Giovedì, 01 Agosto 2013 00:00

Renzi e il marchio di Firenze

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Con brand (o marca) si intende “un nome, simbolo, disegno, o una combinazione di tali elementi, con cui si identificano prodotti o servizi di uno o più venditori al fine di differenziarli da altri offerti dalla concorrenza”.

Mai come in questo caso è utile partire dalle definizioni per capire cosa sta accadendo a Firenze. Di ieri è infatti la notizia della nuova idea del sindaco rottamatore: si rivolge direttamente ai disegner dei cinque continenti, dal ragazzino con la passione per la grafica al designer di professione (il tutto alla faccia della valorizzazione delle professionalità), per trovare il nuovo marchio che identifichi la città agli occhi di tutto il mondo. Renzi ha affidato l'organizzazione del concorso ad un'azienda star up dell'ambiente:

Zooppa (osiamo solo immaginare le battute che si tireranno fuori a Firenze) avrà tempo fino al 14 ottobre per trovare il simbolo. Ma attenzione, le indicazioni sono chiare: “non vi chiediamo di rinnovare il celebre giglio rosso, marchio del comune e stemma universalmente riconosciuto della città ma un marchio completamente nuovo, un vero e proprio brand commerciale, che sarà utilizzato per scopi di promozione economica e di comunicazione”. In palio, 15mila euro di budget messi a disposizione da Audi. Oltre alla sempiterna gloria, si intende.

I paragoni che vengono fatti sono quelli con il cuore e la sigla di New York o la sirena di Copenhagen e di certo Firenze non può essere da meno. La città deve diventare un marchio da piazzare sul mercato. E come non pensare che questo altro non sia che il naturale compimento del percorso intrapreso da questa città negli ultimi anni: fare del capoluogo toscano un prodotto che attiri turisti ed investimenti da tutto il mondo, proprio come spiega il manuale del buon imprenditore . E che importa se il prodotto da pubblicizzare è una delle città più importanti al mondo, la culla dell’arte e della cultura? E soprattutto che importa se questa operazione di marketing andrà tutta a discapito di quelli che a Firenze ci vivono tutto l’anno? A forza di preoccuparsi di quelli che arrivano a Firenze e in due giorni e 7 ore riescono a vedere di sfuggita una media di 6,7 opere d’arte all’ora, si finisce di scordarsi di chi ci lavora e non ha alcuna intenzione di andarsene. Sinceramente, non capisco come si possa mercificare completamente una città (anche perché solitamente le magliette e le tazze con i loghi stampati sopra sono di gusto discutibile) dicendo che c’è bisogno di un rinnovamento totale, che la rilanci nel mondo: come si può sperare di separare l’immagine di Firenze da quella del Rinascimento? Sarebbe un po’ come tentare di far ricordare Patrick Schwayze per qualcosa che non sia Dirty Dancing o Ghost.

Eppure i fiorentini, al contrario del sindaco a quanto pare, per quanto si lamentino della loro città, ne sono orgogliosi: non la cambierebbero per niente al mondo. Sono consapevoli di fare parte di qualcosa che è più grande di loro, che trascende i tempi storici e che continuerà dopo di loro. E’ la Firenze che, sdraiata sui fianchi dell’Arno, ha contribuito a fare la storia del continente. Ed una cosa così non può essere affittata o ridotta a proprietà di pochi: deve essere vissuta, tra vernacolo e storie, tra borghi e vicoli. E soprattutto, non può essere ridotta ad una marchio. E' troppo di più, caro Renzi.

Immagine tratta da: www.it.rf123.com

Ultima modifica il Giovedì, 01 Agosto 2013 00:02
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

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