteplici rischi connessi all’illegalità, al mercato nero, alla medicalizzazione, alla cultura consumistica ed agli interessi delle case farmaceutiche. I CSC cancellerebbero il mercato nero della cannabis, che frutta circa 113 miliardi di dollari alle narcomafie, garantirebbero dei livelli di sicurezza per la salute, derivanti da controlli sulla qualità della pianta, e agevolerebbero la somministrazione ai pazienti. Esempi di CSC riconosciuti legalmente ed operanti si trovano in Spagna e Belgio, mentre in Francia, Italia e Slovenia vi sono state iniziative per crearli. I CSC possono essere quindi un’esperienza importante per lottare anche contro la formazione dei pregiudizi culturali ed istituzionali alla base di terapie forzate che negano la libertà di scegliere o rifiutare determinate cure”. L'appuntamento quindi è a Pisa sabato 18 maggio alle ore 17 in Piazza Sant'Antonio. La street parade si concluderà (dopo essere passata anche davanti al carcere Don Bosco per far sentire il proprio sostegno ai detenuti vittime della Fini-Giovanardi) nel parcheggio di Via Paparelli, dove sosterà fino alle ore 24.

Immagine tratta da www.neokifilm.it

Luca Panicucci

Nato nel 1987 a Pontedera (PI), dove frequento il liceo per poi passare all'università di Pisa. Inizio ad interessarmi alla politica a partire dalla seconda superiore, prima nel movimento pacifista e in quello studentesco. Tra gli interessi specifici l'antropologia politica, la storia e l'etnologia delle relazioni di genere e della famiglia e l'antropologia religiosa, ma anche la letteratura, l'arte e la musica.

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